di Paolo Franza
<p style="text-align: justify;"><strong>LECCE</strong> | Si sono concluse oggi le indagini iniziate per capire la «mano leggera» che apriva conti correnti e faceva girare assegni a vuoto. L’operazione ha portato i carabinieri della compagnia di Lecce a scoprire un giro di assegni falsi nel capoluogo salentino. Le indagini, condotte dai militari del nucleo operativo e radiomobile della compagnia, sono iniziate quando un militare dell’arma che presta servizio in Lombardia, verso la fine del mese di marzo, ha presentato una denuncia presso la compagnia di Lecce contro ignoti per sostituzione di persona, poiché gli erano stati notificati due verbali di contestazione emessi dalla prefettura di Lecce per emissione di assegni a vuoto. Non è la prima volta che accadono fatti del genere nel Salento, l’ultimo risale a poco più di un mese fa (<a href="http://lecce.reteluna.it/portale/articolo.php?id=1094"><strong>http://lecce.reteluna.it/portale/articolo.php?id=1094</strong></a>), quando una persona tentò di aprire un conto corrente con generalità false. Per quest’ultima indagine però, I carabinieri, hanno dovuto effettuare un percorso a ritroso, cercando di comprendere chi aveva messo in circolazione gli assegni protestati. Con la denuncia giunta dal nord, sono state avviate delle investigazioni top-secret, portando all’identificazione del presunto autore della truffa. Le indagini condotte hanno permesso di accertare la responsabilità quindi di due individui. La prima persona sembra essere un 30enne, originario di San Pietro Vernotico, che stava provvedendo ad accendere un conto corrente postale presso un ufficio di Lecce esibendo una tessera sanitaria e una patente di guida falsi. Le generalità su tali documenti erano quelle appartenenti al carabiniere, mentre la foto di riconoscimento era, ovviamente, quella della sua persona. Il secondo uomo identificato, e ancora in fase di accertamento, è un 36enne leccese, che aveva come compito quello di mettere in circolo gli assegni postali. Quest’ultimo, titolare di una ditta di costruzioni, utilizzava i titoli, oggetto di indagine, come pagamento relativo a delle forniture di materiale per l’edilizia. Lo stesso, una volta che i creditori apprendevano che gli assegni non potevano essere incassati in quanto «scoperti», sfruttava le sue conoscenze per ottenere del tempo a disposizione per recuperare la somma dovuta. Infatti, dopo qualche giorno si presentava nuovamente dagli imprenditori consegnando loro, in cambio degli stessi assegni, alcune cambiali. Anche questi ultimi titoli, alla loro scadenza, venivano posti all’incasso ma, con somma meraviglia degli imprenditori, non venivano onorati. Subito dopo, il malcapitato si rivolgeva alle forze dell’ordine, sperando che il responsabile venisse acciuffato, ma le generalità fornite portavano all’identificazione di un’altra persona, che risultava intestatario del conto corrente postale, ignaro di questi movimenti anche perché nei giorni in cui è stato acceso il conto corrente e rilasciati i tre assegni lo stesso si trovava a circa 1000 km dal capoluogo salentino. I truffatori, con questo escamotage, erano riusciti a «spillare» circa 20mila euro a danno delle società fornitrici di materiale edile. Gli stessi sono stati denunciati alla procura della Repubblica di Lecce per i reati dei sostituzione di persona, tenendo presente l’articolo 494 del codice penale, falsità materiale commessa da privato, reato punito dall’articolo 482, e truffa in concorso secondo l’articoli 640 e 110 sempre del codice penale. Sono tuttora in corso ulteriori accertamenti per verificare la responsabilità di altre persone e per rintracciare gli altri assegni del carnet. Le indagini, poi, mirerebbero ad individuare il falsario leccese. Molto probabilmente, i documenti falsi, sono stati forniti con le stesse modalità dell’ultima truffa, quando i responsabili pagarono 200 euro per la falsificazione. Raggiro scoperto sempre dai carabinieri del capoluogo. I militari vogliono vederci ancora chiaro su questa storia, in questo momento sono in corso delle indagini per cercare di verificare se in città vi siano altri assegni emessi con le stesse modalità e se vi siano altre persone coinvolte all’interno, soprattutto di esperti falsari che con attrezzature adatte clonano tutti i documenti necessari e forse anche altro. Secondo i militari i responsabili hanno i minuti contati.</p>