Data pubblicazione: 14/10/2008 | CRONACA
Assolto l'assessore alla Casa, Roberto Marti, dall'accusa di corruzione elettorale
Assoluzione piena per l'assessore alla Casa, Roberto Marti. I legali Pasquale e Giuseppe Corleto hanno dimostrato come le prove a suo carico siano state insufficienti, e la richiesta del pm Cataldi, a seguito della requisitoria, è così decaduta.
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>LECCE</strong> | Per il giudice il fatto
non sussiste. E l'assessore del Comune di Lecce, <strong>Roberto Marti</strong>, viene
assolto. La decisione è stata presa questa mattina nelle aule
della Procura dopo che l'assessore alla Casa era finito sotto
processo con l'accusa dei reati di corruzione elettorale aggravata
dalle modalità mafiose. La richiesta formulata dal pubblico
ministero, il sostituto procuratore Guglielmo Cataldi non sono state
accolte dal giudice per l'udienza preliminare Annalisa De Benedictis,
che è rimasta chiusa in camera di consiglio per circa un'ora e
mezza. Cataldi questa mattina aveva chiesto una condanna di un anno e
600 euro di multa al termine della requisitoria. Il procedimento
giudiziario è scaturito a seguito di telefonate tra
l'assessore e l'imprenditore Mauro Matarrelli, in base al quale si
sarebbe potuto arrivare ad uno scambio, cioè favori in cambio
di voti. Matarrelli infatti finì ad essere intercettato nel
corso dell'operazione «Pit», perché ritenuto
vicino al clan Cerfeda. Questo di oggi è solo la conclusione
del primo atto, in vista del processo del 10 novembre prossimo
denominato «Affari e politica», per il quale è
stato disposto il rinvio a giudizio di personaggi popolari della
politica leccese, come Adriana Poli Bortone, attuale vicesindaco e
assessore alle Marine del Comune, il sindaco di Lecce, Paolo Perrone,
gli assessori Andrea Corvaglia, Angelo Tondo, Salvatore Bianco, Ennio
De Leo, Eugenio Pisanò e Giovanni Garrisi.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>IL COMMENTO DELLA POLITICA</strong> | «All’assessore del Comune di Lecce
Roberto Marti, oggi assolto perché il fatto non sussiste,
rinnovo i miei personali sentimenti di soddisfazione, amicizia,
fiducia e profonda stima». Sono le parole del ministro agli
Affari regionali, <strong>Raffaele Fitto</strong>, che sottolinea: «Ha
dimostrato quello in cui noi abbiamo sempre creduto, ossia l’assoluta
estraneità rispetto alle accuse formulate. Dopo che la
giustizia ha certificato la sua innocenza, ci aspettiamo una seria
riflessione da chi all’epoca dei fatti non esitò a vestire i
panni del più estremo giustizialismo, imbastendo il solito
processo politico–mediatico con altrettanta condanna e chiedendo
l’esecuzione di una sentenza politica, ossia le dimissioni di
Marti. Noi avemmo ragione a confermargli fiducia con forza
dimostrando come sempre di credere nel principio di innocenza. E
crediamo con altrettanta forza che qualcuno, ripensando a quanto
detto e fatto in questi anni, oggi debba chiedergli umilmente scusa».
Dello stesso parere, anche <strong>Rocco Palese</strong>, capogruppo di Forza
Italia in consiglio regionale, e Raffaele Baldassarre: «Esprimiamo
grande soddisfazione per l’assoluzione “perché il fatto
non sussiste” dell’amico assessore Roberto Marti. La
nostra fiducia nel suo operato non è mai venuta meno, neanche
quando in tanti hanno cercato e stimolato condanne politiche
attraverso processi mediatici e sommari. Abbiamo avuto ragione ad
avere fiducia nella Giustizia e a credere che Marti sarebbe riuscito,
come è riuscito, a dimostrare la sua innocenza».</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Felicitazioni anche dal
capogruppo di Alleanza Nazionale, <strong>Paolo Cairo</strong>: «Ho già
espresso personalmente all’assessore Marti il mio affetto e il
sincero compiacimento che mi deriva dalla sua assoluzione perché
il fatto non sussiste, ma ci tengo a farlo pubblicamente e in qualità
di consigliere comunale e collega di maggioranza. L’inchiesta,
volta ad accertare presunti rapporti con esponenti malavitosi, è
durata sei anni e ha interessato interamente la passata consigliatura
e parte dell’attuale. Durante questo lungo arco temporale
l’assessore Marti ha dovuto svolgere l’attività
amministrativa, cui era stato demandato per due volte dal volere
popolare, cercando di dissipare il dubbio, che a più riprese
veniva iniettato nell’opinione pubblica da personaggi politici di
diversa posizione. Oggi finalmente i giudici hanno messo un punto
definitivo a questa vicenda, ripristinando la verità e
azzittendo le garrule voci dei soliti uccellacci di malaugurio.
Manifesto pertanto, anche a nome del gruppo che rappresento, viva
soddisfazione per il lavoro della Magistratura, nella quale abbiamo
sempre creduto, e sincere congratulazioni all’amico Roberto».
Anche il sindaco di Lecce, <strong>Paolo Perrone</strong>, sulla stessa linea
felice di aver ritrovato un bravo amministratore: «Sono
sinceramente contento per l’epilogo di questa vicenda - sottolinea
Perrone - che per sei lunghi anni ha tenuto sulla graticola un amico
ed una persona per bene. L’assoluzione con formula piena - continua
- è la soluzione che aspettavamo di questa lunga storia
giudiziaria. Del resto noi, da un lato, abbiamo sempre avuto fiducia
nel legittimo percorso degli organi giudiziari e, dall’altro,
nell’operato di un bravo amministratore. Oggi l’amico Roberto
Marti viene giustamente ripagato di tante ed ingiustificate
sofferenze personali e politiche».</p>