Data pubblicazione: 12/10/2008 | ATTUALITÀ
Col «turismo accessibile», Apt e il sindaco Sfida daranno una mano ai disabili
L'Azienda di promozione turistica e Sfida, il Sindacato famiglie italiane diverse abilità hanno firmato un protocollo a favore dell'accoglienza, soggiorno, visita e conoscenza dell’intero patrimonio e per abbattere ogni tipo di barriera.
<p><!--
@page { size: 21cm 29.7cm; margin: 2cm }
P { margin-bottom: 0.21cm }
--></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>LECCE</strong> | La
Commissaria dell’Azienda di Promozione Turistica della provincia di
Lecce Stefania Mandurino e il segretario provinciale Sfida (Sindacato
Famiglie Italiane Diverse Abilità) Vito Berti hanno
sottoscritto il «Protocollo d’Intesa per Il Turismo
Accessibile» per ricercare ogni azione positiva tendente ad
attrarre visitatori e turisti diversamente abili nel nostro
territorio, ritenendo essenziale promuovere forme di accoglienza,
soggiorno, visita e conoscenza dell’intero patrimonio ambientale,
paesaggistico, culturale e storico della provincia di Lecce, che
evitino modalità di esclusione. L’Apt di Lecce è
impegnata da tempo nel progetto «Road Map per il Turismo
Accessibile», ideato dall'assessorato alla Solidarietà e
dall'assessorato al Turismo della Regione Puglia per sostenere la
cultura dell’ospitalità per tutti attraverso l’abbattimento
delle barriere materiali ed immateriali esistenti e per una
fruibilità più ampia possibile del territorio anche a
fini turistici. Il protocollo, firmato stamani nella sede
dell’azienda, rientra tra le azioni previste.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"> </p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">«Bisogna prendere
atto - commenta Mandurino - che la società moderna è
fortemente caratterizzata da divisioni ed atteggiamenti corporativi
che rendono difficile un omogeneo sviluppo culturale, sociale ed
economico, soprattutto, delle fasce di popolazione più deboli.
Il protocollo d’intesa con Sfida di Lecce crea i presupposti per
immaginare una società più giusta, solidale, e
prosperosa attraverso la promozione di iniziative comuni finalizzate
a rimuovere le barriere culturali che non di rado dividono il mondo
della disabilità dal restante tessuto sociale, rappresentato
anche dai titolari di tante piccole imprese che offrono servizi
turistici, svago e balneazione. Per questo va migliorato il
censimento delle accoglienze; monitorati i livelli di qualità
offerti agli ospiti diversamente abili; formato il personale addetto
all’accoglienza; stipulati accordi di accoglienza e promozione con
gli operatori turistici per garantire livelli ottimali nei servizi;
incentivati soggiorni e vacanze prolungate verso tale fascia debole
con iniziative a carattere sociale, culturale, enogastronomico,
fieristico storico-paesaggistico anche d’intesa con enti pubblici,
operatori e associazioni locali. Il turismo, al giorno d’oggi, è
un diritto di tutti ed una necessità primaria che non deve
divenire una forma di esclusione. Il turismo accessibile non è
solo una questione di etica, o di democrazia, ma è un’
importante opportunità di business, di qualificazione
complessiva dell’offerta turistica, di miglioramento della qualità
dalla vita di tutti».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"> </p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">«C’è
l’impegno - afferma Berti - di individuare le strutture ricettive
che mettono la persona disabile in piena autonomia e offrono servizi
ausiliari di eccellenza, formare il personale e garantire
l’individuazione di fasce stagionali più convenienti
unitamente alle offerte del territorio provinciale. Questo è
il motivo cardine del protocollo d’intesa firmato con l’Apt di
Lecce. Crediamo fermamente nella potenziale capacità degli
operatori turistici salentini di ospitare e offrire servizi migliori
anche ai turisti disabili e ai loro familiari. È necessario
informare e diffondere capillarmente, presso gli operatori, la
cultura dell’accessibilità e del confort. Occorre censire e
valutare, con rigore, l’offerta turistica per le persone disabili e
i loro familiari, integrando ed adattando le strutture esistenti e,
magari, facendo applicare le normative vigenti da moltissimi anni,
riguardanti l’accessibilità, ai nascenti esercizi
commerciali e alle strutture pubbliche. La valutazione degli standard
ottimali d’accoglienza, non meramente tecnica, deve essere
effettuata anche dai soggetti che vivono (direttamente o
indirettamente) sulla loro pelle la disabilità».</p>