Data pubblicazione: 08/10/2008 | CRONACA
Incastrato dalle foto sui giornali, viene riconosciuto dalla sua seconda vittima
Gallipoli. Avrebbe abusato sessualmente di due giovani, una 14enne e una ragazza di 24 anni di Neviano. Ieri, in tarda serata, Michele Di Lernia, 45 anni, originario di Milano, ma residente a Tuglie è finito nuovamente in manette.
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>GALLIPOLI</strong> | Abusa
sessualmente di una ventenne. Ma ad incastrare il violentatore questa
volta il loro dovere lo hanno fatto gli organi di stampa. È
stato incastrato dalle sue foto, che erano state pubblicate
quest'estate sui giornali. Un'altra quattordicenne lo ha riconosciuto
e lo ha denunciato. Tanto da essere stato nuovamente arrestato da
parte dei carabinieri. La vicenda risale allo scorso 18 luglio
(<a href="http://lecce.reteluna.it/portale/articolo.php?id=455"><strong>http://lecce.reteluna.it/portale/articolo.php?id=455</strong></a>), quando
Michele Di Lernia, 45 anni, originario di Milano, ma residente a
Tuglie, senza un'occupazione fissa, arrivò sulle colonne dei
giornali, e sulle pagine multimediali dei periodici telematici per un
presunto abuso ai danni di una ventenne. L'8 luglio scorso, Di Lernia
fu arrestato. Poi, in un secondo momento, avrebbe ripetuto lo stesso
tipo di violenza questa volta però ai danni di una
giovanissima 14enne, incontrata in spiaggia, nella marina gallipolina
Rivabella. Per lui, le accuse pesantissime, furono di violenza
sessuale e tentato omicidio. Dopo una lunga attività di
indagine durata più di un anno, l'uomo, a seguito di alcune
foto pubblicate dalla stampa locale, viene riconosciuto da un'altra
vittima, una ragazza di poco più di ventanni, che sarebbe
anche lei stata violentata la mattina del maggio 2007, sempre in
spiaggia a Gallipoli.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">La giovane donna, anche
lei della zona, dopo averlo riconosciuto, ha riferito ai carabinieri
della compagnia di Gallipoli, di essere stata vittima di un abuso
sessuale, da parte di Di Lernia, con le stesse modalità subìte
dalla 14enne. All'epoca dei fatti, l'uomo avrebbe abusato della
giovanissima, dopo essersi denudato, l'avrebbe costretta a compiere
atti sessuali, in cambio di un compenso in denaro. La 14enne, che si
mise a gridare, attirò l'attenzione di un appuntato della
stazione di Gallipoli, che nonostante fosse fuori dal servizio, è
intervenuto subito senza esitare. Quel giorno, nonostante avesse
parcheggiato l'auto non molto distante dal luogo dove si stava
consumando l'atto, è riuscito a raggiungere la sua Atos rossa,
nel tentativo di darsi alla fuga. Ma non ci riuscì. Infatti,
preso dalla paura di essere catturato avrebbe tentato di investire
sia l'appuntato, sia la madre della bambina. Nonostante la fuga
dell'uomo, è stato sufficiente da parte dell'appuntato
gallipolino, annotare la targa dell'auto, che poi dopo averla
comunicata ai colleghi del 112 lo hanno subito rintracciato. Ecco, a
seguito di quegli episodi, Di Lernia che era già noto alle
forze dell'ordine per altri precedenti simili, che però non
furono mai chiariti, si è trovato nuovamente alla ribalta
della cronaca, dapprima il 22 luglio 2008, in cui riportammo di
un'altra violenza presunta che avrebbe compiuto ai danni di una
24enne decoratrice di Neviano, che sarebbe stata vittima di violenza
lo scorso 29 maggio 2007, questa volta nella marina di Sannicola,
Lido Conchiglie, a seguito della quale per lui scattò un
provvedimento di custodia cautelare in carcere
(<a href="http://lecce.reteluna.it/portale/articolo.php?id=487"><strong>http://lecce.reteluna.it/portale/articolo.php?id=487</strong></a>). Nel
caso della giovane di Neviano, l'uomo avrebbe addirittura utilizzato
un coltello, col quale, sotto minaccia, l'avrebbe costretta a
compiere l'atto sessuale. Nella tarda serata di ieri, intanto, come
si diceva, a seguito di indagini durate più di un anno, i
carabinieri lo hanno arrestato su ordine dell'autorità
giudiziaria di Lecce. Viene così confermata l'accusa dei reati
di violenza sessuale aggravata e tentata violenza privata.</p>