Data pubblicazione: 07/10/2008 | CRONACA
Giù dall'impalcatura: prognosi riservata. Si racconta di sinistro stradale
Nardò. Un giovane neretino vittima di un incidente è in prognosi riservata. Ai carabinieri però, il responsabile dell'impalcatura su cui stava lavorando ha detto che si trattava di un incidente stradale. E per questo ora è finito nei guai.
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>NARDÒ</strong> | Avevano simulato un incidente stradale per nascondere un infortunio che era accaduto sul posto di lavoro. Una scoperta che è stata fatta dai carabinieri a seguito di ulteriori accertamenti su un incidente accaduto nel primo pomeriggio di oggi. Un giovane del posto, di 20 anni, mentre stava effettuando dei lavori sulla struttura di un edificio, è caduto da un'impalcatura. Subito dopo è stato accompagnato al pronto soccorso dell'ospedale civile dove, a seguito di una visita, i sanitari si sono riservati la prognosi. Il giovane 20enne, comunque, non è in pericolo di vita. Intanto, una pattuglia dei carabinieri della locale stazione è giunta sul posto per effettuare tutti i rilievi del caso, in una strada limitrofa rispetto a quella dell'edificio. Altre persone, probabilmente complici, avevano spiegato ai militari come erano andate le cose, e come mai il giovane si fosse ferito a tal punto da finire in ospedale in quelle condizioni. Una ricostruzione tutto sommato veritiera, se non fosse per il fatto che la tipologia delle ferite che il neretino aveva riportato erano tutt'altro che riconducibili a un incidente stradale. Per questo, gli uomini dell'arma dei carabinieri della locale stazione, coordinati da quelli della Compagnia di Gallipoli, del tenente Stefano Tosi, hanno portato avanti per conto proprio altre indagini parallele, partendo proprio da via De Sica, dove sarebbe successo il fatto, fino a che non hanno appurato che quell'incidente non era dovuto alla strada, ma a particolari condizioni di lavoro. L'attività investigativa, infatti, è servita per capire quale fosse realmente la causa di quelle ferite, di quei traumi che il ventenne aveva subìto. Grazie, poi anche alle testimonianze di alcuni passanti, i militari hanno potuto accertare che quel sinistro stradale tra un'autovettura, di proprietà del titolare dell'impalcatura e un ciclomotore, di proprietà del giovane ferito, era stato creato «ad hoc» per nascondere la reale natura dell'infortunio.</p>