Data pubblicazione: 06/10/2008 | CRONACA
Emessa nella mattinata la sentenza ai sicari della sparatoria di via Scalelle
Sono state emesse le condanne, chieste con il rito abbreviato, nei confronti di Cristian Barone, Marco Della Rocca e Cristian Pisanello, ritenuti i responsabili della sparatoria avvenuta lo scorso 28 ottobre alla periferia di Gallipoli.
<p style="text-align: justify;"><strong>GALLIPOLI</strong> | È stata emessa in mattinata la condanna sui presunti responsabili della sparatoria di via Scalelle (<a href="http://lecce.reteluna.it/portale/articolo.php?id=1258"><strong>http://lecce.reteluna.it/portale/articolo.php?id=1258</strong></a>). Un pronunciamento condizionato da diversi battibecchi tra avvocati e pubblico ministero. Oggi, il gup Nicola Lariccia, ha condannato con il rito abbreviato, Cristian Barone a 15 anni e 7 mesi di reclusione, difeso dall’avvocato Luigi Suez, Marco Della Rocca, 28enne, ritenuto «socio» di Barone, difeso dall’avvocato Carlo Gervasi, dovrà scontare 14 anni di reclusione, Cristian Pisanello, 23enne, difeso dagli avvocati Luigi Piccinni e Sebastiano Venrtomille, è stato condannato a 10 anni e 6 mesi, assolto dall’accusa di tentato omicidio della madre, ma ritenuto responsabile dell’omicidio della bambina. Inoltre, nella triste storia di violenza, stava per finisci dentro una donna 30enne e la sua figlia di 3 anni. Infatti, i proiettili sparati sulla Renault Scenìc, hanno sfiorato il volto della donna, rimasta soltanto illesa insieme alla piccola, frantumando il lunotto posteriore dell’auto. I legali hanno intenzioni di ricorrere in Appello, non ritenendo giuste le motivazioni del gip. Scenario della vicenda la città di Gallipoli, i fatti risalgono al 28 ottobre 2007. Della Rocca, insieme a Cristian Barone, a bordo di uno scooter, percorsero contro mano via scalelle e, con i volti coperti, Barone tirò fuori la pistola è iniziò a sparare il fuoco. Pisanello, che poi si sarebbe protetto tramite la Renault, sarebbe stato colpito al gluteo e avrebbe anche risposto al fuoco. Nonostante Pisanello si trovasse in gravi condizioni, sarebbe riuscito a immobilizzare Barone prendendolo a schiaffi. Subito dopo, Barone sarebbe fuggito con l’auto di una signora che avrebbe abbandonato poco dopo, sul posto, intanto, ad attenderlo c’era un complice a bordo dello scooter che lo avrebbe aiutato a fuggire. I militari di Gallipoli, diretti dal capitano Domenico Barone, arrestarono il presunto bersaglio, all’interno dell’ospedale i carabinieri gli strinsero le manette ai polsi, incastrato dall’analisi dello stub. Le indagini si chiusero lo scorso 7 aprile, con l’arresto di Cristian Barone, avvenuto a Longo, un paese della provincia di Vicenza.</p>