di Alessandro Donno
<p style="text-align: justify;"><strong>LECCE</strong> | Finalmente è serie A. Il Lecce torna in serie A dopo un campionato al cardiopalma, 46 partite, condite da 93 punti, ben 75 reti all'attivo e sole 31 al passivo. Dopo due anni di purgatorio si unisce a Chievo e Bologna già nella massima serie da due settimane, completando il terzetto che sostituirà Parma, Livorno ed Empoli. È dunque andata secondo le previsioni della vigilia e secondo logica, con i salentini che erano finiti al terzo posto al termine della stagione regolare e non erano riusciti a conquistare la promozione diretta nonostante gli 83 punti conquistati. Ci sono volute altre quattro partite, con tre vittorie e quest'ultimo pareggio per dare ai pugliesi ciò che spettava loro per meriti acquisiti sul campo al termine del campionato regolamentare.<br />La partita non è stata, occorre dirlo, di eccelso livello, come spesso accade in queste occasioni, davanti ad un «Via del Mare» stracolmo in tutti i settori, si contavano 32mila presenze, tra cui solo una trentina di tifosi giunti da Bergamo. Il Lecce è andato subito in vantaggio, dopo soli 8 minuti con un'azione esemplare del tipo di gioco dei giallorossi in questa stagione, una palla recuperata a centrocampo e lancio in verticale per Tiribocchi che inventa un tocco smarcante per Abbruscato, che entra in area e infila il portiere Marchetti alla sua destra.</p>
<p style="text-align: justify;">Così i salentini, che già godevano del vantaggio della vittoria in trasferta, e del migliore piazzamento in classifica, hanno potuto impostare le azioni a loro piacimento. L'Albinoleffe, per l'intero primo tempo, a parte i lampi con Cellini al 36', fermato ottimamente in uscita da Benussi, e una ventina di minuti della ripresa, non ha trovato risposte efficaci, intestardendosi in un gioco aereo, lunghi lanci dalla difesa, che non è nelle corde degli attaccanti bergamaschi, bravi a giocare con palla a terra e rapidi scambi. A ciò si è aggiunto la serata di luna davvero storta di bomber Cellini, l'ombra del giocatore visto per tutto l'anno e sostituito dal compagno di reparto Ferrari dopo un quarto d'ora della ripresa.<br />Il Lecce si è limitato a controllare, esagerando un po’ nell'atteggiamento rinunciatario, tanto da subire al 73' la reazione dell'Albinoleffe, culminata nel gol dell'1-1, nato in maniera fortuita, dopo un tiro sbilenco di Bonazzi che ha smarcato in area la punta Ruopolo, che a tu per tu con il portiere Benussi ha fatto centro rimettendo in equilibrio la partita, ma non ancora la serie A. I bergamaschi, in riserva di energie non hanno più saputo imbastire azioni in grado di impensierire Benussi. Nel finale <em>standing ovation</em> per chi entra e per chi esce, su tutte, quella riservata al cileno Valdes, che lascia il club salentino affermando nel post-gara: «Vado via soddisfatto perché so di aver dato sempre il massimo».</p>
<p style="text-align: justify;">E così, dopo cinque minuti di recupero, lo stadio di «Via del Mare» è esploso in un urlo di gioia per la conquistata promozione, con i giocatori di entrambe le squadre stremati per lo sforzo fisico, ma soprattutto nervoso e psicologico subito per quasi undici lunghissimi mesi, compresi i ritiri estivi.</p>
<p style="text-align: justify;">Un coro univoco di 30mila persone che gridava «Serie A, serie A!», e poi i calciatori che si sono riversati dapprima sotto la curva nord, e poi completando il giro di tutti i settori, esultando per questa strepitosa, quanto sofferta promozione. Successivamente anche l'allenatore Papadopulo e il presidente Giovanni Semeraro sono stati «trasportati» sotto la curva nord per una festa che era soltanto all'inizio.</p>
<p style="text-align: justify;">È continuata, infatti, per tutta la notte la festa nella città salentina, letteralmente invase da un cordone umano, le due piazze, dall'anfiteatro in Piazza S. Oronzo, a Piazza Mazzini passando per viale Salvatore Trinchese e tutte le vie limitrofe, erano strapiene di tifosi con fumogeni, bandiere, sciarpe e striscioni inneggianti la promozione e i colori giallorossi, e per alcuni temerari, circa una ventina, non è mancato il tuffo nella fontana di piazza Mazzini, uno dei simboli di questa promozione, dato che la gara è stata trasmessa al maxischermo, a due passi dalla fontana, per coloro che non erano riusciti a trovare per tempo il biglietto della finalissima. Poi la notizia-sorpresa che pochi si aspettavano, ovvero l’arrivo nelle due piazze principali del paese di un pullman scoperto con i protagonisti di questa stupenda cavalcata, con a seguito mogli, compagne e figli.</p>
<p style="text-align: justify;">Tra i più sfrenati proprio lui, il 60enne mister Papadopulo, che indossava un maglia significativa con la scritta «A come Antonio» con il chiaro riferimento allo sfortunato magazziniere Antonio de Giorgi, scomparso prematuramente. Un Papadopulo mai domo e mai stanco su quel pullman, ad intonare cori di sfottò ai cugini baresi, senza risparmiare nemmeno il loro allenatore Antonio Conte, e poi Schiavi ed il salentino doc Andrea Esposito, con il loro stendardo, simbolo della serata «ciAo Bari», tra gli altri scatenati sul mezzo su tutti Abbruscato, Corvia, Benussi e Zanchetta, travolti dall’onda dei tifosi che ha quasi devastato per la gioia il mezzo che conduceva i campioni in trionfo seguendolo in ogni dove e facendosi inondare dai fiumi di spumante che venivano «sparati» sulla folla dai calciatori.</p>
<p style="text-align: justify;">In nottata, quando i festeggiamenti erano al clou, alle due circa, l'arrivo del sorridente sindaco Paolo Perrone in piazza Mazzini in mezzo ai tifosi giallorossi. Il verdetto della stagione regolare è stato, dunque, rispettato. Tre squadre si sono distinte su tutte per continuità, e più delle altre hanno meritato le prime tre piazze: Chievo, Bologna e Lecce.</p>
<p style="text-align: justify;">L'Albinoleffe esce comunque con l'onore delle armi, un campionato mai pronosticato, per un piccolo club, che ha vinto comunque nonostante la non promozione in serie A. È stata la vera sorpresa di quest'anno e ha messo in mostra giocatori d'eccellenza, su tutti Marco Cellini e il portiere Marchetti, che sono oggetto d'interesse di molte squadre titolate. Ha combattuto fino alla fine, anche quando le forze sono venute meno e ha regalato ai suoi tifosi in quest'ultimo incontro un quarto d'ora di speranza dopo la rete di Ruopolo. Complimenti anche al Pisa, ma soprattutto complimenti al Lecce, nella speranza che questa volta l'arrivo in serie A, non sia solo una comparsata.</p>