<p style="text-align: justify;"><strong>UGENTO</strong> | L'hanno ammazzato sotto casa,
con dieci coltellate. Ma la dinamica dell'accaduto, a poche ore da
quello che pare essere un omicidio a tutti gli effetti, non ha ancora
un seguito. Giuseppe Basile, 61 anni, ex imprenditore edile, e da
tempo impegnato in politica all'interno del partito di Antonio Di
Pietro, l'Italia dei Valori, è morto a pochi metri dal portone
della sua casa. Dieci colpi, si diceva, inferti con un coltello che
ha picchiato forte sul torace, fino a lasciarlo steso a terra, senza
respiro. Non un movente, né un'arma. Quella del delitto non è
stata ancora trovata.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Ciò che si sa, è che
Basile è stato colpito proprio a pochi metri dall'ingresso
della sua abitazione, in via Nizza, a Ugento. Da una prima
ricostruzione, Basile stava per rientrare a casa quando, da lì
vicino, una o due persone l'avrebbero chiamato per avvicinarlo. Ma
quale movente ha condotto l'assassino a compiere un gesto simile con
quella determinazione? Le ipotesi sono tante, e tante sono le persone
che vengono ascoltate in questo momento da polizia e carabinieri, che
si sono divise le indagini in modo da non tralasciare alcuna pista.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Basile era solito, il sabato sera,
uscire di casa per andare in qualche locale a divertirsi o per
scambiare quattro chiacchiere di politica. E proprio ieri, in
occasione della visita di Papa Benedetto XVI, in Salento, a Santa
Maria di Leuca, i colleghi della politica lo hanno aspettato, ma lui
non è andato, perché, stando alle parole di chi lo
conosceva bene, «amava la compagnia e ci sarebbe voluto andare
con qualcuno». Una donna, per esempio. E che si tratti di un
delitto passionale, è solo una delle tante ipotesi. Ieri sera,
Basile in una telefonata con l'amico Silvio Fersini, di Gemini, aveva
concordato di andare a divertirsi in un locale. Fersini, a quanto è
dato di sapere, in un primo momento non avrebbe accettato perché
vive una situazione familiare delicata, col figlio più
piccolo, di appena cinque anni, affetto da una grave emorragia
cerebrale che non gli permette una vita normale. Il piccolo, infatti,
ha bisogno continuamente di essere assistito dai genitori, che sia il
padre o la madre poco importa. Quella sera, infatti, la moglie di
Fersini, gli ha detto che sarebbe potuto andare con Basile a
divertirsi, che al bambino ci avrebbe pensato lei. Attualmente,
Fersini è scioccato da quanto accaduto, «perché –
dice – se ci fosse stato anche lui in mezzo con Basile», e
ipotizzando che al posto di un coltello, i suoi assassini avessero
avuto la pistola, non ci sarebbe stata molta differenza ad ammazzarne
uno o due.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Fersini ama definirsi un «missino»,
di quelli vecchio stampo, che non hanno mai scelto di cambiare
appartenenza politica, anche quando quel simbolo da Movimento Sociale
Italiano diventò Alleanza Nazionale. E nonostante le diverse
idee politiche, Fersini era molto amico di Basile, a tal punto che
gli dava suggerimenti sul modo di fare opposizione, e su quali punti
concentrare la sua attenzione per dare del filo da torcere alla
maggioranza dell'assise comunale, quella di centrodestra di Eugenio
Ozza. Un'amicizia, la loro, accomunata dalla passione per la
politica, e per il bene del paese, della comunità di Ugento e
frazioni.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Dopo aver giocato a carte, all'Euro
Bar, Basile ha ricevuto una telefonata da Fersini. Erano le otto. A
quel punto, Basile avrebbe invitato l'amico in un noto locale serale
di Torre Pali, l'albergo Le Voilier. E Basile, a tal
proposito, che era separato da tempo dalla moglie Ada Cairo, quella
sera, in tutta spensieratezza, con l'amico d'ogni tempo si era recato
lì per mangiare al ristorante e intrattenere una piacevole
serata con gli amici. Seduto a un tavolo di circa otto o nove
persone, Basile aveva consumato delle pietanze a base di formaggio,
per poi bere un bicchiere di braghetto, un vino frizzantino. Il suo
animo generoso ed ospitale, lo avevo poi portato ad offrire a tutti
gli amici il delizioso vino, quasi senza badare a spese. Insomma, era così
con tutti. Cordiale e gentile. Intanto, Basile a quel tavolo sedeva
con una donna di Collepasso, vedova di 52 anni. A quanto pare, le
voleva molto bene a tal punto da essere intenzionato ad instaurare
con lei una relazione seria.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Uscito dal locale, dopo essersi
congedato con gli amici e con la donna, sarebbe andato via con
l'amico Fersini, a bordo della sua auto, una Fiat Panda di colore nero. In
quel momento, però, Basile era agitato, in quanto da fumatore
qual era, aveva finito le sigarette e stava vivendo una piccola crisi
d'astinenza. Il ritorno a casa, per l'amico, è per l'una e un
quarto. Da quel momento non si hanno più testimonianze, se non
quelle dei vicini che lo hanno trovato riverso per terra, nel sangue.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">In paese, intanto, i cittadini
escludono il movente passionale, perché la donna era vedova e
non poteva avere un marito geloso. Per questo, al vaglio degli
inquirenti c'è anche la pista politica.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Giuseppe Basile, da tempo, era
impegnato sui temi ambientali, a tal punto che, da consigliere
provinciale di maggiorenza, e d'opposizione nell'assise comunale,
aveva avuto incarichi non poco rilevanti. A Palazzo dei Celestini era
capogruppo, e componente delle commissioni consiliari a Patrimonio
lavori pubblici, Gestione territoriale, Ambiente e risorse naturali
ed energetiche.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Con l'amico, Basile intratteneva
discorsi d'ogni tipo. Sul tema della politica si interessava, in
particolare, della progettazione di una nuova discarica, nei pressi
di Gemini (Ugento), a pochi metri dagli abitanti del luogo. Dopo la
discarica di Ugento, a quanto pare, Basile era impegnato a studiare
l'impianto che si sta progettando per la biostabilizzazione dei
rifiuti, «il quale – racconta Fersini – potrebbe anche
essere sede in futuro di altri rifiuti, dal momento che, sul cartello
si legge una clausola tra parentesi che stabilisce che quella
discarica potrebbe essere utilizzata anche come “discarica di
soccorso”».</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Basile, nel momento in cui veniva a
conoscenza che qualcosa poteva turbare la tranquillità della
sua comunità, prendeva a cuore le questioni, fino a usare
termini poco diplomatici. Inoltre, tra le tante cose di suo
interesse, c'era pure la costruzione di un parco vacanze, una sorta
di villaggio residence, con appartamenti, ampie finestre nei pressi
di Torre Mozza-Torre San Giovanni, verso cui lui, a quanto se ne sa,
non era d'accordo alla sua realizzazione. C'è poi un ennesimo
tema, quello delle consulenze, oggetto di discussione dell'ultimo
consiglio comunale. Anche in questo caso, Basile aveva esercitato una
forte e convinta opposizione. Per il momento, si aspetta l'autopsia
di domani, in cui il medico legale Alberto Tortorella cercherà di fare ulteriore
chiarezza.</p>