Data pubblicazione: 04/10/2008 | CRONACA
Estorce denaro, ma aveva anche tentato il furto di un'auto: custodia cautelare
Lecce. Ulteriore misura restrittiva per Augusto Capoccia, 42 anni, leccese. L'uomo, già noto per precedenti alle forze dell'ordine, ha ricevuto una notifica di custodia cautelare in carcere, perché resosi responsabile di un'estorsione del settembre 2007.
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>LECCE</strong> | Venne
arrestato per un tentato furto d'auto lo scorso 23 agosto, dopo un
inseguimento in città che aveva seminato il panico tra
passanti e automobilisti. Aveva praticamente messo ko il traffico
cittadino, perché dopo essersi intrufolato in auto si è
dato alla fuga, sperando di non essere preso. Poi, dopo essere stato
inseguito prima da un parente della vittima e poi dai poliziotti, si
è ritrovato con le manette ai polsi. Quella fuga si era
perpetrata prima lungo via Dell'Abbate, angolo via San Cesario, poi
dopo aver percorso via Raffaello Sanzio, via Corvaglia, fino in via
Giacomo Puccini, il ladro a bordo di un'utilitaria, prima si fece
tamponare dal suo inseguitore che da poco lo aveva raggiunto. Poi,
nonostante tutto, riprese la fuga in direzione di via Vecchia San
Cesario, ma giunto in via Della Quercia, dopo aver compiuto una
manovra piuttosto pericolosa, effettuò un'inversione a «u»,
per poi essere acciuffato poco dopo. In sostanza è questo
quello che successe e Lecce nel mese di agosto, in piena estate. Solo
che ora, per Augusto Capoccia, di 42 anni, leccese, è arrivata
la notifica di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, in
quanto resosi responsabile di un'estorsione compiuta nel settembre
del 2007.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">L'arresto è stato
perpetrato ieri, e si riconduce questa volta a un'estorsione
perpetrata ai danni del titolare di un esercizio commerciale di
Lecce. L'uomo, circa un anno fa, avvicinandosi al titolare
dell'esercizio commerciale, gli chiese 100 euro. Tra l'altro
ottenendone il pagamento, a seguito di presunte intimidazioni che
Capoccia avrebbe rivolto al titolare. Per ricevere quei soldi, gli
disse che gli servivano perché «doveva aiutare un amico
in carcere», e ancor peggio indicando il figlio del titolare
del negozio gli disse che aveva un bel figlio, quasi a rassicurarlo
che da quel momento «non sarebbe stato più toccato da
nessuno». Capoccia, attualmente, si trova presso la casa
circondariale leccese di Borgo San Nicola, proprio a seguito
dell'arresto eseguito dagli agenti di polizia della Squadra volanti
della Questura di Lecce, che lo arrestarono in flagranza di furto.
Come detto, fu fondamentale l'intervento tempestivo del parente della
vittima del furto, una donna cognata dell'inseguitore, che scesa
dall'auto, una Opel Corsa di proprietà, per salutare moglie e
figlia, aveva lasciato le chiavi nel cruscotto. Una distrazione che
si rivelò particolarmente determinante. Insomma, all'epoca dei
fatti, Capoccia, approfittando di quanto accaduto si intrufolò
a bordo dell'Opel Corsa fino a cominciare la sua folle corsa.
Intanto, il cognato della vittima, subito allertato, senza perdere
tempo si mise al volante dell'auto, un Opel Astra station wagon
dandosi all'inseguimento. Le indicazioni fornite dalla vittima nei
giorni successivi, corroborate dalla puntuale attività
investigativa, hanno fatto sì che Elsa Valeria Mignone,
pubblico ministero, chiese la misura cautelare in carcere, che il gip
Vincenzo Scardia ha ritenuto meritevole di applicazione.</p>