Data pubblicazione: 03/10/2008 | CRONACA
Indagata una donna leccese per pedo-pornografia. Forse c’è la mano del figlio 17enne
Un’operazione a livello nazionale, dedita al contrasto della pedo-pornografia, ha iscritto nel registro degli indagati una donna 45enne leccese, intestataria di una linea telefonica. Forse a scaricare dal programma E-mule file pedo c’entra il figlio.
<p style="text-align: justify;"><strong>LECCE</strong> | Tre persone sono state arrestate con l’accusa di pedofilia. Si è conclusa nella giornata di oggi una maxi-operazione per contrastare il fenomeno della pedofilia online a livello nazionale. Le indagini furono aperte dalla polizia postate di Reggio Calabria, e si sono concluse con l’arresto di tre persone tra Lazio e Veneto. In tutto sono state eseguite 18 perquisizioni domiciliari nella Puglia, Campania, Calabria, Abruzzo e Veneto. Ad essere indagata per detenzione e divulgazione di materiale pedo pornografico, un impiegato statale, 45enne, residente a Lecce. Nella mattinata di ieri, gli agenti della postale, dopo aver denunciato una donna, intestataria di una linea telefonica, hanno indagato sul figlio 17enne, che secondo gli investigatori, fa parte della cerchia di persone unite dal programma E-mule, che dà la possibilità di scaricare qualsiasi tipo di file messo in rete. Durante la perquisizione in casa della donna, gli agenti hanno rinvenuto in un cassetto della camera da letto del figlio oltre 100 cd, dvd e alcuni floppy disk che ora saranno visionati per scoprirne il materiale contenuto. Del fatto i genitori non sapevano nulla. Attualmente è indagata la donna, proprietaria del numero telefonico, ma dopo la visione del materiale sequestrato, la procura potrebbe aprire un fascicolo iscrivendo il minorenne nel registro degli indagati. Durante l’operazione eseguita in tutta Italia, sono state arrestate tre persone colte in flagranza di reato, in loro possesso vi erano alcuni file pedo-pornografici.</p>