Data pubblicazione: 03/10/2008 | POLITICA
«Un contenitore d'impresa come propulsore di sviluppo delle idee giovanili»
L'economia locale lancia segnali preoccupanti. Occorre maggiore impegno da parte delle istituzioni. Promuovere il «Piano Strategico» e creare un «Incubatore d'impresa». Magari nel Chiostro dei Carmelitani. Questa la proposta di Agostino Indennitate.
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>NARDÒ</strong> | «I
dati statistici rilasciati dalla Camera di Commercio di Lecce
riguardo all'economia locale forniscono cifre che richiamano alla
massima attenzione». A sottolineare ciò è
Agostino Indennitate, dirigente del circolo territoriale di An, che
spiega: «All'inizio del 2008 il tasso di sviluppo nella Città
di Nardò era del «meno 1,7 pr cento» contro il
«meno 0,3 per cento» dell'anno scorso ed il «più
0,3 per cento» di due anni fa. Nel corso dell'ultimo trimestre
c'è stato un discreto recupero (+1 per cento) ma ciò
non può lasciare tranquilla la città. Ad incidere,
probabilmente, è stato l'andamento generale dell'economia e le
politiche nazionali degli scorsi anni. Di fronte a questa fragilità,
peraltro comune a diverse aree del Salento, la città di Nardò
è chiamata a fare uno sforzo in più, corale, che
impegni i tanti esponenti politici legati al territorio e,
soprattutto, che chiami alle armi l'amministrazione comunale».
Contro il basso dato di sviluppo, insiste: «Oggi siamo ad un
punto in cui la città non può permettersi distrazioni:
bisogna strutturare il futuro. Rilanciare, ad esempio, l'idea del
«piano strategico» meritoriamente coltivata da Nuovocorso
e ad oggi rimasta un urlo nel vuoto. È essenziale avviare un
serio lavoro di attrazione degli investimenti, di quelli veri, che
non depauperano il territorio ma che, al contrario, fanno bene e
creano occupazione. È necessario lanciare un serio lavoro di
marketing territoriale, che non sia solo taralucci e mare ma che miri
a coinvolgere, qualificare e sostenere le imprese locali. Stimolare
la nascita e la sopravvivenza di quelle nuove. Sarebbe utile
realizzare un incubatore per le piccole imprese, vera linfa
dell'economia salentina e punto d'orgoglio della città Nardò.
Basti pensare ad esempio, a Gianni Calignano, Federico Primiceri,
Gianni De Benedittis, che tengono alto il valore del Made in Italy
nel mondo, creano economia qui nei nostri territori ed inorgogliscono
i neretini. O, almeno, una buona parte di questi».</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Poi conlude: «Una
buona azione di governo locale dovrebbe sostenere queste esperienze e
lavorare perché si moltiplichino, come ha fatto il comune di
Lecce con l'ottenimento della «Zona Franca». Il primo
impegno della politica dovrebbe essere questo: aiutare i propri
«figli» ad affermare se stressi. Un incubatore d'impresa,
quando funziona bene, ha questa funzione: sostiene i giovani
professionisti e le imprese nella fase di start-up, ne accelera lo
sviluppo e migliora, al contempo, il tessuto sociale del territorio.
Ci sono esperienze simili in moltissime città italiane, anche
nel ricco nord. L'incubatore d'impresa di Bergamo, ad esempio, ha due
sezioni: una generica ed una tematica, dedicata al turismo. Nella
sezione tematica vengono accolte idee ed iniziative imprenditoriali
finalizzate alla valorizzazione del territorio provinciale in ottica
turistica. Esse sviluppano il territorio e ricevono in cambio servizi
d'accelerazione d'impresa, come connettività, consulenze,
collegamenti internazionali, ecc. A Novacchio, in provincia di Pisa,
ce n'è uno veramente speciale, che mette in rete piccole
imprese tecnologicamente avanzate con centri di ricerca ed università
e come non pensare al polo d'eccellenza dell'università di
Lecce?» Poi fa un'ulteriore proposta: «Nel centro storico
si stanno per rendere disponibili alcuni spazi, come il Chiostro dei
Carmelitani o la già semivuota ex pretura. Utilizziamoli per
dare vita ad un contenitore d'impresa. Potrebbe essere un inizio ed
avrebbe anche la funzione di rivitalizzare il centro storico».</p>
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