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Tricase. Tredici clandestini provenienti dall'Iraq sono stati identificati dai carabinieri e finanza della compagnia di Tricase. In particolare, tre di loro, sono riusciti a salire sul treno per il capoluogo, ma sono stati bloccati a Spongano.

TRICASE | Tredici clandestini, provenienti dall'Iraq, tutti bloccati e identificati. Sarebbero giunti in Italia probabilmente per cercare lavoro, in una terra che, come si sa, guardandola alla tv, promette sempre grandi cose. Però, alla luce di quanto successo negli ultimi anni, e visto che questi signori erano praticamente privi di qualunque documento che li autorizzasse a stare nel Belpaese, i carabinieri hanno proceduto all'identificazione, non appena giunta una telefonata di preoccupazione alla sala operativa locale. In pratica, alle 5,45 di questa mattina, i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Tricase ha bloccato i primi tre clandestini nei pressi della stazione ferroviaria. Poi successivamente, alle 7,20, la centrale operativa di Tricase ha ricevuto una telefonata in cui si faceva notare la presenza di ulteriori cinque clandestini in via Claudio Monteverdi, che stavano aspettando di salire a bordo del treno per Lecce. Questi ultimi sono riusciti a partire alla volta del capoluogo, ma i carabinieri li hanno bloccati alla successiva fermata ferroviaria, nella stazione di Spongano. Attualmente si sta procedendo ai rilievi fotosegnaletici.   A quanto è dato di sapere, nel fermare i clandestini sono stati impegnati anche i militari delle fiamme gialle che questa mattina li hanno individuati. Sul tratto di costa tra Tiggiano e Gagliano del Capo, sempre questa mattina, sono sbarcati i tredici extracomunitari, apparentemente in buona salute, con un'imbarcazione non ancora rinvenuta. I militari della tenenza della Guardia di finanza di Tricase, coordinati dal comando provinciale delle fiamme gialle leccese, li hanno rinvenuti sul litorale salentino intorno alle 6,30, e in queste ore stanno procedendo alle operazioni di identificazione. Si presume siano tutti di origine irachena, dato che non parlano né la nostra lingua né quella inglese. Questo comporta un grosso ostacolo per il riconoscimento, tanto da richiedere l'ausilio di un interprete della lingua. Le indagini intanto proseguono per il ritrovamento dell'imbarcazione utilizzata, in cui sono impegnate le unità aeronavali.

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