Data pubblicazione: 01/10/2008 | ATTUALITÀ
Il Comune di Trepuzzi scopre una targa commemorativa in onore dei caduti di Nassirya
Continua l’opera commemorativa degli italiani caduti a Nassirya, nel corso dell’attentato, avvenuto il 12 novembre 2003, in cui persero la vita 28 persone, tra civili e militari. Ad onorare i caduti presenti autorità civili e militari.
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>TREPUZZI</strong> | Sono
trascorsi cinque anni dalla tragica vicenda che visto coinvolti 28
connazionali, durante l’attentato di Nassirya, avvenuto nel corso
della guerra in Iraq, il 12 novembre 2003. In occasione
dell’anniversario della loro morte, il Comune di Trepuzzi, in
presenza delle autorità civili e militari, scoprirà una
targa in loro onore, in particolare del concittadino <strong>Alessandro
Carrisi</strong>. La cerimonia, prevista per il 3 ottobre alle 10,30, si
aprirà con la celebrazione della santa messa nella chiesa
matrice del comune leccese, celebrata dal cappellano militare. A
seguire, lo schieramento del picchetto d’onore di fronte all’aula
consigliare, la scopertura della targa commemorativa, la benedizione
e gli onori militari. A conclusione della cerimonia, il discorso
dell’autorità militare e, a seguire, il discorso
dell’autorità civile.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">«Si tratta di un
tributo ai caduti di Nassirya - sottolinea il sindaco <strong>Cosimo
Valzano</strong> - perché, dopo quasi cinque anni, nella nostra
memoria sono ancora vividi lo sgomento e il dispiacere di quel
giorno. Ricordiamo con questa targa il giovane caporal maggiore
Alessandro Carrisi, trepuzzino morto durante l’attentato di
Nassirya, e gli altri nostri militari caduti mentre svolgevano il
loro dovere nelle missioni all’estero. Per il tramite di Alessandro
e dei caduti di Nassirya ricordiamo tutti i nostri figli e fratelli
che hanno sacrificato la vita e, in un certo qual modo, celebriamo
tutti gli altri che servono la nostra Patria prestando servizio
all’estero. Si tratta sì del ricordo di giovani morti
durante una guerra, ma di morti per la pace, perché la targa
vuole essere un ricordo ma anche un monito per la pace, per la
creazione di una reale cultura della pace poiché, come diceva
Ernesto Balducci, “La possibilità di un futuro è
legata a una condizione, quella della transizione da una cultura di
guerra a una cultura di pace” e noi proprio questa cultura di pace
vogliamo costruire». <em>(m.p.)</em></p>