Data pubblicazione: 30/09/2008 | CRONACA
«Basta toni polemici». Sul caso Basile interviene monsignor Vito De Grisantis
Ugento. Monsignor Vito De Grisantis, vescovo della diocesi di Nardò-Santa Maria di Leuca interviene sul caso Basile: «Le parole dell'omelia della messa dei Santi Medici sono state distorte». E difende l'operato di don Stefano Rocca.
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>UGENTO</strong> | Sul caso
Basile, l'ultimo appello in ordine di tempo arriva dalla Chiesa. Il
vescovo della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, monsignor Vito
De Grisantis, questa mattina ha rilascato una dichiarazione nella
quale punta il dito contro l'uso mediatico che si è fatto
delle sue parole dell'omelia nel giorno dei Santi Medici.
Probabilmente, quella di oggi, sarà l'ultima dichiarazione del
vescovo sull'efferato omicidio del consigliere dell'Italia dei
valori, Peppino Basile, ucciso nel mese di giugno davanti casa sua a
Ugento la notte del 15. Un appello chiaro e forte, quello del
vescovo. De Grisantis non accetta tutto ciò che si è
venuto a creare, né tantomeno il modo in cui a livello
politico si è trattato il caso. Con telecamere, e microfoni
dei giornalisti sempre in attesa di una notizia nuova. Intanto, il
panorama che si prospetta in città è piuttosto
delicato. Giorni fa, il parroco della comunità ugentina, don
Stefano Rocca, ha ricevuto un atto intimidatorio, per via del suo
spirito dedito alla legalità, sicuramente da stimolo verso
quei cittadini che hanno visto qualcosa, ma che forse non hanno
ancora parlato. Minacce al parroco, che di riflesso si sono rivolte
alla comunità, quasi a dire che chiunque sapesse qualcosa è
tenuto a farsi i fatti propri. Ed è per questo che la città
si è chiusa, non parla, e non si riesce a dare una svolta alle
indagini. De Grisantis, intanto, nella sua nota di questa mattina è
stato chiaro: dice di essere vicino a don Stefano, del quale ha
sempre condiviso il suo modo di agire, discreto ma determinato, e ha
detto che non rilascerà più, d'ora in avanti, sul caso
Basile, alcun tipo di dichiarazione.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>LE PAROLE DEL VESCOVO</strong> | «In questi giorni un forte clamore mediatico è stato
riservato nella nostra provincia alla situazione di Ugento, a partire
dalle affermazioni che ho fatto nell’omelia dei Santi Medici,
alcune distorte dai giornali staccate dal loro contesto, e
continuando poi con affermazioni e dichiarazioni di altri interessati
alla vicenda. Tengo a ribadire quanto segue: innanzitutto che compito
della Chiesa è quello di annunciare il Vangelo, buona notizia
dell’amore di Dio per l’uomo, ogni uomo, incarnandolo nella
realtà. Pertanto Essa non può restare inerme di fronte
al male, che offende l’uomo, da qualunque parte esso provenga. Il
male si combatte innanzitutto con la vita di preghiera e con le armi
della fede, poi con la riflessione e il dialogo, infine con la
denuncia, il cui fine è sempre quello di stimolare a “non
lasciarsi vincere dal male ma a vincere il male col bene”
ricordando sempre come cristiani di “non rispondere mai al male col
male, all’offesa con l’offesa». Poi continua: «Ribadisco
la completa fiducia nei confronti di Don Stefano Rocca, che ho
appoggiato e appoggio nella sua richiesta di non lasciare cadere il
silenzio sull’omicidio Basile, di collaborare da parte di tutti
alla giustizia e di operare sempre e dovunque a favore della
legalità, a cui educare come espressione, per noi, del
comandamento dell’amore verso tutti e il bene comune. Fin qui il
suo compito. Tocca ora a chi di dovere, alle varie organizzazioni
laicali, a cominciare dal neonato “Comitato pro Basile”, alle
varie istituzioni politiche e sociali a ciò deputate, ai
genitori, alla Scuola fare in modo che questi appelli non cadano nel
vuoto. Allo stesso tempo sottolineo il profondo rispetto per le
autorità civili che governano la città di Ugento, alle
quali chiedo di proseguire con maggiore, concorde e deciso impegno a
lavorare per la costruzione del bene comune rifuggendo sempre
interessi di parte». Poi conclude: «Grande rispetto anche
per le forze dell’ordine e della magistratura, impegnate in questi
mesi a comprendere gli intrecci e le situazioni, che hanno macchiato
Ugento di un delitto così grave come quello del consigliere
Basile. È mio profondo desiderio che vengano smorzati gli
accesi toni delle polemiche, e superata con la buona volontà
di tutti questa situazione di conflittualità vera o presunta,
sulla quale si è generata una eccessiva attenzione mediatica.
Per cui d’ora in poi non non concederò interviste su questa
vicenda».</p>
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