ACAYA (VERNOLE) | Un grave atto vandalico si è perpetrato nella notte nella cittadina di Acaya, tanto da aver distrutto un telone e danneggiato il paramento murario dell'ingresso. Si tratta di un telone piuttosto grande che è stato dato alle fiamme grande 6 metri per 3, sul quale c'era la pubblicità della mostra di Alvaro Siza, e che era stato posizionato sulla facciata della porta monumentale di ingresso della cittadina fortificata. Una mostra che andrà avanti fino al 30 ottobre, e che per questo motivo avrebbe fatto sì che quel cartello promozionale fosse rimasto lì ancora un po'. Acaya, come si sa, è frazione di Vernole, piuttosto conosciuta per essere appunto una cittadella fortificata abbastanza originale, una particolarità di bellezza nel Salento. Dopo l'incendio del telone, effettuato da vandali questa notte, e che è andato completamente distrutto, anche il paramento murario dell'ingresso è stato danneggiato, a causa della plastica fusa dal calore e dall'intenso fumo sprigionatosi dall'incendio. Il sindaco della città, Mario Mangione, chiaramente ha sporto denuncia ai militari della stazione locale dei carabinieri, sperando che loro possano risalire all'autore del atto vandalico. «Un gesto ignobile» sottolinea il sindaco, che aggiunge: «Oltre al danno materiale, la comunità di Acaya, quella del Comune di Vernole ed immagino dell'intera comunità salentina, depreca fortemente il gesto di grave violenza e spregio agli sforzi da tante parti profusi per riordinare ed offrire un'immagine del Salento civile e decorosa. Per questo, l'atto vandalico vituperato ferisce moralmente le coscienze di tutti coloro che hanno a cuore la dignità di un popolo e di un territorio, oltre che l'aspetto estetico dello stesso».
LE MURA DI ACAYA | Acaya è l'unico esempio che abbiamo nel meridione di città dalle mura fortificate. Le mura furono realizzate con principi compositivi di sobrietà ed efficienza protettiva. L'agglomerato urbano è di forma quadrata, che da una parte all'altra dei bastioni misura 228 per 234 metri. Il perimetro della struttura è scandito dai tre bastioni posti sui lati nord, est e sud, mentre sul quarto lato ad ovest si trova il castello. I bastioni, cosiddetti dai «fianchi ritirati», danno una forma pentagonale alla struttura. Tra i tre, quello più maestoso è quello che si trova a nord ovest della struttura. La cinta bastionata è stata costruita su un banco calcarenitico di un'altezza che varia dai 2 metri e ottanta, a i 4 metri e venti. I conci di pietra leccese che si notano sono stati realizzati dallo scavo del fossato. I tre imponenti bastioni lanceolati furono realizzati dall'architetto Gian Giacomo che adottò questa tecnica per la prima volta, nel 1500.