Data pubblicazione: 14/06/2008 | CRONACA
«Senza stipendio non lavoriamo». E la città potrebbe diventare la nuova Napoli
Sfilano i mezzi con a bordo il
personale di Aspica. 150 lavoratori minacciano di lasciare la città
in mezzo ai rifiuti. Il debito aumenta e le mensilità non
vengono versate. E si potrebbe arrivare ai giorni del collasso.
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<p style="margin-bottom: 0cm;"><strong>LECCE</strong> | L'azienda non paga gli stipendi
e loro scendono in strada a protestare. Si era saputo già
ieri, che i dipendenti dell'Aspica, ditta per la raccolta dei rifiuti
a Lecce, qualora non avessero avuto nel giro di poche ore lo
stipendio, avrebbero scioperato dopo poche ore. E così è
stato. Questa mattina, verso le 9,30, con dieci mezzi aziendali, il
personale ha dato il via alla protesta sfilando con i mezzi per le
strade del centro cittadino. I dipendenti, 150 in tutto, da oggi si
astengono dalla raccolta, facendo preannunciare che, se non si
dovesse trovare, a breve, una soluzione, Lecce possa diventare una
seconda Napoli.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;">L'intesa tra Aspica e amministrazione
comunale di Lecce, quest'ultima che aveva dato in appalto il servizio
di raccolta, ultimamente si era fatto teso. A tal punto che da
domani, 15 giugno, l'azienda potrebbe prendere la scelta definitiva
di tirarsi fuori lasciando tutto nelle mani di Ecotecnica e Monteco,
le altre due aziende che affiancano Aspica nella raccolta. L'Axa,
intanto, che da tre mesi affianca Aspica nella raccolta, non trovando
il supporto dei sindacati, potrebbe anche questa tirarsi fuori.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;">Anche a Brindisi non mancano le
proteste. Aspica si occupa della raccolta dei rifiuti solidi urbani,
mentre Ecotecnica della differenziata. Qualche giorno fa i Cobas
lamentavano il mancato pagamento da parte di quella ditta che non ha
mai ricevuto il pagamento dall'Aspica, con un arretrato, che
ammonterebbe a circa 800mila euro. E se circa un anno fa il sindaco
della città, Paolo Perrone, riuscì a bloccare la
protesta degli operatori ecologici dell'Aspica versando l'ultima
mensilità arretrata, oggi il braccio di ferro si fa più
duro. Infatti, se il Comune con un debito di 4 milioni di euro ne
voleva corrispondere solo la metà, oggi Aspica ne rivendica
circa 8 milioni che non saranno corrisposti porterà, con ogni
probabilità, ad abbandonare il capitolato.</p>