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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>CASTRO</strong> | La
Procura indaga sul comportamento di cinque dipendenti di Castro. Il
fenomeno dell'assenteismo si fa sentire ancora una volta, e lo fa nel
Sud Salento. In cinque, ora sono finiti nei guai all'interno del
Comune di Castro, perché si sarebbero assentati per questioni
personali dal posto di lavoro. A queste conclusioni, si è
giunti solo dopo una lunga attività d'indagine, a cui si è
dato avvio, solo a seguito di alcuni esposti anonimi che sono giunti
alla compagnia dei carabinieri di Tricase. Segnalazioni anonime che
avrebbero comunicato telefonicamente il comportamento di alcuni
dipendenti del Comune, che anziché stare sul posto di lavoro,
carte in mano, a disbrigare le faccende dell'«azienda»
Comune, se ne sarebbero andati in giro da parenti e amici. La
scoperta, come si diceva, è stata fatta proprio dai
carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di
Tricase, diretta dal capitano Nicola Candido, che hanno segnalato
alla Procura della Repubblica di Lecce cinque dipendenti del Comune.
Le ipotesi di reato attualmente ipotizzate sono quelle di falso e
truffa ai danni dell'ente, presso cui prestano l'attività
lavorativa. Le indagini, che sono scattate a seguito delle
segnalazioni, hanno portato i militari ad accertare l'assenza dei
cinque. Durante l'orario di servizio, in più circostanze, si
sarebbero assentati dal posto di lavoro andando a disbrigare
commissioni o a svolgere attività comunque non pertinenti con
l'attività di servizio. I dipendenti sono stati poi visti e
filmati mentre andavano a fare la spesa al supermercato, oppure
mentre erano intenti ad accompagnare parenti in altri comuni,
controllavano lo stato dei lavori di immobili di proprietà in
costruzione o, ancora, più semplicemente andavano a far visita
a parenti e conoscenti. Al momento, al vaglio della Procura,
ovviamente, sono finiti i registri sui quali i dipendenti apponevano
la loro firma per documentare che avevano preso servizio
regolarmente. Sui registri, inoltre, sono segnate oltre che le
presenze anche i permessi e le assenze degli impiegati del Comune.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Intanto, non è
certo la prima volta, che in Puglia e nel Salento si sente parlare di
questo fenomeno. Uno tra i più recenti, probabilmente risale
al 24 maggio scorso, quando la Procura di Bari, a seguito dell'avvio
di alcune indagini avviate dopo circa un anno da un esposto anonimo
inoltrato, aveva registrato le generalità di alcuni impiegati
presunti assenteisti della Regione, del leccese e del brindisino.
Dieci dipendenti della Regione Puglia, in servizio nei gruppi
consiliari negli uffici distaccati di Foggia e Lecce, furono indagati
per truffa e falso dalla Procura di Bari per essersi assentati
durante l’orario di lavoro per andare in barca con gli amici o per
fare shopping con la famiglia. Tra gli indagati c’è un
dipendente in servizio a Bari che sarebbe spesso arrivato al lavoro
con forte ritardo e che si sarebbe assentato anche per diverse ore.
L’indagine fu condotta dalla polizia, e coordinata dal procuratore
aggiunto Giuseppe Carabba che avviò gli accertamenti dopo aver
ricevuto un esposto anonimo piuttosto dettagliato. I dipendenti
indagati furono pedinati e fotografati dalla polizia durante i loro
spostamenti fuori dall’ufficio, durante l’orario di lavoro.
L’inchiesta avrebbe accertato che i dipendenti infedeli avrebbero
firmato il registro delle presenze il giorno dopo, avvalendosi in
qualche caso della complicità dei responsabili dell’ufficio.
Come da prassi, l'inchiesta dovrà appurare se dirigenti del
servizio fossero a conoscenza di quanto stava accadento nel Comune,
oppure se fossero ignari di tutto. Anche al Comune di Galatina non
son mancati dei precedenti. Si ricordi il caso di Pietro Stabile, di
56 anni, di Lecce, segnalato ai carabinieri della Compagnia di Lecce
come «un impiegato che arrivava in ufficio solo per timbrare il
cartellino». I militari nel mese di maggio scorso lo
arrestarono con l'ipotesi di reato di truffa aggravata. L'arresto, ai
domiciliari, fu disposto dal gip Ercole Aprile. Così come al
Comune di Copertino, all'interno del quale furono avviate delle
verifiche.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Il problema
dell'assenteismo, inoltre, è stato anche oggetto di analisi da
parte del quotidiano Il Sole 24 Ore. Che parlò di un vero e
proprio svuotamento degli uffici degli enti locali, a seguito di
alcune rilevazioni del 2006, condotte dal ministero dell'Economia,
dove il tasso di assenza in un anno era cresciuto del 9,3 per cento
nei Comuni e del 13,8 per cento nelle Province. In vetta alle
graduatorie degli uffici vuoti si trovò il Comune di Roma,
dove furono totalizzati 39 giorni di assenza per dipendente (escluse
ferie e permessi non retribuiti). Quando il caso arrivò alle
cronache nazionali, fu anche istituito un sito internet
(www.cittadinisoddisfatti.it) dove si può esprimere il proprio
gradimento sui servizi offerti dalla pubblica amministrazione. Dei
casi, infatti, come si sa, si interessò il ministro alla
Funzione pubblica, Renato Brunetta, che a suo tempo parlò di
«licenziamenti a raffica». Il ministro disse anche in
un'intervista a La Stampa di Torino: «Le norme ci sono, a volte
più dure persino del settore privato, ma non sono mai state
usate. Nel pubblico impiego c’è anche la cassa integrazione,
mai utilizzata anche questa. Si daranno anche incentivi e premi, e
salari più alti a chi si impegna».</p>
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