Data pubblicazione: 26/09/2008 | CRONACA
Minacce a don Stefano Rocca, arrivano anche negli uffici della Questura leccese
Ugento. Il 17 settembre scorso, a seguito di alcune lettere minatorie, il parroco di Ugento, don Stefano Rocca, aveva ricevuto anche altre minacce che risuonarono negli uffici della questura leccese. Oggi, l'intervento è di Zazzera.
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>UGENTO</strong> | «Sono
particolarmente preoccupato per quanto sta accadendo a Ugento e per
le numerose minacce che, come già era accaduto per Peppino
Basile, hanno raggiunto il parroco della cittadina del Salento, don
Stefano Rocca», a dichiararlo è l’onorevole Pierfelice
Zazzera Coordinatore Regionale dell’Italia dei Valori pugliese. «Lo
scorso 17 settembre, facendo seguito ad alcune lettere minatorie
(<a href="http://lecce.reteluna.it/portale/articolo.php?id=1084"><strong>http://lecce.reteluna.it/portale/articolo.php?id=1084</strong></a>), una
voce anonima ha chiamato il 113 della Questura di Lecce - prosegue
Zazzera - minacciando di morte in maniera esplicita don Stefano
Rocca. La voce anonima così ha riferito: «Stasira
ccitimu don Stefano quidhu ca cunta mutu (questa sera uccidiamo Don
Stefano quello che parla troppo)».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"> </p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">«Insieme al
senatore Giuseppe Caforio abbiamo informato di quanto a nostra
conoscenza il Questore di Lecce, Vittorio Rochira, e sua eccellenza
il prefetto, Mario Tafaro, i quali ci hanno assicurato di aver
convocato la Commissione provinciale e attivato gli accorgimenti
necessari. Tuttavia ho voluto interessare e coinvolgere il ministro
degli Interni - dice ancora il deputato - depositando
un’interrogazione a risposta scritta perché egli si faccia
carico di una situazione che sta diventando sempre più
delicata, e soprattutto perché ai cittadini onesti giunga
chiaro il messaggio che le istituzioni stanno dalla parte di chi
chiede verità e giustizia, di chi, come don Stefano, non si
piega all’omertà e non si rassegna al fatto che l’omicidio
di Basile resti impunito». «Invitiamo i cittadini
ugentini a stringersi intorno a don Stefano, non lo lascino solo,
come purtroppo è accaduto per Peppino Basile - conclude
Zazzera - e le istituzioni locali non si facciano schiacciare dalla
logica degli schieramenti, ma prendano le distanze dalla violenza e
aiutino le autorità a ricercare la verità in merito ad
un omicidio ormai dai risvolti inquietanti».</p>