Data pubblicazione: 25/09/2008 | POLITICA
I bambini delle scuole medie ed elementari in pericolo? «Centro di cottura non a norma»
Protesta il consigliere di minoranza, Antonio Rotundo de L'Unione. «Il centro di cottura di via Presta non è a norma». La prima conferma arriverebbe dall'Asl, secondo la quale il centro non sarebbe idoneo alla produzione di circa milletrecento pasti.
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>LECCE</strong> | I pasti
somministrati ai bambini di scuole elementari e medie non sarebbero a
norma. L'allarme giunge dal consigliere d'opposizione Antonio Rotundo
(Unione), che a suo tempo chiese all'Asl di fare controlli al centro
di cottura di via Presta: «Nel prendere atto della
comunicazione pervenutami dal Dipartimento di prevenzione della Asl -
sottolinea Rotundo - esprimo apprezzamento per la tempistica e la
puntualità con la quale gli organi competenti hanno effettuato
i controlli e per le prime conclusioni cui si è giunti sulla
struttura di via Presta 10, a Lecce. La risposta interlocutoria della
Asl alla nostra richiesta di pochi giorni fa tesa a sapere se il
suddetto centro di cottura avesse l’autorizzazione a produrre 1375
pasti giornalieri, quanti sono richiesti dal capitolato di appalto
per far fronte ai 1300 alunni delle scuole materne ed elementari ed
alle 75 unità di personale docente e non, considerato che
l’autorizzazione sanitaria rilasciata autorizza «il centro ad
esercitare l’attività per un numero di pasti proporzionato
alla potenzialità della struttura» senza però
specificare il numero dei pasti, conferma infatti le nostre
preoccupazioni. Preoccupazioni che dovrebbero essere non solo nostre
voglio dire all’assessore al ramo che avrebbe dovuto occuparsene
invece di lasciarsi andare agli insulti, in quanto la nostra
iniziativa si pone l’obiettivo esclusivo di assicurare ad un
importante e delicato servizio pubblico quale è la mensa
scolastica il massimo di sicurezza e di garantire la tutela della
popolazione scolastica. Un primo dato certo che la relazione del
Dipartimento di prevenzione ci offre quale risultato degli
accertamenti svolti in merito - conclude - è rappresentato
dalla conclusione che la struttura in questione non sarebbe adeguata
per la preparazione di 1375 pasti giornalieri. Avremo in seguito la
valutazione definitiva che la Asl si riserva di effettuare circa la
produzione massima consentita nel centro di cottura, ma ad oggi ciò
che appare evidente è l’assenza di certificazione che
attesti che quella struttura ha la capacità produttiva per
1375 pasti. Per queste ragioni chiederò ai presidenti di
convocare la X e XI Commissione di controllo per un esame
approfondito dell’intera vicenda».</p>
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