Data pubblicazione: 25/09/2008 | INTERVENTI
Loredana Capone: «Il problema dell'abuso di alcolici non si risolve con tabelle e spot»
Tabelle nei bar, pub, ristoranti, locali per i giovani. Il nuovo provvedimento che mira a sottolineare le conseguenze dell'assunzione di alcol fanno discutere. Quello che riportiamo di seguito è un intervento della vicepresidente della Provincia.
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>L'INTERVENTO DI
LOREDANA CAPONE</strong> | «Le tabelle “informative” sull’uso
ed eventuale abuso dell’alcool, diffuse a seguito dell’entrata in
vigore del decreto del 30 luglio del ministero della Salute, sono
opportune». Lo dice la vice presidente della Provincia,
Loredana Capone, che sottolinea: «Possono essere messe in
discussione le modalità e le procedure previste, possono
migliorare la “grafica” e la leggibilità delle stesse
tabelle, ma non si può contestare l’utilità di uno
strumento che va nella direzione di una migliore circolazione delle
informazioni su una materia divenuta negli ultimi anni di amara
attualità. Le riflessioni, allora, chiamano in causa altri
aspetti del problema, egualmente e maggiormente rappresentativi dei
livelli di criticità, trascurando i quali il provvedimento è
totalmente inefficace. Si tratta, in sintesi, di convincersi che
qualsiasi anomalia sociale vada studiata ed interpretata, prima di
definire le azioni correttive con i relativi strumenti. La Provincia
di Lecce, sul tema dell’abuso di alcool fra i giovanissimi, lo sta
facendo da tempo. Con il progetto «Only life con un bicchiere
in meno» sono stati coinvolti molti istituti scolastici
superiori delle aree di Lecce, Galatina, Tricase e Casarano, nei
quali sono stati distribuiti e compilati dagli studenti 9782
questionari formati da 25 domande a risposta multipla. Ne è
risultata un’indagine originale e scientificamente valida, che ci
ha fornito dati inequivocabili sulla percezione che i ragazzi
salentini hanno del problema, la loro capacità di distinguere
l’uso dall’abuso, le ipotesi sulle cause del «bere
diffuso», le reazioni alle sanzioni, il rapporto e le eventuali
affinità con l’uso di droghe, i condizionamenti dei mass
media e della pubblicità. Senza riproporre i dati principali
della ricerca, già presentata al pubblico, giornali e tv del
territorio, vorrei qui ricordare che, a fronte di una prevedibile
tendenza a considerare «circoscritto» e controllabile il
fenomeno dell’abuso, almeno due elementi risultarono incofutabili e
significativi: la differenza del consumo fra i primi giorni della
settimana e il week end (la percentuale di quanti consumano più
di due bicchieri al giorno va dall’37,50 per cento all’88,24 per
cento, se riferita al sabato e alla domenica), ed il bisogno,
sottolineato direttamente dai ragazzi, che i veri antidoti contro
l’abuso sono le campagne di comunicazione e sensibilizzazione
mirate e gli incontri informativi organizzati per l’appunto nel
«luogo» ove il ragazzo matura la sua personalità,
i suoi convincimenti, il suo ruolo sociale: le scuole».</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Loredana Capone insiste,
così, sul ruolo del progetto: «Tutto questo è
stato Only life: a parte i questionari, che sono stati preceduti da
incontri, attività di animazione, ai ragazzi sono stati
offerti momenti di socializzazione guidata, «happening»
anche fuori dell’orario scolastico, e grazie alla guida degli
esperti e dei facilitatori essi hanno alla fine realizzato dei
prodotti audiovisivi di «comunicazione sociale» da far
invidia alle agenzie di pubblicità più titolate.
Proprio nella scorsa settimana, i risultati «Only life»
sono stati illustrati come buona prassi pugliese all’interno di un
seminario di studi organizzato dall’Osservatorio regionale per le
politiche sociali alla Fiera del Levante».</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Per la vicepresidente si
tratta di un'esperienza importante: «Ho sentito il bisogno di
ricordare questa esperienza, che la Provincia di Lecce si appresta a
ripetere estendendola quest’anno anche alle scuole medie inferiori,
perché le tabelle vanno bene, ma da sole non bastano. Sono gli
stessi ragazzi a chiedere che sia la scuola il luogo ove un approccio
interdisciplinare e guidato li aiuti a distinguere i confini e a
maturare risposte diverse ai disagi sociali o semplicemente alla
voglia di emulazione tipica dei gruppi di coetanei. Le politiche
giuste per arginare questo dramma della nostra società non
devono essere assunte, dunque, solo dal ministero della Salute e non
possono riguardare solo l’inasprimento delle sanzioni nel codice
della strada o gli obblighi ad esporre le tabelle. Il ministro Meloni
pensa davvero, come altri colleghi del suo Governo, che per risolvere
un problema come l’abuso dell’alcool e gli effetti conseguenti,
sia sufficiente uno spot? Spero che anche Sacconi non si illuda che
la soluzione stia nelle tabelle».</p>
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