di Giorgio Coluccia
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>GALLIPOLI (dal nostro
corrispondente)</strong> | Il marchio che racchiude gran parte del
primato, impreziosendolo non poco: la difesa. Il Gallipoli visto in
queste prime quattro giornate assomiglia ad un bunker vero e proprio.
A prova d'urto, quasi impossibile da sfondare. Il portiere <strong>Generoso
Rossi</strong>, arrivato durante il mercato estivo, ha abbassato la
saracinesca sin dall'inizio, salvo alzarla in una sola occasione,
vale a dire nella trasferta di Potenza, quando la retroguardia
giallorossa si fece sorprendere su calcio piazzato. Una difesa da
vantare, tanto che nessuno, nel girone B di Prima Divisione, ha
saputo fare meglio. Ad un attacco che non segna proprio tantissimo (5
le segnature fin qui), fa da contraltare una difesa ormai collaudata
e ben assestata nel trio disegnato e omologato ad arte da mister
Giannini.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Il protagonista
naturalmente non può non essere il guardiano di questa porta,
che di questo passo è destinata a diventare sacra: Generoso
Rossi, 29 anni, di Qualiano (Napoli). L'ex Lecce s'è rimesso
in gioco nell'estate scorsa, accettando fin da subito l'offerta e il
progetto della società jonica. Dalla salvezza in serie A con
il Catania alla rescissione con la Triestina, sino al primato con il
Gallipoli nell'ormai andata serie C. Gegè, come suo solito, è
in prima fila anche se spartisce i meriti con i compagni di squadra:
«Il merito è di tutti, gli spazi sono chiusi sempre
molto bene e di lavoro non ne ho proprio tanto. Fin qui ho svolto
solo il mio compito come da normale amministrazione».
Scaramanzia o verità? Rossi ha le sue ragioni: «Fin qui
sono stato discreto, ma ancora non mi sento al massimo della
condizione. Ora sto al 40-50 per cento e il vero Rossi, come sempre,
si vedrà nel girone di ritorno. Poi non parliamone troppo di
questa difesa, perché più si parla bene più si
rischia di essere smentiti...».</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">La difesa si sente
protetta, alle spalle ha un «guardiano» esperto e
vincente. Quindi, gli avversari e certe situazioni fanno meno paura.
In quanto a esperienza l'estremo difensore campano è messo
davvero niente male, specialmente in serie C quella che è la
sua nuova realtà: due promozioni nei due unici campionati
disputati in serie C1 con Savoia (1998-99) e Crotone (1999-2000).
«Proverò a confermare la regola del non c'è 2
senza 3 - scherza il portiere campano - perché ci sono tutte
le premesse per riuscirci con un presidente vincente come Vincenzo
Barba. Qui sto davvero bene, ho ritrovato tanti amici dei tempi
leccesi come il direttore sportivo Gino Dimitri e il massaggiatore
Rino Soda». Dopo il pari di Castellammare, si va a Perugia
(ancora trasferte per i giallorossi che torneranno al «Bianco»
per la sfida contro la Paganese del 5 ottobre), un altro campo
ostico: «Sappiamo di affrontare una trasferta difficile contro
una squadra in difficoltà, ma sicuramente non commetteremo
l'errore di sottovalutare l'avversario. Li rispettiamo visto che
vantano diversi elementi di serie B». Ai giallorossi mancherà
Cangi, squalificato per due turni dal Giudice Sportivo, dopo il fallo
di reazione ai danni di Peluso nella partita contro la Juve Stabia.
Il Perugia vive dal suo canto una settimana cruciale, ma anche
movimentata, avendo cambiato allenatore proprio nella giornata di
lunedì. Pagliari, che ha collezionato solo una vittoria
(all'esordio, poi il buio totale) e tre sconfitte nei primi quattro
impegni, è stato messo all'uscio senza troppi fronzoli. La
classifica vede gli umbri al penultimo posto, il compito di
risollevare le sorti è stato affidato a Maurizio Sarri,
napoletano già tecnico di Sangiovannese, Pescara, Arezzo e
Hellas Verona. Un uomo di esperienza, che tanto per cominciare ha
deciso di portare i suoi, da martedì a venerdì, in
ritiro ad Assisi fino alla vigilia del match contro i salentini. Sarà
quasi un testa coda, ma per Rossi e compagni guai a prenderlo sotto
gamba.</p>
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