Data pubblicazione: 22/09/2008 | POLITICA
«Niente reparti, né macchinari per l'ospedale. La Regione faccia qualcosa»
Il sindaco di Poggiardo, Silvio Astore, torna a scrivere sull’ospedale «Francesco Pispico» con una lettera indirizzata al nuovo direttore generale, Guido Scoditti, e al direttore sanitario, Franco Sanapo.
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>POGGIARDO</strong> |
L'ospedale della città al centro di una lettera del sindaco
<strong>Silvio Astore</strong>. La missiva è indirizzata al nuovo
direttore generale <strong>Guido Scoditti</strong> e al direttore sanitario
<strong>Franco Sanapo</strong>. Secondo Astore nonostante si sia già
provveduto a segnalare lo stato di degrado in cui versa l'ospedale,
da parte delle istituzioni, non ci sarebbe stato alcun aiuto:
«Malgrado le numerose reiterate richieste di intervento
inoltrate alle istituzioni competenti nulla è stato fatto -
sottolinea Astore - se non continuare a promettere. Abbiamo sentito
parlare di rilancio e di reparti da ripristinare, di servizi da
migliorare e di nuovi macchinari da acquistare, ci ritroviamo oggi a
vedere ciò che non avremmo mai voluto. Una struttura che versa
in un drammatico stato di trascuratezza e degrado, malgrado le
notevoli potenzialità, riconosciute dallo stesso ex
commissario straordinario, legate alla sua posizione, al suo bacino
di utenza, al suo personale medico e paramedico. Dipendenti e utenti,
un intero territorio sono quotidianamente mortificati da
un’ingiustificata e drammaticamente assurda inazione».
Secondo Astore, dunque, la struttura avrebbe bisogno di una
ristrutturazione immediata, perché ci sarebbe il rischio che
da un momento all'altro possa recare danni: «Non c’è
occhio, infatti, che non veda in quale stato di indecoroso drammatico
degrado si trovi la facciata esterna della struttura, una visione
degna più di un edificio iracheno che di un ospedale di un
Paese come il nostro - insiste - Eppure ad ogni nostra richiesta si è
sempre risposto che le risorse c’erano, che erano state già
impegnate e che si sarebbe intervenuto di lì a poco. Deve
ripetersi il crollo di qualche pezzo di cornicione perché si
intervenga? Si deve come spesso accade nel nostro Paese aspettare che
il drammatico si trasformi in tragico? Che ne è poi delle sale
operatorie promesse per le quali, anche in questo caso, erano state
già stanziate le risorse necessarie che le avrebbero rese
operative e all’avanguardia aumentando i servizi e la competitività
dell’intera struttura? Il territorio pretende un impegno reale
affinchè quanto promesso si realizzi veramente per restituire
al Pispico quella dignità di cui fino ad ora è stato
privato».</p>
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