<p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><strong>GALLIPOLI </strong>| Prima dell’estate 2008, l’assessore regionale all’Ambiente e all’Ecologia, Michele Losappio, alzò la voce sul tema ambientale per proteggere Ugento, Gallipoli e Otranto. Secondo Losappio, infatti, alcune aree ambientali rischiavano e rischiano tuttora di scomparire per via di interessi economici. Il consigliere del gruppo comunale «Grande Gallipoli», <strong>Giuseppe Coppola</strong>, rende pubblica una sua lettera inviata al sindaco della città. «La recente sentenza del Tar di Lecce - dichiara Coppola - in merito alla vicenda Valtur impone, a mio avviso, una riflessione seria e costruttiva da parte del consiglio comunale, su quello che dovrà essere lo sviluppo futuro della nostra città». Riflessione seria e costruttiva se, la politica, intende assolvere a quel ruolo importante di programmazione e governo del proprio territorio, senza abdicare invece ad altri organi, sia pure autorevoli dello Stato, ma che certamente non sono deputati a quel ruolo. Non si può continuare a mantenere quelle condizioni ideali che consentono al Tar o al consiglio di Stato di emettere sentenze che, per l’importanza degli argomenti, di fatto, contribuiscono a disegnare un disordinato sviluppo della nostra città. Tanto è già successo infatti (per fare qualche esempio concreto) a causa della mancata approvazione del Piano delle Coste e così come anche per l’assenza di un adeguato strumento urbanistico per l’occupazione del suolo pubblico, che ha consentito così al Tar o al consiglio di Stato di determinare il rilascio di numerose concessioni demaniali come anche autorizzazioni per nuovi gazebi, vanificando di fatto le direttive politiche e regolamentari impartite dall’amministrazione comunale. Ed ancora - prosegue Coppola - analoga situazione si è verificata per la mancanza di un Piano regolatore Portuale che ha altresì ingarbugliato il potenziamenti strutturale della ricettività turistica. È utile ricordare che ad oggi, esiste ancora un contenzioso aperto tra il Comune e la Bleu Salento e che, alla luce del fermento in atto nel settore, la mancata programmazione da parte del consiglio comunale, potrebbe far nascere ulteriori contenziosi con un doppio danno. Il primo, in termini di elevatissimi costi di difesa legale, il secondo, forse ancor più grave, di un ulteriore ritardo nello sviluppo della città. È necessario dunque accelerare i tempi per recuperare quel ritardo che potrebbe diventare incolmabile. Il Piano regolatore è ormai vecchio e non più capace di garantire sviluppo. Serve una nuova Idea di Città in linea con le nuove e più moderne esigenze, capace di garantire sviluppo; serve dare certezza agli imprenditori desiderosi di investire a Gallipoli. Imprenditori che devono però programmare i propri investimenti all’interno di una Linea di Sviluppo che il consiglio comunale, ha il dovere di tracciare. L’invito dunque è quello di avviare, in tempi brevi, quel necessario confronto all’interno del consiglio comunale, quale organo deputato a tracciare quelle indispensabili linee di indirizzo per lo sviluppo della città».<br /><br />La questione ambiente nel Salento, non riguarda solo l’amministrazione di Gallipoli, intervengono anche i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale e Popolo delle Libertà, Nino Marmo e Roberto Ruocco, che hanno diffuso una nota sulle conseguenze ambientali al sud. «Sta crescendo nell’opinione pubblica dei territori interessati la delusione per le conseguenze delle istituzione di parchi naturali ed aree protette – commentano Marmo e Ruocco - succedutesi quasi senza respiro in questi anni segnati in Puglia dall’egemonia politica dell’area fondamentalista della maggioranza di sinistra. Parco delle Gravine, riserva di Porto Cesareo, Parco Naturale di Porto Selvaggio, Bosco Incoronata, Palude La Vela, Laghi di Conversano, Isola di Sant’Andrea e litorale Punta Pizzo, Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, Dune Costiere di Torre Canne e Torre San Leonardo, litorale di Ugento, Fiume Ofanto, Parco di Lama Balice, per un totale di oltre 64 mila ettari si sono aggiunti ai Parchi ed alle aree a vincolo già esistenti facendo della Puglia una Regione parchizzata. La conseguenza, allo stato, è l’abbandono dei territori – proseguono Marmo e Ruocco - mentre le risorse stanziate sono servite soltanto al varo di enti e poltrone, sostanzialmente fini a sé stesse. Gli incendi, in larga parte dovuti alla rarefazione coatta della presenza umana, hanno fatto il resto, arrecando all’ambiente danni devastanti, mentre nessun ristoro è venuto a famiglie di agricoltori cui è stato di fatto pesantemente decurtato il godimento delle proprie fonti di reddito e sono state bloccati, in una sorta di terrorismo oscurantista, anche progetti ed investimenti in infrastrutture assolutamente necessari per intere comunità. Di qui la nostra PDL, che non si propone di revocare alcunché ma soltanto di effettuare un’approfondita verifica, del tutto pragmatica, sul luogo e con le istituzioni e popolazioni interessate, dello stato degli atti al fine di individuare rimedi necessari o di accelerare processi bloccati. La reazione nervosa dell’assessore Losappio e di qualche organizzazione fondamentalista – concludono Marmo e Ruocco - ci ha convinti che abbiamo colpito giusto, e che abbiamo il dovere di insistere, attivando un confronto aperto e non ideologico con la comunità pugliese e con l’intero consiglio Regionale».</p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">Il capogruppo di Sinistra Democratica in Consiglio Regionale, Michele Verticelli, è intervenuto sui problemi che riguardano la possibile scomparsa delle aree protette nel Salento. «La scelta del ministro allo Sviluppo economico, Claudio Scajola, di riprendere gli investimenti sulla creazione di centrali nucleari sul territorio nazionale, ha visto la dura presa di posizione di tutti gli assessori all’Ambiente (assente solo la regione Veneto), nell’ultimo confronto governo-regioni, circa l’individuazione da parte del Governo Nazionale, dei siti di stoccaggio delle scorie, senza alcun processo di concertazione con le Regioni, tale protesta – continua Verticelli - ha visto giustamente in prima fila l’opposizione dell’assessore all’Ambiente della Regione Puglia Michele Losappio. Il gruppo consiliare della Sinistra Democratica, non può che concordare e sostenere quanto dichiarato dall’assessore Losappio circa l’inopportunità di chiedere, ad un territorio come la Puglia, già abbondantemente marchiato da emergenze ambientali, legate ad insediamenti produttivi come l’Ilva a Taranto e il petrolchimico a Brindisi, ulteriori sacrifici anche per l’istallazione del nucleare. Voglio peraltro ricordare che, a sostegno di quando sostenuto dall’assessore Losappio, la Puglia produce già oggi una quantità d’energia pari all’80 per cento in più del suo fabbisogno e quindi non parrebbe certamente una scelta logica quella di costruire sul nostro già martoriato territorio, una centrale nucleare anche in cambio di eventuali incentivi e misure compensative. Ritengo oltremodo giustificate le perplessità avanzate dalle Regioni al Governo, circa l’impossibilità di concertare l’ubicazione dei siti dello stoccaggio di scorie prodotte dai futuri impianti nucleari, i rappresentanti regionali a cui do sin d’ora il mio sostegno politico, hanno chiesto infatti che il sito-discarica delle scorie, deve essere necessariamente individuato attraverso un processo di concertazione con le regioni, eliminando dunque qualsiasi alternativa di tipo imperativo. La costituzione però a breve, di una nuova agenzia per il nucleare, - conclude Verticelli - che probabilmente farà capo al ministero dell’Ambiente, mi fa temere che a questo nuovo soggetto spetterà forse anche il compito di fissare i criteri ai quali dovranno rispondere i siti o il sito destinati ad ospitare tanto la discarica dei rifiuti nucleari, quanto le centrali e forse anche effettuare, successivamente, i controlli tecnici e ambientali sugli impianti, se ciò dovesse avvenire si determinerebbe un grande accentramento di potere in tale costituenda agenzia, dove il controllore e controllato diventano un’unica istituzione e in barba ad ogni concertazione democratica e partecipazione del territorio interessato agli insediamenti delle centrali e di quanto da loro derivato»<br /><br />Brevi interventi vengono lanciati anche da altri esponenti politici, l’assessore alle Opere pubbliche della Regione, Onofrio Introna che chiede «La necessità di un riordino del settore, che rimetta insieme competenze ora a capo di soggetti diversi». Contrario Rocco Palese che afferma: «Per come il ddl è impostato può provocare l’effetto opposto all’obiettivo, creando un’ulteriore entità aggiungere frammentazione a frammentazione. Alla fine, di chi saranno la titolarità e la responsabilità della gestione delle risorse?». «No a colpi di maggioranza, serve una strategia concordata e unica, nell’interesse dei pugliesi». È la richiesta dell’opposizione, rilanciata dall’assessore: «Il Governo cerca una condivisione, ma che sia effettiva, reale – ha detto Introna – sull’iniziativa chiediamo la giusta attenzione, respingiamo contrapposizioni di facciata, da molto tempo il settore delle acque ha bisogno di governo, visti i disastri, Eipli, Consorzi di bonifica, che vengono da anni addietro».</p>