di Alessandro Donno
<p style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><strong>LECCE </strong>| Il Lecce è con un piede in serie A. È questo il verdetto venuto fuori dopo il successo per 1-0 ottenuto dai giallorossi ieri sera a Bergamo contro l’Albinoleffe, il tutto grazie ad una zampata di Abbruscato ad un quarto d’ora dalla fine. Ora l’Albinoleffe per ribaltare il pronostico, dovrebbe vincere con un gol di scarto per trovare i supplementari o con due per passare direttamente in serie A, ma ciò sarà davvero un compito arduo, visto che oltre a dover affrontare una squadra di caratura superiore, quale il Lecce, dovrà farlo anche davanti ad uno stadio completamente «tinto» di giallorosso per l’occasione.</p>
<p style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">Come a Pisa, più che un bel Lecce, si è visto un Lecce concreto, che ha capitalizzato al massimo una delle poche <em>chance</em> create verso la porta dell’estremo difensore seriano. Un gol che comunque pesa come un macigno per gli uomini di Madonna in vista del secondo atto di domenica al «Via del Mare» di Lecce.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">Un Lecce che comunque era sceso in campo con una mentalità più a trazione anteriore rispetto a Pisa dove Papadopulo si presentò con una sola punta. Ieri sera davanti a Benussi, era collocata una difesa a tre con Fabiano, Polenghi e il rientrante Diamoutene, cursori di fascia Angelo e Ariatti, e nel mezzo del campo ad affiancare la regia di Zanchetta, due mastini che rispondevano al nome di Budianskyi e Ardito, tra i migliori a fine gara, mentre in avanti ad affiancare Tiribocchi c’era colui che sarà nel corso della serata destinato a ricoprire il ruolo di match-winner.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">Dall’altra parte un Albinoleffe tanto voglioso quanto poco concreto sotto porta, si schierava con Marchetti, soprannominato «l’eroe» dopo il match di domenica con il Brescia, in difesa da destra a sinistra con Peluso, Serafini, Gervasoni e Foglio, linea di centrocampo composta da Gori, Previtali, Carobbio e Cristiano, e in attacco la coppia Ruopolo-Cellini in serata poco creativa.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">Nel primo tempo lo spettacolo, causa anche la paura di sbagliare di entrambe le squadre, lascia molto a desiderare, a parte la punizione insidiosa di Carobbio lestamente messa in angolo da Benussi prima della mezz’ora, il colpo di testa sull’esterno della rete di Cellini, e la botta potente ma centrale di Budianskyi sugli sviluppi di un corner finita tra le braccia del portiere bergamasco.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">Nella ripresa, al 56’ Marchetti si supera su Zanchetta, e 5’ dopo Carobbio su punizione lambisce il palo alla sinistra di Benussi, si aprono entrambe le squadre, anche grazie alle forze fresche inserite durante i secondi 45’ da Papadopulo e Madonna, ma al 76’ l’ingenuità di Foglio non viene perdonata da Tiribocchi che serve ad Abbruscato un pallone filtrante che il numero nove giallorosso spinge in rete, alle spalle di un Marchetti uscito sul pallone alla disperata. È l’1-0, ed è un gol che ha tanto il sapore di serie A, oltre ad essere quel gol che manda in estasi i 2mila sostenitori giallorossi presenti allo stadio «Atleti Azzurri d’Italia».</p>
<p style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">Nell’ultimo quarto d’ora succede ben poco, poi dopo quattro infiniti minuti di recupero si innalza un grido al cielo da parte dei tifosi, dei giocatori, ma anche del presidente Semeraro, esultante a Bergamo, ma anche prudente sulla partita di ritorno di domenica, infatti nelle dichiarazioni lasciate a fine gara, il patron del Lecce ha tenuto a precisare che «…mancano ancora 90’…»</p>
<p style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">Ringraziamenti ai suoi ragazzi invece da parte di mister Papadopulo che ha notato come la sua squadra meritasse già il salto di categoria a fine campionato, e come il Lecce a Bergamo abbia rischiato poco e niente, concretizzando ciò che ha creato sottoporta. L’allenatore toscano ha chiuso con un concetto fondamentale «non abbassiamo la guardia e domenica, davanti ad uno stadio strapieno, mettiamo il sigillo a questo sogno, dedicandolo a questa gente».</p>