Data pubblicazione: 17/09/2008 | CRONACA
Arriva la convalida di fermo per De Salve. Forse incongruenze nel racconto al gip
Arriva la convalida del fermo da parte del gip Ercole Aprile. Vincenzo De Salve, 55 anni, di Parabita, resta in carcere a seguito dell'omicidio che avrebbe compiuto con cinque colpi sabato scorso, di cui fu vittima Giorgio Romano.
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>LECCE</strong><span> | Arriva la convalida dell'arresto di Vincenzo De Salve, 55enne di
Parabita. Proprio questa mattina in provvedimento di convalida del
fermo è arrivato a seguito dell'interrogatorio tenuto in
carcere dal gip Ercole Aprile, in presenza dell'avvocato Giuseppe
Grasso. La versione dei fatti, che De Salve ha raccontato dinanzi al
gip sono in linea di massima le stesse che aveva fornito in un primo
momento, lo scorso sabato, dopo che gli inquirenti erano risaliti a
lui. Giorgio Romano, di 61 anni, di Parabita, è stato freddato
con cinque colpi di pistola. Anche dinanzi al giudice per le indagini
preliminari, Ercole Aprile, De Salve, reo confesso, avrebbe
rilasciato le stesse dichiarazioni che aveva sostenuto dinanzi al
sostituto procuratore Giovanni De Palma, e ad Elsa Valeria Mignone,
della Direzione distrettuale antimafia. La mano omicida avrebbe
sparato per le continue presunte minacce ricevute a suo tempo, da
parte di Romano, in merito alle aste giudiziarie. Gli immobili,
sequestrati nel mese di giugno, sarebbero stati oggetto di una
qualche contrattazione, sulla quale Romano, stando alle dichiarazioni
di De Salve, avrebbe ambìto a un «pizzo». C'è
poi da chiarire se De Salve avesse agito con l'ausilio di un
complice. Secondo una prima dichiarazione che sarebbe stata
rilasciata «a caldo», l'uomo della macelleria avrebbe
dichiarato che la pistola l'aveva gettata sul corpo della vittima
subito dopo la sparatoria. Pistola che in realtà, i
carabinieri hanno trovato in un canale per lo scolo delle acque
piovane alle spalle dell'abitazione di De Salve, ricoperta dalla
melma. L'arma da fuoco, una «Steyr» del 1915, che è
risultata un residuo di guerra, sarebbe regolarmente detenuta. Oggi,
le nuove dichiarazioni confermerebbero un'altra ipotesi. E cioè
che De Salve, così come è stata ritrovata dai
carabinieri, avrebbe gettato la pistola nel canale dell'acqua
piovana. Ribaltando così quanto dichiarato in un primo
momento. Da quanto se ne sa, l'uomo avrebbe anche fatto due altri
nomi in presenza del gip, di persone vicine a Romano, di cui però
non si conoscono con precisione le generalità. L'accusa di cui
dovrà rispondere in fase dibattimentale è quella di
omicidio colposo, al quale comunque non si aggiunge l'aggravante
della premeditazione, che il gip non ha richiesto. È da
pensare, al momento, che interno al mondo delle aste giudiziarie ci
sia stato un mercato fino ad ora sommerso, di presunte estorsioni e
turbativa d'asta. Tanto che la Procura, qualche giorno fa ha avviato
un'inchiesta. L'apertura del fascicolo porta al vaglio della
magistratura una serie di denunce contro ignoti con l'accusa di
estorsione.</span></p>
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