di Giorgio Coluccia
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>GALLIPOLI (dal nostro
corrispondente)</strong> | Questa è la settimana che conta. Il
Gallipoli ha iniziato a preparare nella giornata di martedì la
trasferta di domenica prossima, a Castellamare contro la Juve Stabia.
Un impegno probante, su un terreno assai ostico contro una squadra
scesa in campo, per la terza giornata, solo nella giornata di lunedì,
quando ha pareggiato per 2-2 con l'Arezzo. Fin qui sono quattro i
punti intascati dai campani, che ai giallorossi di Giannini non
regaleranno certamente nulla. Al Gallipoli sarà tastato il
polso, visto che dalla Campania, la settimana dopo si andrà a
giocare in Umbria, nella tana del Perugia. La squadra jonica parte da
un bel primato stagionale, da tre vittorie di fila e da certezze di
non poco conto.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Una di queste è
naturalmente la fantasia di <strong>David Mounard</strong>, acquisto dello
scorso mercato estivo, che ha avuto veramente pochi problemi ad
inserirsi nel contesto e nel gruppo giallorosso del suo
allenatore-amico Giannini. E di questa compagine ne sta facendo le
fortune, grazie a qualità tecniche indiscutibili. Il francese
inventa, ispira, fa segnare: per informazioni chiedere ai «falchetti»
del Foligno, mandati letteralmente fuori giri dalle sue giocate
nell'ultima di campionato. Lo si sapeva, ora è una certezza:
il trequartista di Grenoble è l'uomo in più della
capolista a punteggio pieno. La «piazza» già lo
osanna, dopo lo spettacolo mostrato al «Bianco» domenica
scorsa, davanti a 1500 fedelissimi. «Qui c'è davvero un
bell'ambiente - ha sottolineato Mounard - ho ritrovato mister
Giannini, con cui ci conoscevamo dal 2004, ma anche persone squisite
come il presidente Vincenzo Barba ed il direttore Gino Dimitri. Mi
sono sentito subito un perno, anche per questo ho firmato, ad occhi
chiusi, un bel biennale. Il presidente mi ha convinto subito per la
sua ambizione di fare un'impresa importante e storica». Si
vocifera che proprio il d.s. Dimitri abbia affibiato al fantasista il
soprannome di David di Donatello. Ma il giocatore non si monta la
testa: «Voglio solo far bene in questa piazza stupenda, nelle
prossime due trasferte si vedrà effettivamente la nostra
forza. Ma siamo all'inizio e guai ad iniziare a fare conti».</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Uno come lui, con un
destro e dei piedi così, dovrebbe calcare ed illuminare su
campi ben più rinomati. Ma i bastoni fra le ruote sono stati
tanti, come spiega lo stesso playmaker ex Mons: «Non ho avuto
la giusta fortuna ed in passato non ho fatto le scelte giuste. Ma non
rinnego il mio passato, perché a Foggia ho vissuto quattro
anni importanti, dove ho anche conosciuto Monica, la donna della mia
vita. Ma proprio da Foggia sono andato via con un cruccio, dopo che
il nuovo allenatore Novelli mi ha mancato di rispetto. Mi ha messo
fuori rosa, perché, secondo lui, continuando ad allenarmi con
la squadra rossonera avrei mancato di rispetto anche all'intera
città. Ma io ho sempre rispettato Foggia con i fatti. Come
quando ho continuato ad allenarmi pur non ricevendo per 8 mesi lo
stipendio nella prima stagione, sotto la gestione della vecchia
proprietà. Andando via dalla compagine rossonera, ho salutato
tutti, tranne lui, Novelli».</p>