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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 16/09/2008 | CRONACA
Mantovano: «Padovano non sia considerato estraneo agli ambienti criminosi»
Mantovano, ieri l'incontro con le istituzioni. E intanto si riparte dal rapporto semestrale della Direzione investigativa antimafia, in cui si evidenziava, solo pochi mesi fa, che Padovano non era estraneo agli ambienti della mala.
<p><!-- @page { size: 21cm 29.7cm; margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } --></p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>LECCE</strong> | Che la famiglia Padovano non fosse estranea agli ambienti mafiosi, lo dice l'ultima relazione della Direzione investigativa antimafia. Nella seconda relazione semestrale relativa al 2007, la Dia ha sottolineato la situazione della criminalit&agrave; organizzata nel Salento, specificando fra i tanti clan attivi anche quello dei Padovano. Il sottosegretario all'Interno con delega alla sicurezza, Alfredo Mantovano, ieri &egrave; intervenuto da Gallipoli, tracciando una situazione di criminalit&agrave; organizzata che sar&agrave; ostacolata dall'intervento dello Stato: &laquo;Sia chiaro a tutti che lo Stato nel Salento c'&egrave; ed &egrave; presente. Risponder&agrave; ad ogni tipo di aggressione criminale con tutta la decisione e la forza di cui dispone e non intende neanche lontanamente evocare scenari di fine anni Ottanta&raquo;.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">La biblioteca del borgo antico della citt&agrave; di Gallipoli, ieri si &egrave; trasformata in un luogo in cui discutere di sicurezza. &Egrave; proprio l&igrave; che si &egrave; riunito il Comitato per l'ordine pubblico. Oltre ai responsabili delle forze dell'ordine, c'erano anche il prefetto Nicola Cavaliere, capo della Criminalpol, il prefetto Francesco Gratteri, responsabile della Direzione nazionale anticrimine, il generale Giampaolo Ganzer, comandante del Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri. Mantovano promette, che qualora sar&agrave; necessario Gallipoli sar&agrave; met&agrave; delle forze e delle rappresentanze istituzionali a scadenza periodica. L'occasione di ieri, &egrave; servita a riflettere sugli ultimi episodi di mafia, della criminalit&agrave; organizzata, tra cui l'uccisione di Salvatore Padovano, freddato sabato 6 settembre, alle 10,30, all'entrata della pescheria &laquo;Il paradiso del mare&raquo;, lungo la strada provinciale che conduce a Rivabella. Quel killer, in pieno giorno, con la gente vicina, gli spar&ograve; cinque colpi di cui tre fatali a distanza ravvicinata, circa quattro metri. Il killer &egrave; rimasto impunito, tanto che nel giro di pochi secondi &egrave; fuggito via a bordo di uno scooter rubato. A distanza di sette giorni, intanto, c'&egrave; un altro omicidio, quello di Giorgio Romano, per mano di Vincenzo De Salve, che avrebbe impugnato una pistola calibro 9 residuo di guerra, per farsi giustizia da solo, a causa delle presunte pressioni che Romano avrebbe esercitato con l'intenzione di acquistare una macelleria confiscata, che sarebbe finita nelle aste giudiziarie. La famiglia Romano, intanto, qualche giorno ha specificato che l'omicidio del faccendiere non sarebbe, a loro parere, in alcun modo riconducibile alla mafia, &laquo;tanto che - sottolineano - il responsabile &egrave; stato catturato&raquo;.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>L'INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DELLE ISTITUZIONI</strong> | &laquo;Un amministratore pubblico, un docente universitario, un giornalista non possono spogliarsi del loro ruolo istituzionale e dire che facevano certe cose a titolo personale. Un conto &egrave; la poesia, un conto &egrave; la mafia: non possono esserci sovrapposizioni&raquo;. Le parole di Alfredo Mantovano risuonano chiare nel giorno dell'incontro con i rappresentanti delle istituzioni. In particolare, il sottosegretario contesta il comportamento di quei docenti universitari che hanno partecipato alla presentazione del libro di Salvatore Padovano, &laquo;Da Ciano all'11 settembre&raquo;, e ha contestato l'attivit&agrave; di quei giornalisti che hanno tentato di favorire il sorgere e il diffondersi di un'idea di nuova identit&agrave; che Padovano stava costruendo di s&eacute;. Il principio di responsabilit&agrave;, sottolinea, appartiene a tutti. La sua identit&agrave; che aveva resistito anche al 41 bis, avrebbe fatto s&igrave; che egli &laquo;fosse ritenuto indispensabile nel tessuto criminale locale, nonostante quei tentativi di mimettizzarsi con la societ&agrave; civile per accreditarsi come una persona ormai lontana dagli ambienti della mala e dai contesti delittuosi, attraverso la sua azione sociale&raquo;.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>L'ANALOGIA</strong> | Nei due omicidi, per&ograve;, ricorre un comune denominatore. &Egrave; vero che gli episodi sarebbero separati, ma &egrave; pur vero che Salvatore Padovano, tra le attivit&agrave; che avrebbe avviato dopo la scarcerazione, aveva anche quella della compravendita di immobili con le aste giudiziarie. Secondo Mantovano si tratta di un contesto diverso rispetto a quello degli anni Ottanta. La Sacra Corona Unita, in questi anni, sarebbe cambiata, ma non debellata, anche perch&eacute; i gruppi malavitosi continuano a proliferare. Dal carcere, secondo Mantovano, i messaggi dei boss riuscirebbero a bypassare le mura, tanto da arrivare ai destinatari. Ed ecco i riferimenti ai fratelli Tornese di Monteroni, ai Coluccia di Galatina, e ai Giannelli di Parabita. Secondo le forze dell'ordine il gruppo dei Padovano &egrave; da ascrivere tra i clan in attivit&agrave;. Una sorta di mappatura potrebbe essere fatta, tanto da toccare diversi luoghi del Basso Salento, passando attraverso una linea immaginaria che va da Gallipoli, a Taviano e Racale, da Parabita, a Casarano e Matino fino a Taurisano. I dati emergono dall'ultimo rapporto della Dia, che riguarda il secondo semestre 2007, e la prima parte del 2008.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>IL RAPPORTO SEMESTRALE DELLA DIA</strong> | Ogni circa sei mesi, la Direzione investigativa antimafia diffonde un rapporto dove vengono elencati i dati dei clan mafiosi salentini. Stando alla seconda relazione semestrale del 2007, fra i clan pi&ugrave; attivi c'&egrave; anche quello dei Padovano. &laquo;Il gruppo Padovano, attivo in Gallipoli, esercita influenza nel Basso Salento, forte anche dell'avvicinamento ai Tornese di Monteroni. Infatti, in Casarano, un pluripregiudicato del luogo, gi&agrave; appartenente all'ex sodalizio della Scu dei Giannelli, avrebbe costituito un proprio gruppo autonomo dedito al traffico di stupefacenti, con l'approvazione del gruppo Padovano. Anche nel limitrofo comune di Matino si colgono segnali si colgono segnali di attivismo nel commercio di stupefacenti da parte di personaggi &laquo;vicini&raquo; ai Padovano/Tornese. Pure a Galatina, ove gi&agrave; operava il gruppo Coluccia, in atto ampiamente disarticolato, si registra la presenza di soggetti che intenderebbero colmare il vuoto esistente nel tessuto criminale, potendo contare sull'appoggio dei Padovano. A Monteroni permane il sodalizio Tornese, nonostante la detenzione dei capi della consorteria. L'ultimo semestre &egrave; stato caratterizzato da una serie di atti intimidatori posti in essere nei confronti del detenuti Alessandro Martino, gi&agrave; reggente del 246 prefato sodalizio, con l'affissione in Monteroni di manifesti a lutto che falsamente ne annunciavano la morte, con il danneggiamento dell'abitazione di una sua parente e l'incendio dell'auto di un suo affiliato. Nel nord Salento, il gruppo De Tommasi starebbe attraversando un periodo particolarmente delicato a causa della mancanza di affiliati in stato di libert&agrave; capaci, per caratura criminale, di ricompattare il sodalizio. Pertanto, il territorio sembra subire l'influenza di realt&agrave; criminali dislocate nei comuni limitrofi del brindisino (San Pietro Vernotico, Cellino San Marco e Torchiarolo), che, pur potendosi registrare presenze di soggetti contigui ai De Tommasi, si dimostrano particolarmente attive nel commercio di stupefacenti nei comuni di Campi Salentina, Squinzano e Trepuzzi&raquo;.</p> <p>&nbsp;</p>
L'EDITORIALE
Diretta in streaming con la radiocronaca della partita e la differita.
RETELUNA TV
CAMPIONATI ITALIANI
La redazione
La società di Franco Alemanno conquista 3 ori e 3 bronzi individuali.
QUASI IN B
La redazione
A pochi giorni dalla fine del campionato il Lecce lotta per la salvezza.
CRESCE L'ATTESA
di Giorgio Coluccia
Zampa: «Abbiamo ancora fame, vogliamo arrivare in serie B subito».
I FALCHI VOLANO
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La Dimcar Falchi Ugento vincono tre set. Ora secondi in classifica.
SCACCO MATTO
di Giorgio Coluccia
Al team di Giannini basta un tempo per risolvere la pratica Benevento.
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