Data pubblicazione: 16/09/2008 | INTERVENTI
Il Partito Democratico di Maglie non aderisce al nuovo piano della Copersalento
Tramite una lettere pubblica, il segretario politico del coordinamento del Partito Democratico di Maglie, Raffaele Cesari, denuncia la presenza di diossina superiore del 420 per cento rispetto ai limiti consentiti dalla legge.
<p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><strong>MAGLIE</strong> | Il segretario politico del coordinamento del Partito Democratico di Maglie, <strong>Raffaele Cesari</strong>, invia una lettera aperta per spiegare i livelli di sicurezza attuali. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>«I guasti tecnici – sostiene Cesari – messi in evidenza dalla Copersalento non hanno permesso di effettuare i rilievi, richiesti dalla stessa azienda per dimostrare che il dato del mese di maggio, rilevato dalla Arpa Puglia, relativo alla presenza di diossina superiore del 420 per cento ai limiti di legge, potrebbe essere inesatto. Alla luce delle prossime scelte, bisognerebbe che quei guasti tecnici siano insuperabili, se è vero, come lo è, - prosegue Cesari - che l’azienda ha rinunciato alle prove tecniche richieste in sua difesa ed ha presentato per i prossimi sei mesi un nuovo piano, in cui comunica di non usare combustibile Cdr, causa delle emissioni di diossina registrate da Arpa Puglia. Sembra strano, ma noi tutti abbiamo respirato diossina, stiamo respirando ancora la diossina, forse mangiamo anche la diossina attraverso i prodotti agricoli delle zone vicine allo stabilimento, ma il problema è grave – afferma Cesari - riguarda tutti e non si presta ad interpretazioni di ordine ideologico o partitico, se non si vuole essere assassini di se stessi. È una situazione in cui gli obblighi di eliminare ogni dubbio spetta all’azienda, ma se questa non è in condizioni di far effettuare i rilievi necessari, lascia ampi spazi per ritenere che la struttura sia obsoleta e che i rischi per la salute dei cittadini ci siano stati e ci siano ancora». <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Secondo Cesari, la struttura è anche mal funzionante e pericolosa sia per l’uomo che per l’ambiente. «Poiché non facciamo parte dei comitati del «si e no» - continua Cesari - pensiamo sia ragionevole pretendere dalla Copersalento la rinuncia al piano industriale proposto per i prossimi sei mesi, l’attivazione delle garanzie a tutela del personale, un grosso investimento nell’azienda, al fine di portarla ai livelli di sicurezza che oggi la scienza permette».<span style="font-size: 12pt; font-family: "></span></p>