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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 15/09/2008 | CRONACA
Una lettera anonima aveva preannunciato l'omicidio di Giorgio Romano
Parabita. Spunta una lettera, che aveva preannunciato la morte del faccendiere Giorgio Romano. Era stata recapitata circa due anni fa al Comando locale dei carabinieri e per conoscenza al sindaco. A firma di un certo Luigi Giannelli, che però non esisterebbe.
<p><!-- @page { size: 21cm 29.7cm; margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } --></p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>PARABITA</strong> | Si attende a ore l'esito dell'autopsia di Giorgio Romano, il 61enne di Matino, residente a Parabita, ucciso con quattro colpi di pistola, due giorni fa. Proprio ieri, i carabinieri della compagnia di Casarano, a seguito di particolari controlli, hanno rinvenuto l'arma, che si trovava nei pressi dell'abitazione della persona considerata al momento il presunto assassino. Il medico legale Alberto Tortorella effettuer&agrave; l'esame autoptico nella giornata di domani. Si tratta di Vincenzo De Salve, di 55 anni, originario di Casarano, ma residente a Parabita. La pistola ritrovata, che avrebbe utilizzato De Salve, &egrave; un residuo di guerra, regolarmente detenuto. Si tratta di una Steyr calibro 9, risalente al 1915. Che era stata abbandonata in un canale per lo scolo delle acque piovane, a breve distanza dall'abitazione di De Salve, e visto che quando &egrave; stata rinvenuta dai militari era sommersa di melma, il suo ritrovamento non &egrave; stato semplice. L'omicida, che fu ritrovato con l'ausilio di un testimone chiave e di un intonacatore che stava andando nel capannone di Romano a effettuare lavori, il giorno stesso dell'omicidio, nel primo interrogatorio avrebbe confessato di essere stato lui ad ucciderlo. Solo che, un'ulteriore ipotesi al vaglio degli investigatori, &egrave; che l'arma sia stata spostata da qualcuno. Ipotesi sorta a seguito di alcune dichiarazioni che De Salve avrebbe lasciato nel corso dell'interrogatorio, alla presenza del magistrato e del suo avvocato. De Salve, infatti, avrebbe dichiarato di aver abbandonato l'arma sul corpo di Romano subito dopo averlo ucciso, solo che gli investigatori l'hanno ritrovata da tutt'altra parte. Forse, De Salve trascinato dalle emozioni, avrebbe detto qualcosa di non vero, o forse, come detto, sarebbe stata spostata da una seconda persona. L'interrogatorio di convalida dell'arresto &egrave; stato fissato per la giornata di mercoled&igrave;. L'omicidio, al momento, rimane legato a quella che sembrerebbe essere la storia pi&ugrave; dichiarata. Quella cio&egrave; di un rapporto tra Romano e De Salve legato alle aste giudiziarie. E mentre sul tavolo, del sostituto procuratore Francesca Miglietta, &egrave; stato depositato un fascicolo, con nomi di personaggi di varia natura, tra cui anche avvocati, il sindaco di Parabita, Adriano Merico, ha diffuso una lettera che era stata recapitata al Comune di Parabita a suo tempo, e che avrebbe preannunciato la morte di Giorgio Romano.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>LA LETTERA</strong> | &laquo;&Egrave; ora che si intervenga nei confronti del signor Giorgio Romano di Parabita che spalleggiato da noti ceffi locali e con il tacito consenso di alcuni giudici del tribunale di Lecce, prima terrorizza e poi ricatta persone cadute in disgrazia e che devono fare i conti con il tribunale fallimentare. Vantando la collaborazione di giudici compiacenti e di un cancelliere del tribunale (probabilmente collaborazioni vere visto il vorticoso giro di affari del Romano e la presenza costante nelle aule dove si svolgono le aste), si propone come sostenitore morale ed economico prima e durante l'asta giudiziaria. Poi dice che ha dovuto far intervenire dei personaggi della malavita locale e dopo che &egrave; avvenuta l'asta, anche se non ci sono stati accordi o non si &egrave; voluto nessun intervento da parte sua, si presenta con dei tipi sinistri per estorcere un compenso per l'opera prestata. Intervenite con urgenza perch&eacute; la situazione &egrave; insostenibile e un normale cittadino potr&agrave; trasformarsi in giustiziere&raquo;.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Sono queste le pesanti parole che sono arrivate al Comune di Parabita, attraverso una lettera anonima. In realt&agrave;, a pi&egrave; di pagina una firma c'&egrave;, sia battuta al computer (cos&igrave; come &egrave; stata battuta la lettera) sia a penna. Luigi Giannelli &egrave; il firmatario, che per&ograve;, il sindaco Adriano Merico, dice non essere riconducibile ad alcun Giannelli di Parabita. Ce ne sarebbero circa sette di Luigi Giannelli, nella cittadina del Sud Salento. Solo che, a quanto pare, stando agli accertamenti portati avanti dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Lecce, non sarebbe riconducibile ad alcuno. Il principale destinatario della lettera &egrave; il Comando stazione locale dei carabinieri di Parabita, e per conoscenza il sindaco Merico che, come si diceva, appena l'ha ricevuta l'ha messa nelle mani della magistratura. In calce alla lettera, mandata per posta prioritaria, c'&egrave; il comune di questo presunto Giannelli, cio&egrave; Parabita, e una data, quella cio&egrave; in cui sarebbe stata redatta, e cio&egrave; 17 agosto 2006. Insomma, due anni fa. La lettera poi &egrave; arrivata in Comune poco dopo, tanto da essere stata protocollata il 21 agosto 2006.</p>
L'EDITORIALE
Diretta in streaming con la radiocronaca della partita e la differita.
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CAMPIONATI ITALIANI
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La società di Franco Alemanno conquista 3 ori e 3 bronzi individuali.
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