Data pubblicazione: 12/09/2008 | CRONACA
Ammanco alla Provincia. Arriva la custodia cautelare in carcere per Bisconti
L'ex dirigente del settore servizi finanziari della Provincia di Lecce è stato oggetto del provvedimento cautelare emesso questa mattina dal gip Scardia, a seguito di ulteriori controlli. Bloccati anche i conti correnti bancari della famiglia.
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>LECCE</strong> | Prosegue
la fase relativa alle indagini preliminari sul caso aperto da
Benvenuto Bisconti, 45 anni, di Monteroni. Proprio oggi, il giudice
per le indagini preliminari Vincenzo Scardia ha emesso un'ordinanza
di custodia cautelare in carcere a suo carico, su richiesta del
Procuratore capo della Repubblica del Tribunale di Lecce, Cataldo
Motta. Bisconti dirigeva il settore servizi finanziari della
Provincia di Lecce, ma a Palazzo dei Celestini svolgeva anche la
mansione di vicesegretario generale temporaneo dell'Ente, sulla base
di un meccanismo di nomina a rotazione. Attualmente, su di lui
l'accusa è di truffa aggravata e falso. Questa mattina, gli
investigatori del Nucleo di polizia tributaria di Lecce ha
sequestrato alcuni conti correnti bancari a suo nome e intestati ai
familiari. Il provvedimento cautelare è giunto a seguito dei
controlli, per fare in modo che si eviti il rischio di un
inquinamento delle prove, nonché per scongiurare un possibile
verificarsi nuovamente del reato. L'ammanco alla Provincia era sorto
qualche giorno fa, ed era stato stimato per circa 250mila euro, che a
quanto pare sarebbero stati sottratti a fette di diverse migliaia di
euro, in un periodo che va dal 2003 al 2008. La notizia è
giunta all'orecchio del presidente della Provincia, Giovanni
Pellegrino, con una lettera redatta in forma anonima, e che sarebbe
stata intestata anche alla Procura, ma che in realtà poi si è
accertato non essere stata mai ricevuta. Il presidente Pellegrino,
mercoledì mattina non è passato inosservato nei
corridoi del Tribunale, con carte alla mano, per un incontro a porte
chiuse col procuratore capo Motta. Poi successivamente ha nominato
Cosimo Casilli, in giunta, ad interim. A quanto pare, i primi
«prelievi» sarebbero stati realizzati a partire dal 2003,
con 3 o 4 mila euro fino a 9 o 10 mila. Nel 2007 e 2008, però,
è arrivata la stangata. Quei circa 60mila euro del 2007, e
140mila euro di quest'anno non avrebbero lasciato dubbi di sorta. Il
denaro, il dottore dell'ufficio servizi finanziari, l'avrebbe
ottenuto attraverso presunte spese inesistenti. Bisconti, intanto, a
seguito dei chiarimenti che gli erano stati chiesti nelle prime ore
dopo l'allarme di mercoledì, avrebbe ammesso le proprie colpe,
tanto da averle scritte in una lettera, nella quale si è
assunto tutte le sue responsabilità, anche quelle di riparare
agli errori commessi. E proprio dinanzi al giudice Scardia,
probabilmente lunedì prossimo dovrebbe essere celebrato
l'interrogatorio di convalida, difeso alla presenza dei suoi
avvocati, Luigi Corvaglia ed Edoardo Santoro. Ad ogni modo, viste le
precedenti ammissioni di colpa, non è da escludere un
possibile patteggiamento.</p>