Data pubblicazione: 11/09/2008 | INTERVENTI
Poli Bortone, Maniglio e Palese. Dibattito a tre sul federalismo nel Mezzogiorno
Il senatore del Popolo della Libertà e coordinatore di Alleanza Nazionale in Puglia, Adriana Poli Bortone, torna sul tema del federalismo. «Dobbiamo far sentire la voce del territorio, per il consenso del Mezzogiorno sul federalismo».
<p class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><strong>LECCE</strong> | Il senatore del Popolo della Libertà e coordinatore di Alleanza Nazionale in Puglia, Adriana Poli Bortone, torna sul tema della territorializzazione dei tributi, nell’ambito del dibattito in corso sulla riforma in senso federalista dello Stato. «Sulla territorializzazione dei tributi di grandi aziende, banche, assicurazioni ed altro. – spiega la Poli - dobbiamo far sentire ferma e precisa la voce del territorio, proprio nello spirito della ricerca del consenso del Mezzogiorno sul federalismo. Siamo convinti che prima bisogna aver certezza sulle risorse finanziarie effettive del territorio e poi pensare al fondo perequativo. Ci pare un principio ineccepibile che, come tale, non può rappresentare una deroga per poche Regioni a statuto speciale, ma deve rappresentare una regola. Nessun assistenzialismo per il Sud, ma certezza di risorse: è troppo chiedere che imprese, banche, assicurazioni, catene commerciali, paghino le tasse non solo dove hanno la sede legale, ma anche dove hanno le loro sedi produttive? O dobbiamo assistere ancora allo scempio della raccolta di denaro al Sud e dell’impiego del denaro altrove? Un federalismo equo e che richiama alle responsabilità i territori - conclude con fermezza Adriana Poli Bortone - non può che rispettare questo semplice principio».<br /><span style="mso-font-kerning: 18.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">In una nota, il presidente del gruppo consiliare del Partito Democratico, Antonio Maniglio, invece, sottolinea di dover dare di più alle regioni più ricche e togliere una parte di risorse al mezzogiorno. «Attendiamo di leggere le norme sul federalismo, - scrive Maniglio - ma l’impressione è che la montagna stia partorendo un mostriciattolo. Intanto, prima di vedere i numeri per capire chi ci guadagna e chi ci perde, apprendiamo che è pronto già lo slogan: meno sprechi e meno tasse. È vero che la pubblicità e l’anima del commercio, ma qui si parla della vita delle persone e dei loro diritti e chi governa non dovrebbe produrre spot ma dare risposte chiare. Andiamo al sodo – dice Maniglio - il federalismo nasce per ridistribuire i soldi tra gli italiani. L’obiettivo è dare di più alle regioni più ricche altrimenti fanno la secessione, e togliere una parte delle risorse al sud sprecone e mantenuto. Il nord, che tratterrà una parte delle imposte, pagherà meno tasse. Al sud, in nome della lotta agli sprechi, si stanno già tagliando i collegamenti aerei, non ci sono più gli Eurostar, ogni viaggio sta diventando un calvario. Aspettiamo i numeri, d’accordo. Ma se le premesse sono queste, se il Sud viene rappresentato come il luogo della dissipazione, ho l’impressione che il governo Popolo delle Liberta e Lega prenderà una botta memorabile. Ma naturalmente siamo agli inizi. E come è capitato con la riforma secessionista, affondata dal referendum popolare, anche questa volta il mezzogiorno e la Puglia faranno sentire la loro voce a difesa dei diritti di tutti gli italiani, da Bolzano a Canicattì».</p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="mso-font-kerning: 18.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">Il presidente del gruppo consigliare di Forza Italia, Rocco Palese, sottolinea come Raffaele Fitto sia stato in grado di utilizzare al massimo, e in modo positivo, la «carta bianca» avuta dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. «La riforma federale dello Stato italiano ha compiuto oggi il suo primo passo in Consiglio dei ministri – commenta Palese - e determinante è stato il ruolo del ministro Raffaele Fitto. Come si legge oggi anche sulla stampa nazionale, decisivo è stato il suo ruolo di garante dello sviluppo organico, unitario e solidale di tutto il Paese. A Fitto, - prosegue Palese - il Presidente Berlusconi aveva dato carta bianca per raggiungere la sintesi e il delicato equilibrio tra le istanze e le giuste rivendicazioni del Nord del Paese e le esigenze di tutela e di crescita del Mezzogiorno. E Fitto ha saputo essere garante delle esigenze di tutte le Regioni. Così vengono smentiti i gufi pugliesi del centrosinistra che descrivevano e desideravano nei giorni scorsi un Fitto vaso di coccio, un Fitto muto e debole, un ministro impotente contro la Lega. Raffaele Fitto ha dimostrato di saper rappresentare e tutelare quell’orgoglio meridionale, coniugandolo con l’esigenza di efficienza e responsabilità invocata dal Paese intero e dal capo dello Stato. Dalle classi dirigenti meridionali, ma da quella pugliese in particolare, ci si aspetta ora che riesca a mettere da parte invidie, frustrazioni, propaganda, posizioni puramente politiche, per assumere doverosamente e finalmente un atteggiamento responsabile e istituzionale che veda la Regione Puglia arrivare al tavolo di confronto con il ministro, il Governo e le altre regioni, almeno con un briciolo di quell’orgoglio meridionale e di quel senso di responsabilità dimostrato da Fitto fin dalla campagna elettorale e invocato anche dal capo dello Stato. Come dimostrano i fatti di oggi, - conclude Palese - un ministro meridionale e pugliese nel Governo Berlusconi, è una garanzia ed una risorsa, che la Regione Puglia non può perdere solo perché la giunta Vendola non si rassegna al fatto che quel ministro si chiami Raffaele Fitto».</p>