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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 11/09/2008 | CRONACA
Truffa ai danni della banca. 5mila euro veri, ma patente e tessera sanitaria falsi
Lecce. Un imprenditore originario di Veglie, di 40 anni, si è recato martedì 9 settembre all'interno di una filiale con l'intenzione di aprire un conto corrente per un presunto utilizzo illecito. Aperta un'inchiesta, rischiano di essere coinvolte altre persone.
<p><!-- @page { size: 21cm 29.7cm; margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } --></p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>LECCE</strong> | Aveva tentato di aprire un conto corrente bancario, con generalit&agrave; false, al fine di acquisire beni in maniera illegale. La storia &egrave; quella di un uomo, originario di Veglie, che si era recato nella filiale di una banca di Lecce per aprire un nuovo conto corrente. Quando &egrave; entrato nella filiale, ha atteso il suo turno, poi nel momento in cui ha dichiarato l'intenzione di voler aprire un conto in banca, l'impiegato dello sportello gli ha chiesto i documenti per poter avviare l'operazione. Con lui, appresso, aveva 5mila euro in contanti, per il primo deposito. Una cifra di tutto rispetto, per chi ha intenzione di aprire un conto corrente bancario. Solo che, in quella filiale dietro di lui, per caso, c'era un carabiniere in abiti civili che, quando il dialogo tra l'impiegato e il neocliente &egrave; diventato un po' acceso per via del comportamento che l'uomo utilizzava, non ha potuto far altro che ascoltare la conversazione. Alquanto strana. Tutto &egrave; successo nel pomeriggio di marted&igrave; 9. L'uomo, E.G., di 40 anni, originario di Veglie, aveva raggiunto la banca a bordo di una Porsche. Dopo aver esibito la patente, nuovo modello rettangolare, plastificato, e la tessera sanitaria per il codice fiscale, ha cominciato ad assumere atteggiamenti sospetti. Il carabiniere che lo stava ascoltando, si &egrave; insospettito per il fatto che stesse cercando di dare risposte vaghe alle domande della cassiera dello sportello. Quando la donna gli ha chiesto a cosa gli servisse il conto corrente, lui si &egrave; presentato come imprenditore, dicendole che aveva bisogno del conto per effettuare operazioni di denaro con l'estero, ma senza entrare nel merito di quella che sarebbe stata nello specifico la sua attivit&agrave;. Tanto che, si sarebbe giustificato, dicendo di essere conosciuto a Lecce, perch&eacute; operava sul territorio leccese da tempo. Dopo aver preso il numero di targa della sua fiammante Porsche Carrera, il carabiniere ha effettuato un controllo riferendo tutto ai suoi superiori della compagnia di Lecce. A quel punto sono scattate le verifiche. La patente che era stata presentata allo sportello, non corrispondeva con l'identit&agrave; dell'imprenditore. O meglio, per essere pi&ugrave; precisi, il numero del documento era valido, cos&igrave; come il cognome, ma il nome no. Il titolare della Porsche, tra l'altro, aveva quel cognome, ma un nome diverso, e il controllo della vettura per i carabinieri &egrave; stata la prova del nove. La data di rilascio del documento era &laquo;sabato&raquo;, quando gli uffici della Motorizzazione sono chiusi. Ulteriori approfondimenti sono stati realizzati in collaborazione con i colleghi della stazione di Veglie, dov'&egrave; stata acquisita la foto, che corrispondeva, in linea di massima, a quella dell'imprenditore.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Dopo essersi sentiti con l'autorit&agrave; giudiziaria, e dopo aver concordato le modalit&agrave; d'intervento, i carabinieri si sono appostati vicino alla filiale in attesa del ritorno dell'uomo in filiale per l'apertura del conto, che chiaramente non era stato aperto nello stesso giorno in cui si era presentato per questioni burocratiche. Quando l'imprenditore &egrave; entrato in filiale, &egrave; stato bloccato dallo stesso carabiniere presente il giorno prima. A quel punto &egrave; stato condotto in caserma, per avere ulteriori chiarimenti su quei documenti presunti falsi. Ci&ograve; che si &egrave; potuto appurare subito &egrave; che il giovane fosse in possesso della Porsche a lui intestata, appunto ad E.G., suo vero nome, mentre i documenti riportavano il nome di A.G., sempre di 40 anni, associato a un codice fiscale inesistente. L'uomo avrebbe tentato di giustificarsi dicendo che in passato era stato titolare di un'attivit&agrave; commerciale fallita, e che via di cose non riusciva pi&ugrave; ad ottenere credito dagli istituti bancari tanto da esser stato costretto a falsificare le proprie generalit&agrave;. Secondo i carabinieri, invece, quel conto gli sarebbe servito per portare avanti un'attivit&agrave; di acquisizione di beni in maniera truffaldina. I militari hanno poi controllato prima la vettura, la Porsche e poi la sua abitazione nel capoluogo. &Egrave; cos&igrave; che hanno trovato i documenti veri, quelli che si riferivano a lui. Nel corso delle perquisizioni, i carabinieri hanno rinvenuto anche 7mila euro in contanti, e 30 assegni tratti da un altro conto corrente del valore complessivo di 60mila euro, emessi a favore di una societ&agrave; a responsabilit&agrave; limitata di cui lui sarebbe il responsabile commerciale e una carta di credito intestata ad altra persona. I tagli degli assegni sono vari, dai 1000 ai 3mila euro. L'uomo ora &egrave; accusato di tentata truffa e uso e possesso di documenti falsi, e dichiarazione di false generalit&agrave;. Per questo &egrave; stato deferito all'autorit&agrave; giudiziaria. Intanto, lo stesso imprenditore, messo alle strette, ha dato buone indicazioni circa la provenienza dei documenti falsi, che sarebbero stati acquistati in citt&agrave; al prezzo di 300 euro l'uno. Gli investigatori sono del parere che il falsario potrebbe avere le ore contate. I documenti, infatti, secondo i carabinieri erano di ottima qualit&agrave;, genuini, realizzati usando appositi macchinari, probabilmente rubati da qualche parte. Gli accertamenti, inoltre, proseguono anche su di lui, e sulle societ&agrave; a lui collegate per verificare le attivit&agrave; economiche svolte, gli introiti e le persone coinvolte.</p> <p>&nbsp;</p>
L'EDITORIALE
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