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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 10/09/2008 | CRONACA
«Con l'anonimato non si risolve niente». Due lettere intimidatorie per don Stefano
Due lettere intimidatorie sono giunte a don Stefano Rocca, di cui una conteneva una foto di don Camillo e Peppone. «Io di certo non ho paura di queste cose, sono pronto al dialogo», sembra molto tranquillo il parroco che ancora non ha sporto denuncia.
di Paolo Franza


<p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><strong>UGENTO<em> </em>(dal nostro corrispondente)</strong> | Un altro caso inquietante intimorisce la citt&agrave; di Ugento. Prime due lettere di minaccia nella giornata di oggi a don Stefano Rocca, il parroco della chiesa San Giovanni Bosco, parrocchia frequentata da Peppino Basile prima della sua morte. Da quando il consigliere comunale e provinciale dell&rsquo;Italia dei Valori, Peppino Basile, &egrave; stato ucciso con 19 coltellate la notte tra il 14 e il 15 giugno, don Stefano ha sempre cercato di esprimere il proprio parere attraverso i mezzi di informazione. Un atteggiamento che sicuramente non &egrave; piaciuto a qualcuno, ad iniziare dall&rsquo;amministrazione comunale che si &egrave; e si sta scagliando contro il prete in cerca di verit&agrave;. In tarda mattinata, intorno alle 14 circa, il postino ha recapitato due lettere presso l&rsquo;indirizzo parrocchiale, con destinatario il parroco don Stefano Rocca, nella prima lettera c&rsquo;era un immagine che ritraeva don Camillo e Peppone e nell&rsquo;altra una scritta al computer: &laquo;Smettila di fare il protagonista, smettila di fare il sindaco ombra&raquo;.</p> <p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">&nbsp;</p> <p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><br />In merito alle due lettere don Stefano tende a sottolineare che &laquo;hanno due messaggi ben diversi. Questo fatto &ndash; in riferimento alla scritta &ndash; mi fa capire che non mi impegno per la formazione dei giovani, lo sappiamo tutti invece com&rsquo;&egrave; la situazione qui&raquo;. La lettera con la foto, invece, la definisce &laquo;ridicola&raquo;: &laquo;Mi hanno mandato una foto che ritraeva don Camillo e Peppone, questo mi lascia intravedere come la gente non ha capito la gravit&agrave; del fatto, se mi mandano queste cose non hanno capito ancora bene il fatto&raquo;. Un atto che rende incredula la cittadinanza ugentina, che inizia a pensare che l&rsquo;assassino di Peppino &egrave; ancora presente, pronto ad agire e forse si trova proprio ad Ugento. Don Stefano, con un po&rsquo; di dispiacere per il gesto compito afferma una cosa che purtroppo molti non riuscirebbero a dire: &laquo;Io di certo non ho paura di queste cose, l&rsquo;unica cosa che dico e che mi piacerebbe che chi fa queste cose avrebbe il coraggio di firmarsi per aprire un dialogo, io accetto tutti i consigli, per&ograve; quando uno non firma vuol dire che non d&agrave; un consiglio, ma fa qualcosa di pi&ugrave;, se uno vuole consigliare una persona si firma o va a trovare la persona, ma mandare una lettera senza firmarsi vuol dire che &egrave; una persona un po&rsquo; particolare&raquo;.</p> <p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">&nbsp;</p> <p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><br />Nell&rsquo;ambiente parrocchiale si respira comunque aria di tranquillit&agrave; tra i giovani, che nel pomeriggio hanno ripreso regolarmente a giovare e tirare due calci al pallone. La notizia &egrave; stata appresa solo dai giornalisti, e alla domanda &laquo;Ha gi&agrave; sporto denuncia?&raquo;, don Stefano risponde: &laquo;Ancora no, lo far&ograve; molto probabilmente, se continuano sar&ograve; invece costretto a farlo&raquo;. Ovviamente non si sa l&rsquo;autore delle intimidazioni &laquo;Probabilmente &ndash; prosegue don Stefano &ndash; &egrave; gente di Ugento, anche se le lettere sono arrivare per posta. Che interesse avrebbee uno di fuori o di Taurisano a fare questo, non pu&ograve; interessare pi&ugrave; di tanto&raquo;. Don Stefano &egrave; disponibilissimo a dialogare con tutti &laquo;I problemi per anonimato non si risolvono, indice di non crescita, io punto sul dialogo, accetto i consigli, ringrazio chi mi da i consigli, mi piacerebbe sapere con chi parlo, come io mi sono esposto e pubblicamente dico quello che dico anche al costo di essere molte volte deriso o calunniato, anche chi dall&rsquo;altra parte vuole darmi un consiglio, che si faccia avanti senza paura, non deve avere paura&raquo;.</p> <p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">&nbsp;</p> <p class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><br />Con l&rsquo;amministrazione ho sempre chiesto di voler parlare, ogni mia dichiarazione il sindaco l&rsquo;ha sempre presa come un attacco nei miei confronti, anche nella lettera emergeva questo, cosi non di certo costruisco armonia, ma &egrave; certo che non c&rsquo;entro io, &egrave; il sindaco che mi attacca, come l&rsquo;altro giorno a Tele Rama&raquo;, infatti durante un intervista, il sindaco di Ugento, Eugenio Ozza, ha sottolineato che &laquo;don Stefano dovrebbe interessarsi della parrocchia e non delle concessioni che rilascia l&rsquo;amministrazione comunale e che non si interessa di case popolari, che poi non dipende dal comune. Don Stefano &ndash; secondo Ozza - potrebbe seguire l&rsquo;esempio di don Tonino che apr&igrave; le porte della curia per ospitare i senza tetto, cosi come ha fatto un altro parroco di Ugento, don Pietro Carluccio&raquo;, che ha aperto le porte di una casa parrocchiale per ospitare una famiglia disagiata. In riferimento alle dichiarazioni del sindaco, don Stefano si esprime dicendo: &laquo;Per me sono stupidaggini, davvero, nel vero senso della parola, io non riesco a capire come fa un sincado a prendersela con me, quando poi io sto cercando di far emergere la verit&agrave; e lui dovrebbe stare dalla parte mia. Quello che sta succedendo, che tutti stanno parlando, solo perch&eacute; abbiamo mosse le acque altrimenti sarebbe rimasto tutto come stava&raquo;. Intanto le lettere sono state gi&agrave; archiviate da don Stefano che provveder&agrave;, in caso di denuncia di consegnarle alle autorit&agrave; competenti.</p>
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