di Paolo Franza
<p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><strong>UGENTO (dal nostro corrispondente)</strong> | Il mistero sulla morte di Peppino Basile, il consigliere comunale e provinciale dell’Italia dei Valori, assassinato con 19 coltellate la notte tra il 14 e il 15 giugno, si infittisce sempre di più. Dopo un sms giunto al presidente della provincia, Giovanni Pellegrino, giunge una telefonata anonima che segnala al comitato Pro Basile, che poi ha allertato gli investigatori, una nuova pista da seguire, la discarica «Burgesi», che potrebbe essere la causa della morte di Peppino. Il consigliere, poco prima di morire, ai suoi amici in piazza aveva detto che tra poco sarebbe scoppiata una bomba che avrebbe coinvolto alte personalità, mimetizzando che la questione era quella dei rifiuti. Pare che Basile avesse scoperto, venti giorni prima di essere massacrato, un traffico di rifiuti speciali e questioni di tangenti nel campo edilizio. Infatti, da alcuni accertamenti, si apprende che il consigliere era giunto a conoscenza di una denuncia che il titolare di un’impresa edile, Bruno Colitti, aveva esposto alla Guardia di finanza e alla Procura della Repubblica.</p>
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<p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">Secondo alcune ricostruzioni e sulla base di alcuni documenti pubblicati da altri organi informativi, nel 2005 la ditta «Ati Imperfoglia Srl Italiana Ambiente» di Pescara avrebbe ricevuto l’incarico di completare alcuni lavori di bonifica dei siti inquinati in località Burgesi e Masseria Tonda, nell’area del comune di Ugento. La ditta avrebbe affidato in subappalto una parte dei lavori ad’altra ditta di Taranto, «Società Serveco Srl» che, a sua volta, avrebbe stipulato un accordo con la ditta di Bruno Colitti, che dal contratto prevedeva il noleggio dei mezzi per il lavoro senza l’operaio, e la fornitura di materiale vario. Durante la telefonata giunta ieri, la voce che ha parlato con uno dei componenti del comitato Pro Basile avrebbe dichiarato: «La pista della discarica è giusta, ma indagate anche sul maxi bed & breakfast». Proprio durante la conferenza stampa, che si è svolta lunedì scorso a Lecce, Carlo Madaro, assessore provinciale, avrebbe dichiarato che qualcosa in più sul delitto Basile sarebbe potuta uscire indagando sul territorio di Ugento, una piccola città di circa 13mila abitanti, ma con un estensione ampia, piazzandosi al terzo posto sulla classifica provinciale. Dal giorno della morte di Basile, gli investigatori avrebbero indagato su diverse piste, quella passionale, apparentemente abbandonata e quella politica, supportata da alcune segnalazioni, come quella dello smaltimento dei rifiuti e di mega villaggi. Intanto i carabinieri e la polizia sono al lavoro, avrebbero interrogato oltre 150 persone tra amici, parenti e conoscenti, oltre ai politici del partito. <span style="color: #000000;">Al centro di chi sta indagando, ci sono, quindi, le battaglie politico amministrative, come la discarica Burgesi, il parco eolico, un villaggio all’interno del parco naturalistico, le modalità di concessione degli appalti e questioni di tangenti, atti che non avrebbero mai visto indagini mirate, e l’ultima scoperta dell’autodenuncia.</span></p>