Data pubblicazione: 09/09/2008 | CRONACA
«Mio Dio mio Dio, perché mi hai abbandonato?», il Vangelo per Padovano
Durante il rito funebre per Salvatore Padovano, l’ex boss ucciso sabato scorso, il parroco della Chiesa di Sant’Antonio da Padova ha ricordato la promessa del Signore, che non avrebbe abbandonato nessuno. Molta la gente che ha assistito.
di Paolo Franza
<p class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><strong>GALLIPOLI </strong>| È iniziato alle 17 il rito funebre per Salvatore Padovano, l’ex boss ucciso sabato scorso. Si è conclusa, invece, poco fa, alle 17,30, l’omelia del parroco della Chiesa di Sant’Antonio da Padova di Gallipoli, don Salvatore Leopizzi, che ha proclamato il Vangelo di Matteo sottolineando anche durante l’omelia la frase «Mio Dio mio Dio perché mi hai abbandonato?». Una folla di gente si è recata nel pomeriggio per assistere al rito funebre fuori e dentro la chiesa. In prima fila la moglie Anna e i due figli Paola e Angelo. Nei loro confronti il sacerdote ha espresso parole di conforto, don Salvatore ha detto: «Noi ci domandiamo, perché Dio non punisci subito le persone che ci vogliono male? Perché le persone che usano la violenza e desiderano la morte non le punisci subito?». Durante l’omelia ha anche ricordato «La promessa del Signore è stata quella che non avrebbe abbandonato all’interno del sepolcro il suo figlio», mettendo la figura di Gesù Cristo abbandonato morto nel sepolcro e quella di Padovano freddato e lasciato morire in una pozza di sangue ha detto: «Bisogna pregare affinché Salvatore Padovano vada in paradiso». Una comunità commossa di gente ha dato l’ultimo saluto al ex boss Padovano, che ha scontato 26 anni di carcere, ridotti a 20 per buona condotta.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><br />Nella giornata di sabato, alcuni sicari, lo avrebbero freddato con tre colpi mortali di pistola, calibro 9, di cui uno lo ha colpito alla tempia, mentre gli altri due sono balzati all’orecchio destra e sinistra e non hanno perforato il cervello. Ancora non si conoscono i nomi delle due persone che a bordo di uno Yamaha 125 lo hanno raggiunto nella pescheria di proprietà dei cugini mercoledì alle 10,30 e con una scusa lo hanno freddato. A Gallipoli c’è ancora chi ha paura che altri fatti di sangue, analoghi a quello di Padovano, si verifichino.</p>