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Casarano. Un 40enne del posto è stato denunciato perché avrebbe gestito un deposito di smistamento di materiale contraffatto. Diadora e D&G, sono solo alcune delle marche dell'abbigliamento sportivo sequestrato, del valore di oltre 70mila euro.

di Valentina Maniglia

CASARANO | Il mese di settembre è iniziato abbastanza bene per le fiamme gialle che hanno sequestrato diversi articoli contraffatti che, sommandoli, arriverebbero a circa 50mila pezzi. Tutto ebbe inizio da un'operazione che portò al sequestro di oltre 20mila articoli tra accessori e abbigliamento contraffatti. Le fiamme gialle, dal quel momento, hanno messo in atto diverse operazioni, sequestrando quasi 30mila articoli contraffatti per un valore di centinaia di milioni di euro. Sergio Tacchini, Ellesse, Diadora, D&G, prestigiose marche di abbigliamento sportivo, tutte contraffatte. Prosegue, quindi, senza sosta l’impegno della Guardia di finanza nell’ambito del contrasto della produzione e del commercio di prodotti che mostrano noti marchi abilmente falsati, in un'estate che ha visto finire sotto sequestro innumerevoli prodotti illeciti. Questa volta, a finire nei guai, un 40enne di Casarano, denunciato all'autorità giudiziaria, che avrebbe gestito un deposito di smistamento di materiale contraffatto. Gli uomini del comando provinciale di Lecce, hanno sequestrato oltre 2mila capi di abbigliamento sportivo, come polsiere, calze e fasce antisudorazione, del valore approssimativo di circa 70-80mila euro, tutti trovati in un esercizio commerciale di Casarano. Secondo le fiamme gialle che hanno condotto diversi maxi-sequestri, la merce contraffatta risulterebbe molta nel Salento, per questo motivo le indagini per capire se ci sono ulteriori responsabili proseguono e, assicura il colonnello Giuseppe Carrozzo, si sta facendo di tutto per bloccare i canali percorsi dai dettaglianti per appropriarsi delle merci illecite da rivendere a ignari acquirenti. In questo caso, infatti, non si parlerebbe di merce proveniente dall’estero, e quindi più difficile da rintracciare, ma si tratterebbe di «made in Italy».

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