di Roberto Fonte
<p><!--
@page { size: 21cm 29.7cm; margin: 2cm }
P { margin-bottom: 0.21cm }
--></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>LECCE</strong> | Scottanti
novità sul caso Basile. A distanza di pochi giorni da quando,
sono stati iscritti nel registro degli indagati due vicini di casa
indagati di favoreggiamento, il lavoro della politica va avanti. Con
un unico, preciso obiettivo: «Evitare che si getti acqua sul
fuoco». Il consigliere ugentino dell'Italia dei Valori, fu
assassinato nella notte tra il 14 e 15 giugno scorsi, da uno, forse
due killer, che lo avrebbero atteso fuori, per poi bloccarlo fino a
infliggergli circa quarante fendenti, di cui 19 andati a segno, che
gli hanno provocato la morte, lasciandolo a terra in una pozza di
sangue. In un primo momento, dagli inquirenti, ma soprattutto dalla
politica, si sono avanzate le ipotesi più varie. «Peppino
è stato ucciso per questioni di donne». Voci di paese.
«Peppino aveva debito di gioco», ancora altre. Ma la
verità, a distanza di quasi tre mesi tarda ad arrivare. E gli
esponenti dell'Italia dei valori, in particolare quelli che oggi
hanno convocato una conferenza stampa, non vogliono che si faccia
silenzio sull'argomento.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"> </p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Nelle prime ore della
mattinata, hanno incontrato il questore di Lecce, Vittorio Ròchira,
un'occasione per conoscerlo e per aggiornarsi su quanto si stesse
portando avanti. Il Comitato Pro-Basile, poi, ha convocato una
conferenza stampa, carte alla mano, per «denunciare» lo
stato di silenzio in cui riversa da qualche settimana l'uccisione di
Peppino. Lui, Basile, era impegnato in politica sia con la carica di
consigliere comunale d'opposizione a Ugento, sia a Palazzo dei
Celestini, come consigliere di maggioranza sempre attento alle
esigenze dei cittadini. Tutte battaglie, che conduceva sul
territorio, tese a «smascherare» eventuali interessi poco
graditi, o forse poco leciti, a suo parere, interessandosi in modo
particolare di questioni ambientali. Ed ecco che, proprio questa
mattina, tutt'intorno a un tavolo, hanno rimarcato all'unisono la
voglia di non sfuggire dalla questione politica, ritenuta dagli
esponenti dipietristi l'unico presunto ramo in cui indagare. Alla
conferenza, alla quale hanno partecipato l'onorevole <strong>Pierfelice
Zazzera</strong>, coordinatore regionale dell'Italia dei Valori, <strong>Francesco
D'Agata</strong>, responsabile provinciale, il senatore <strong>Giuseppe
Caforio</strong>, l'ex giudice <strong>Carlo Madaro</strong>, <strong>Giovanni D'Agata</strong> del dipartimento «Tutela del consumatore», <strong>Gianfranco
Coppola</strong>, consigliere comunale, e il dottor <strong>Salvatore De Mitri</strong> e <strong>Federico Pirro</strong>, ex giornalista Rai.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"> </p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>«BASILE? NIENTE
INTOPPI PASSIONALI»</strong> | La voce arriva con un'unica
convinzione, da tutti i componenti del partito. Basile, dicono, non
aveva problemi legati a debiti di gioco, o questioni passionali. «Il
suo - sottolineano - con ogni probabilità è stato un
omicidio politico». Zazzera, dal canto suo, esordisce in questo
modo, convinto che i tanti campi in cui stava facendo opposizione
attiva, avessero toccato le corde emozionali di qualcuno. Qualche
imprenditore? Forse. Carlo Madaro, intanto, sottolinea che «il
territorio di Ugento è particolarmente interessante per gli
insediamenti turistici, anche per il fatto che può contare su
chilometri e chilometri di costa». Non a caso, è la
terza località del Salento per estensione di territorio.
Insomma, da una parte la voglia è quella di non chiudere un
capitolo scottante, che sta suscitando il timore della gente,
dall'altra la sete di giustizia, che li a condotti a puntare il dito
(per il comportamento assunto dopo l'omicidio) da parte delle
istituzioni. «Ambigua - dicono - è la figura del
sindaco, Eugenio Ozza, che alla fiaccolata organizzata non partecipò.
Un atteggiamento che continua ad essere da impedimento verso quei
cittadini che hanno bisogno di uno stimolo per parlare, per dire
quello che sanno, per far sapere agli inquirenti quell'elemento utile
per dare la dritta giusta alle indagini». Il dito viene
puntato, comunque, verso tutto il centrodestra, anche per un
manifesto (a firma Pdl, sottolineano) affisso nei primi giorni di
agosto. «Si trattò di un manifesto che invitava al
silenzio». Insomma, in controtendenza, secondo loro, rispetto a
quello che dovrebbe essere l'atteggiamento di ogni cittadino
responsabile: «Collaborativo». E poi insistono: «L'unico
che sta portando avanti una battaglia seria è don Stefano
Rocca, parroco della comunità, che sta smuovendo le
coscienze». Ma di cosa si stava interessando, di tanto delicato
Peppino Basile? Alla domanda, rispondono in maniera sintetica e
chiara: «Zona Casale, ex Orex Villaggio Reale, una zona che si
trova dentro a un parco naturalistico. E poi, discarica Burgese e
parco eolico». Intanto, dalla sede provinciale dell'Italia dei
Valori, Zazzera annuncia che la prossima settimana sarà
pubblicato su internet un sito del Comitato Pro-Basile
(www.comitatoprobasile.it), ancora in fase di costruzione, nel quale
ogni cittadino, anche in forma anonima, potrà esprimere il
proprio «sospetto», e dare così un contributo agli
investigatori. Sarà l'occasione, spiegano, per discutere delle
battiglie del consigliere ugentino che, garantiscono, saranno portate
avanti.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"> </p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>IL SINDACO DI UGENTO,
EUGENIO OZZA</strong> | «L'Italia dei Valori un partito garante? Non
mi pare». La risposta da parte del sindaco della città
di Ugento, <strong>Eugenio Ozza</strong>, non tarda ad arrivare: «Mi
sembra un atteggiamento schizofrenico e paranoico», dice. «Non
capisco quale sia la mia colpa. Non aver partecipato ad una
fiaccolata, significa forse che mi sono macchiato di omicidio? A fare
le indagini è la magistratura, nella quale confido, che non è
soggetta ad essere condizionata da pareri di sorta. L'unica posizione
che mi sento di prendere è quella di monsignor Vito De
Grisantis, di qualche giorno fa. Queste persone dell'Italia dei
Valori, a mio parere, hanno bisogno di essere curate da uno
psichiatra, perché si sta decisamente esagerando, quasi fossi
il capro espiatorio d'ogni colpa. Mi meraviglio di quanto detto
questa mattina dagli esponenti dell'Idv, che tra l'altro si è
sempre definito un partito garantista».</p>