di Valentina Maniglia
<p style="text-align: justify;"><strong>TRICASE |</strong> Si è conclusa con tre ordini di custodia cautelare, da parte del Gip, Ercole Aprile, l’operazione condotta dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Tricase denominata «Tricase Drug». L’indagine, iniziata nel marzo 2007, ha visto finire in prigione uno solo dei quattro accusati: si tratta di Roberto Romano, 32enne di Ruffano, considerato il personaggio più importante del gruppo, il punto di riferimento. Luca Morciano, 31enne di Miggiano e Roberta Ruberto, 29enne di Tricase sono invece costretti agli arresti domiciliari. Mentre obbligo di dimora nel suo paese di origine per Donato Riso, 31enne di Miggiano, un insospettabile caporal maggiore in servizio in Toscana. Sono tutti e quattro ritenuti responsabili di traffico e detenzione illecita di sostanza stupefacente.<br /><br />Ma partiamo dall’inizio. L’operazione ha avuto il via a seguito dell’arresto di Marcello Rizzelli, il 27 aprile 2007, trovato in quell’occasione in possesso di 50 grammi di cocaina purissima, del valore sul mercato di circa 6mila euro. Da qui le indagini sono proseguite, riuscendo ad identificare una fitta rete di attività di spaccio, incentrata nel basso Salento, in particolare proprio nella zona di Tricase, che però si espanderebbe anche verso Ruffano e Lecce. Grazie a pedinamenti ed appostamenti, i militari sono poi riusciti ad individuare le persone coinvolte e a capirne il modus operandi: gli accordi sarebbero avvenuti per telefono e, durante le conversazioni, gli spacciatori non avrebbero nascosto il timore di essere scoperti dai carabinieri, da loro chiamati «quelli col cappello». Numerose infatti sarebbero state le contromisure per evitare di essere sorpresi. Il luogo degli incontri, ad esempio, sarebbe stato sempre cambiato all’ultimo momento, mentre la sostanza stupefacente, sempre cocaina, sarebbe speso stata abbandonata in un posto prefissato per poi essere presa dagli assuntori in un secondo momento, lontano da occhi indiscreti. Ma non sarebbe risultato tutto così facile: lo stesso Morciano era costretto a spostarsi a piedi, in seguito alla denuncia al prefetto per uso non terapeutico di sostanza stupefacente, e del ritiro della patente, era stato infatti segnalato come assuntore di droghe durante il controllo di una pattuglia radiomobile. Proprio per questo motivo, l’uomo avrebbe chiesto a Riso di effettuare l’acquisto di droga per suo conto, e questo sarebbe bastato per incriminare anche il caporal maggiore di Miggiano.<br />Il luogo in cui sarebbe stata occultata la cocaina, in attesa di essere presa dagli acquirenti, hanno osservato i militari diretti dal capitano Nicola Candido, sarebbe il marciapiede vicino ad un’aiuola, nella periferia di Tricase.<br /><br />All’alba di oggi, intanto, sono state anche compiute delle perquisizioni domiciliari, effettuate dai carabinieri del nucleo cinofili di Bari.</p>