di Paolo Franza
<p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; tab-stops: 386.25pt;"><strong>GALLIPOLI <em>(redatto con la collaborazione di Federica Sabato)</em></strong> | Ritrovato lo scooter utilizzato dai sicari di Salvatore Padovano. Durante un giro di perlustrazione, gli agenti del commissariato di Gallipoli, in mattinata hanno rinvenuto il presunto scooter utilizzato dai killer di Padovano. Il veicolo è stato ritrovato sul ciglio della strada che da Gallipoli conduce a Rivabella, a circa 800 metri di distanza dal luogo dell’agguato. Stando ad una prima ricostruzione degli inquirenti, lo scooter Yamaha Majesty 125, potrebbe essere stato abbandonato subito dopo la sparatoria, questo fa pensare che in quel posto, ad aspettare i killer ci sarebbe stato un altro complice. Il veicolo, rubato nel mese di agostoin zona, è stato posto sotto sequestro, ora si trova in custodia giudiziaria presso un'autofficina situata alla periferia di Gallipoli, e a breve sarà consegnato alla scientifica per i rilievi del caso. Nel quadro investigativo si fa avanti l’ipotesi che l’uccisione dell’ex boss Padovano sia da attribuirsi ad un gruppo malavitoso emergente, al quale, probabilmente, dava fastidio il presunto attivismo nel basso Salento del clan Padovano. Proprio in quest’ultimo, Salvatore, avrebbe avuto un posto da leader.</p>
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<p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; tab-stops: 386.25pt;"><br />Intorno alle 10,30 di ieri, mentre era all’interno di una pescheria, gestita dai cugini, Padovano è stato chiamato, molto probabilmente dai suoi killer, con la scusa di dover spostare l’auto, che intralciava il traffico. All’uscita, però, Padovano si è visto sparare quattro o forse cinque colpi di pistola, uno dei quali lo avrebbe colpito alla testa. Quando sul posto è giunta l’ambulanza del 118, sarebbe iniziata corsa in ospedale, purtroppo inutile, infatti c'era ben poco da fare, perché pochi minuti dopo è morto. Un agguato, riconducibile probabilmente alla Sacra Corona Unita. Padovano, soprannominato «Nino Bomba», nel gennaio 2007 abbandonò il carcere, dopo 20 anni passati dietro le sbarre a scontare la sua pena. Dopo 24 ore di distanza, dalla morte di Padovano, fatto cadavere con una pistola calibro 9, a Gallipoli crescono tensione e paura, e non si parla d’altro. La modalità dell’omicidio e tutto ciò che è correlato, adesso fa temere possibili ritorsioni e nuovi fatti di sangue per regolamenti di conti su possibili traffici illeciti. «Prima di parlare di ritorno della mafia nel Salento, lasciamo lavorare gli investigatori e cerchiamo di capire quello che sta succedendo» è quanto ha dichiarato il sottosegretario all’interno, Alfredo Mantovano, che scongiura, insieme al procuratore capo, il numero uno della Dia, Cataldo Motta, un ritorno alla guerra di mala. Ieri sera, intanto, in prefettura si è tenuta una riunione urgente del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza con il neo prefetto, Mario Tafaro, il questore Vittorio Rochira e gli stessi Mantovano e Motta. Prevedibili gli argomenti trattati, vi è forte la paura, tra gli inquirenti, di un escalation di sangue nel Salento. Per la prima volta, dopo sei anni, si consuma un omicidio che per le sue modalità di esecuzione lascia intravedere un ipotesi di tipo mafioso. Intanto prosegue a ritmo serrato il lavoro degli investigatori, nel commissariato della cittadina ionica, guidato dal vice questore Pantaleo Nicolì.</p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; tab-stops: 386.25pt;">Già da ieri sono in corso gli interrogatorida parte della squadra mobile di Lecce, ad essere ascoltati per primo, oltre alle quattro persone presenti al momento del delitto, parenti e amici della vittima. In casa di Padovano sono stati sequestrati due computer. A collaborare in sinergia con il commissariato, il capitano dei carabinieri della compagnia di Gallipoli, Domenico Barone, il parigrado Carlo Sfacteria, del reparto operativo provinciale e il tenente Marco Ancora del Ros. Domani verrà effettuato l’esame autoptico sul corpo dell’ex boss, eseguito dal medico legale Tortorella.</p>