di Marco Palma
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>UGENTO (dal nostro corrispondente)</strong> | Visita
ufficiale del prefetto di Lecce, <strong>Mario Tafaro</strong>, al comune di
Ugento, accompagnato dal capo di gabinetto della Prefettura, <strong>Giulia
Cazzella</strong>. Ad accoglierlo il sindaco, <strong>Eugenio Ozza</strong>, il
vicesindaco, <strong>Massimo Lecci</strong>, il presidente del consiglio
comunale, <strong>Biagio Marchese</strong>, il questore di Lecce, <strong>Vittorio
Rochira</strong>, il commissario di polizia della compagnia di Taurisano,
<strong>Giovanni Bono</strong>, il tenente colonnello del comando generale
della guardia di finanza di Lecce, <strong>Giuseppe Carrozzo</strong>, il
colonnello dei carabinieri del comando provinciale, <strong>Salvatore
Gagliano</strong>, e il tenente dei carabinieri della compagnia di
Casarano, <strong>Riccardo Urcioli</strong>.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"> </p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Presenti numerosi
cittadini ugentini che esponevano due striscioni in memoria di
Peppino Basile con su scritto «giustizia per Basile» e
«Ugento non vuole il silenzio», subito sequestrati dagli
uomini della polizia municipale per ordine del primo cittadino che
avrebbe ritenuto gli striscioni poco adatto all’occasione in quanto
si stava svolgendo un’importante visita istituzionale.
Comportamento, questo, che ha generato un malcontento anche da parte
di don Stefano, parroco della parrocchia San Giovanni Bosco di
Ugento, il quale sostiene che il popolo di Ugento non è omertoso,
che il popolo di Ugento vuole giustizia al più presto, che il
popolo di Ugento ha paura. «Non c’era motivo – dice don
Stefano – di togliere gli striscioni in quanto l’articolo 21
della Costituzione parla chiaro. Ogni cittadino è libero di
esprimere il proprio pensiero purché non generi forme di
violenza». Dopo i saluti ufficiali a Sua Eccellenza, il
prefetto, i presenti si sono subito spostati nell’aula consigliare
per aprire la seduta straordinaria del consiglio comunale. Il sindaco
di Ugento ha subito preso la parola per avviare il consueto iter di
apertura della seduta del consiglio comunale passando poi la parola
al presidente del consiglio, <strong>Biagio Marchese</strong>, che, dopo aver
rivolto il proprio saluto al prefetto con l’augurio di una futura
collaborazione con l’amministrazione comunale, ha fatto l’appello
dei consiglieri presenti e non.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Presenti alla seduta per
Alleanza per Ugento, Gemini, Torre San Giovanni e marine, i
consiglieri <strong>Maurizio Basile</strong>, <strong>Tiziano Carratta</strong>, <strong>Dino
Congedi</strong>, assessore all’Innovazione tecnologica, al Turismo,
alla Protezione civile e ai Servizi democratici, <strong>Graziano Greco</strong>,
<strong>Massimo Lecci</strong>, vicesindaco e assessore alla Cultura, Pubblica
istruzione, Ambiente, Formazione professionale, <strong>Antonio Mauro</strong>,
assessore all’Urbanistica e all’Assetto del territorio, <strong>Giuseppe
Nuzzo</strong>, <strong>Francesco Pacella</strong>, assessore al Bilancio e
programmazione, Personale, Politiche comunitarie, Sportello unico
attività produttive e Organismi di partecipazione, <strong>Antonio
Ponzetta</strong>, assessore all’Agricoltura, allo Sport, Politiche
giovanili e ai Servizi cimiteriali, <strong>Francesco Preite</strong>,
assessore alle Politiche sociali e alla Sanità, e <strong>Carlo
Scarcia</strong>, assessore ai Lavori pubblici, Contratti, Contenzioso con
delega alla frazione di Gemini. Per Città Futura i consiglieri
<strong>Angelo Minenna</strong>, <strong>Luigi Corvaglia</strong>, <strong>Renato Gianfreda</strong> e <strong>Oronzo Cavaliera</strong>. Per il gruppo «Per Tornare a
Sperare» erano presenti <strong>Salvatore Riso</strong>, sostituto di
<strong>Peppino Basile</strong>, e <strong>Gianfranco Coppola</strong>. Per «Democrazia
Cristiana» era presente il consigliere <strong>Domenico Giannuzzi</strong>.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">La parola è
tornata poi al primo cittadino di Ugento, <strong>Eugenio Ozza</strong>, che ha
rivolto i propri saluti al prefetto, ringraziandolo per aver scelto
di visitare, come ha già fatto con altre importanti città,
il comune di Ugento ritenuto tra i più importanti della
Provincia. «Ugento – prosegue il sindaco – è il
terzo comune della Provincia di Lecce, dopo Lecce e Nardò, che
vanta una grande estensione territoriale e che ha numerose marine con
14 km di costa. Ha un parco naturale. È stata nominata città
e città d’arte, da poco, perché racchiude nel suo
territorio delle ricchezze archeologiche di notevole prestigio tra le
quali lo Zeus che ha dato il nome ad un importante premio di
archeologia a livello internazionale». Il sindaco ha poi
sottolineato l’importanza del tema della precarietà
soprattutto per i giovani ed, in generale, ha fatto presente al
prefetto che il fatto di lavorare col turismo solo d’estate e con
l’agricoltura solo d’inverno crea non pochi problemi alla
popolazione. Ha proseguito poi citando la crisi dell’artigianato
all’interno del paese e facendo presente la presenza di un progetto
per creare presto una nuova zona industriale. Ha concluso il
discorso, soffermandosi sul delitto Basile, dicendo che Ugento è
un paese tranquillo e sicuro, nel quale non si verificano grossi casi
di delinquenza e, questo dato, è stato smentito, purtroppo,
dal delitto del consigliere comunale, Peppino Basile, che ha scosso
l’intera comunità ugentina.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">«Vorrei subito
chiarire – sottolinea il prefetto, <strong>Mario Tafaro</strong> – lo
spirito di queste mie passeggiate, che non sono delle passeggiate
meramente turistiche, ma è lo Stato, rappresentato nella
funzione di governo dal prefetto nella provincia, che si reca ad
incontrare le comunità che insistono nel territorio e quindi
le amministrazioni comunali per acquisire una conoscenza personale
degli amministratori che si trovano ad amministrare, pro tempore, la
cosa pubblica nella Provincia e poi per conoscere le emergenze e le
problematiche presenti nel territorio ma, soprattutto, per dare un
segno di tangibile e costante attenzione e presenza proprio del
governo nei confronti degli enti locali». Il prefetto prosegue
sottolineando l’importanza di creare una vera e propria sinergia
tra le diverse istituzioni presenti nella provincia perché
solo adempiendo il proprio dovere nel proprio campo d’azione si può
contribuire ad affrontare i problemi e le esigenze che man mano si
manifestano agli occhi delle amministrazioni pubbliche. Facendo poi
riferimento al delitto Basile, parla di una crisi che attanaglia un
po’ tutto il mezzogiorno, ponendo un accento particolare sulla
necessità di istruire alla legalità.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">«Ugento è, a
mio avviso, rispetto agli altri territori, un territorio privilegiato, perché
ha una costa meravigliosa che, nell’ambito di un discorso
generalizzato di programmazione, può fornire una risposta,
oltre che in termini di vocazione turistica, proprio in termini di
risposta turistica che può essere una risposta fornita per un
lasso temporale molto esteso perché qui da noi la buona
temperatura ci assiste da marzo a novembre. Si tratterebbe, quindi,
di sfruttare questo ottimo clima e questa costa meravigliosa per dare
delle risposte occupazionali ai nostri giovani perché dare
risposte occupazionali significa, inevitabilmente, togliere
manodopera e manovalanza alla criminalità». Il prefetto
ha poi proseguito sostenendo l’importanza di far tornare a credere
questi ragazzi ai valori tradizionali e al rispetto per la vita e
alla necessità di abbattere la disoccupazione. Bisogna far
rispettare le regole minime e basilari come, ad esempio, indossare il
casco, facendo capire l’importanza del rispetto alla propria vita
perché, se non si rispetta la propria vita, risulta difficile
rispettare quella degli altri. Il neo prefetto ha poi invitato le
famiglie alla collaborazione con le forze dell’ordine e con le
istituzioni perché solo da una stretta sinergia che muove
tutto si può ottenere qualcosa di buono. In una nostra
intervista al prefetto, Mario Tafaro, a proposito del caso Basile, è
emersa la necessità di combattere l’omertà e, quindi,
di collaborare al mantenimento della sicurezza sul territorio perché,
i primi a garantire la sicurezza e la tranquillità, sono i
cittadini stessi. «Se ad Ugento persiste ancora un clima di
omertà – sostiene il prefetto – vuol dire che i cittadini
non hanno colto appieno quello che è il messaggio principale
del volersi bene».</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>UN MISTERIOSO SMS (<em>di Paolo Franza</em>)</strong> | Un sms è giunto all’utenza mobile del presidente della
provincia, <strong>Giovanni Pellegrino</strong>. Il messaggio, giunto al numero
mobile dell’Ente provinciale 393-2003200, ha fatto anche fermentare
la rabbia degli ugentini che sono scesi in piazza, in occasione
dell’arrivo del prefetto a Ugento, a manifestare la loro ira, in
merito ad un silenzio, per loro, inspiegabile. Un messaggio breve, ma
è bastato per dare indizi, forse, utili agli inquirenti che da
tempo brancolano nel buio. «Carissimo presidente – così
inizia l’e-mail – da quel 15 giugno non ci sentiamo più
tranquilli e ancora più, abbiamo rabbia di giustizia che non
c'è». Un senso di angoscia, di paura di un cittadino non
tranquillo, che non vede ancora giustizia e che sa che l’assassino
di Peppino Basile è ancora libero, pronto a commettere un
altro omicidio.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">«Rifacciamo una
fiaccolata, lo vogliono i cittadini di Ugento». Una proposta
che viene nuovamente lanciata, una fiaccolata della giustizia e della
legalità, come quella fatta dopo un mese dalla morte del
consigliere ugentino, che ha fatto molto discutere sui giornali
tramite il battibecco tra l’amministrazione comunale, guidata dal
sindaco di Ugento, Eugenio Ozza, e il parroco della parrocchia che
Peppino frequentava, don Stefano Rocca. Una polemica nata
dall’assenza dell’amministrazione alla fiaccolata, alimentata
dalle parole di don Stefano a conclusione della manifestazione. Tra
le poche righe dell’e-mail, viene riportato un indizio utile per
chi prosegue ad indagare sull’atroce omicidio. Si tratta di un
presunto interessamento del consigliere dell’Italia dei Valori,
alla regolarità della gestione del lido di Ugento. Infatti da
tre mesi, Peppino aveva messo mani su delle carte irregolari e dei
versamenti mai giunti al Comune da parte di un lido balneare di
Ugento. Pellegrino, dopo aver ricevuto la «lettere virtuale»,
ha informato il questore di Lecce, Vittorio Rochira. Sull'uccisione
di Basile indagano sia la polizia che i carabinieri, coordinati dal
pm del Tribunale di Lecce, Giovanni De Palma.<em></em></p>