di Valentina Maniglia
<p><strong>LECCE</strong> | Fresco, frizzante, divertente, appagante e stimolante. È
stato così l’incontro, durato circa un’ora e mezza, di ieri pomeriggio fra gli studenti del corso di laurea in Scienze
della comunicazione dell’Università del Salento e <strong>Paolo
Bonolis</strong>, showman e conduttore televisivo. Una lectio magistralis sul
tema della televisione, della produzione di format televisivi, sul
lavoro nel settore della comunicazione. L'appuntamento è stato
fissato alle 17, ma l’ospite non si fa attendere e, accompagnato da
una lunga ovazione, fa il suo ingresso in aula con venti minuti di
anticipo. Capelli color cenere, viso rosso (lo diventerà
ancora di più per via del gran caldo) e sguardo sbarazzino che
accompagna le sue acute battute. Le stesse che inizia a fare per
rompere un po’ il ghiaccio. Accanto a lui il preside del corso di
laurea, <strong>Angelo Semeraro</strong>, il patron del Premio Barocco, <strong>Fernando
Cartenì</strong> e il Prorettore dell’Università del Salento,
<strong>Carmelo Pasimeni</strong>. Presentazioni di rito e la lezione può
iniziare.</p>
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<p><strong>L'INCONTRO COL «PROFESSORE»</strong> | L’insolito professore inizia definendosi macabramente «in
stato di decomposizione al cospetto di cotanta gioventù»
e sottolinea l’importanza proprio dei più giovani, che
devono saper cogliere la nostra libertà e «saper
disobbedire», dire no. A
volte è indispensabile farlo, non per il gusto di trasgredire,
ma per creare qualcosa di nuovo che ci aiuti a crescere. Senza
dimenticare il «fanciullino» che c’è in noi
«affinché – dice – il bambino non perisca per
sempre». L’incontro è dinamico, veloce e per niente noioso. Si
passa da subito alle domande del pubblico, numerosissimo e quasi
completamente composto da studenti e curiosi, accorsi a vedere lo
showman.</p>
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<p>Si toccano argomenti più o meno seri, l’atmosfera è
distesa e sorridente. «Cos’è per Paolo Bonolis il
linguaggio del terzo millennio?» chiede un primo ragazzo. «Una
scommessa divertente – sottolinea – un ponte tibetano fra chi
parla e chi ascolta». Oggi esistono tanti linguaggi, «la
mediazione fra questi forma l’identità culturale del
momento».</p>
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<p>Si parla di lui, della sua quotidianità e delle sue
esperienze. Dice di guardare poco la tv, la ritiene «utile, se
pur con tutte le cautele del caso», perché anche
l’informazione è «veicolata», e «la
democrazia non è quindi raccontata bene». Cita Report,
il programma di incheste giornalistiche di Raitre, come uno dei suoi
programmi preferiti. A proposito della sua esperienza di giornalista televisivo a
«Serie A» racconta «un rapporto sgradevole, poiché
il calcio doveva essere raccontato nella sua parte più
morbosa», quando invece «tutto lo sport è un
gioco».</p>
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<p>Le domande sono molte, gli studenti sono interessati ed esprimono
più volte il loro apprezzamento verso l’ospite. Il discorso
scivola, poi, sul tema del mercato, sul quale si basa gran parte,
anzi tutta, la televisione odierna. «Una televisione
commerciale, che punta soprattutto al prime time, alla prima serata».
Solo alcuni riescono a pronunciare quel «no» a cui tanto
oggi chi era seduto in cattedra ha incitato tutti. Perché «non
importa da dove venga quel no, l’importante è che sia vero».
Applausi scroscianti.</p>
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<p>La discussione di sposta sul tema della pubblicità,
soprattutto quella rivolta ai più piccoli, sulla quale dice:
«Genera insoddisfazione cominciando a modificare il genoma del
pensiero quando si è piccoli». È il «mercato
dell’inutile» che «si costituisce sulla paura della
morte individuale». Poiché ne siamo tutti vittime, ed è
per questo che, secondo Bonolis «bisogna saper dire di no».</p>
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<p><strong>IL SENSO DELLA VITA</strong> | C'è poi una domanda inevitabile che gli viene posta dagli
studenti, parafrasando il programma di Canale 5, «Il senso
della vita»: «Qual è il senso della vita per Paolo
Bonolis?», gli chiedono. Lo sguardo sbarazzino diventa più
serio, pensa a qualcosa di veramente profondo e poi afferma che «il
senso è proprio cercare il senso». Non solo, il senso
della vita si incarna in tutto, in una parola è «passione»,
comprende «tutti i punti di riferimento netti dell’esistenza».
Tanti quanti sono gli attori del nostro vivere.</p>
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<p>Seduti in prima fila giornalisti e fotografi, il produttore Rai,
<strong>Nello Marti</strong>, la moglie <strong>Patrizia Bulgari</strong> e il patron Cartenì. A
un certo punto si chiede alla platea che l’incontro finisca, perché
erano state fatte molte domande e affrontati molti temi, ma Paolo
dice di poter rimanere, che non ci sono problemi, che si può
andare avanti con le domande fino a che agli studenti è
gradita la sua presenza. E allora si continua a parlare: dal festival
di Sanremo, a suo tempo condotto da lui, a «Fattore C»,
ad «Affari Tuoi». Dal fondo dell’aula si sente la voce
di una ragazza, che gli passa un bigliettino con su scritto: «C'è
bisogno di persone come lei, dovrebbero clonarla». E lui
contento e imbarazzato: «Senza i confini limitati della volontà
altrui – dice – chiunque può farcela».</p>
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<p><strong>LA SERATA DEL PREMIO BAROCCO</strong> | Paolo
Bonolis, intanto, questa sera sarà al Premio Barocco di
Raiuno. Insieme a lui anche altri personaggi popolari del mondo della
musica, della televisione, dello spettacolo. Sul palco allestito nel
parcheggio Carlo Pranzo, si esibiranno la giovane cantante <strong>Anna
Tatangelo</strong>, la showgirl <strong>Anna Falchi</strong>, la giornalista e scrittrice
<strong>Monica Setta</strong>, conduttrice di programmi come «Domenica In».
Tra i tanti ci saranno anche <strong>Leonardo Pieraccioni</strong>, che riceverà
un premio per la sua attività di regista cinematografico e
<strong>Giorgio Panariello</strong>, col premio solidarietà. Il Comune di Lecce
conegnerà a <strong>Peppino di Capri</strong> una targa per i suoi 50 anni di
carriera. Bonolis, insieme al gruppo musicale dei <strong>Pooh</strong>, riceverà
la «Galatea», la statuetta simbolo del Premio Barocco che
gli viene attribuita per la sua eccellente carriera. Il premio sarà
consegnato, inoltre, ad<strong> Alain Elkan</strong> per il giornalismo, e ad <strong>Egidio
Ambrosetti</strong>, per la cultura, mentre da Milano, <strong>Massimo Moratti</strong>, farà
il punto sui successi della sua squadra di calcio. Ci sarà poi
<strong>Al Bano</strong> e il coro gospel «A.M. Family di Guido».
L'orchestra di Terra d'Otranto sarà diretta dal maestro
<strong>Antonio Palazzo</strong>, mentre la conduzione è affidata a <strong>Fabrizio
Frizzi</strong>.</p>