Data pubblicazione: 16/08/2008 | CRONACA
Una tragedia è stata sfiorata al largo di Otranto, col recupero di dodici persone
Un'imbarcazione di dieci metri di lunghezza con a bordo 12 sub è affondata alle 16,30 di questo pomeriggio al largo di Otranto proprio durante la fase di rientro. Tempestivo l'intervento dei militari della Guardia costiera.
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>OTRANTO</strong> | Quella di Ferragosto è
stata una giornata tranquilla, tranne che per dodici persone a bordo
di un'imbarcazione, che se la sono vista brutta per un po' di minuti
fino all'intervento dei soccorsi. L'imbarcazione, di 10 metri di
lunghezza, aveva a bordo 12 sommozzatori, appartenenti ad una scuola
locale di immersione, la «Sudest Diving». Proprio
all'altezza dei due fari, intorno alle 16,30 di questo pomeriggio,
l'imbarcazione che li trasportava ha cominciato ad imbarcare acqua,
fino a che non si è catapultata e ha lasciato i 12 sub in alto
mare. La motobarca denominata «Big bubble» stava facendo
ritorno dalla propria attività di diving, e come si diceva ha
cominciato ad imbarcare acqua a circa 200 metri dall'imboccatura del
porto di Otranto. Di conseguenza la barba ha cominciato ad affondare.
La richiesta di aiuto è giunta nella sala operativa
dell'Ufficio circondariale marittimo di Otranto nel primo pomeriggio,
e ha permesso un intervento tempestivo dei militari della Guardia
costiera, che hanno prestato soccorso ai dodici. Quella che poteva
essere una tragedia è stata scongiurata dall'intervento delle
motovedette della Guardia costiera che appena giunta sul posto, dopo
che i malcapitati vedendole arrivare, si sono tuffati in mare, li
hanno recuperati e fatti salire a bordo dei mezzi di soccorso. Nel
frattempo, l'unità a bordo della quale i sub stavano
viaggiando è affondata in pochi minuti proprio all'imboccatura
del porto. Per quanto riguarda la zona in cui è affondata
l'imbarcazione, i militari hanno provveduto a deviare l'intenso
traffico in ingresso e in uscita dal porto, al fine di evitare
eventuali collisioni. L'operazione di recupero del natante di dieci
metri e cominciata subito dopo essersi assicurati che tutto
l'equipaggio stesse bene. L'intervento di recupero si è reso
necessario perché se non si fosse intervenuti in tempo ci
sarebbe stato il pericolo che le acque venissero inquinate dal
carburante, sia per il fatto che l'unità navale, qualora non
fosse stata segnalata avrebbe potuto creare qualche problema di
sicurezza della navigazione. Il recupero si è concluso nel
tardo pomeriggio, quando l'imbarcazione è stata messa in
sicurezza sulla banchina «San Nicola». Di fatto,
l'Ufficio circondariale marittimo di Otranto ha avviato le indagini
amministrative di rito per verificare quanto accaduto.</p>
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