ROMA | Non basta la grinta, non basta la rimonta, non basta il cuore. E, molto probabilmente, tutto ciò non basterà nemmeno per restare in A. Perchè il Lecce, oltre alle sue inadeguatezze già ampiamente processate, non ha quel pizzico di fortuna che sempre serve, non gode di quelli arbitraggi uniformi che tali dovrebbero, anzi, devono essere.
All'Olimpico di Roma finisce 3-2, l'inopinata decisione di Mazzoleni di concedere il rigore della vittoria ai capitolini, manda in frantumi la doppia rimonta, condiziona nettamente l'esito del match (tornato apertissimo sino a quel momento), sgretolando le ambizioni d'un Lecce ormai pronto a varcare la soglia della cadetteria.
È il destino più probabile per una squadra mal costruita e orrenda in difesa, ma, nonostante tutto, ancora disperatamente viva e che, visto il rendimento, dovrebbe sempre giocare fuori casa. Con riferimento a domenica prossima, alla sfida interna col Catania nell'intento di smuovere una situazione pressochè invariata (aspettando il Torino nel posticipo). Con il campionato che rapidamente s'avvia verso il suo epilogo, arbitri permettendo naturalmente.
LA PARTITA | Nonostante i sette indisponibili, l'avvio della Roma è fulminante, anche a causa d'un Lecce inizialmente spaesato, impaurito che si fa schiacciare e colpire come se nulla fosse. La difesa ospite soffre maledettamente a ogni affondo (comincia De Rossi con un destro da fuori, deviato dal portiere ospite) e già al primo vero attacco romanista alza bandiera bianca: sulla punizione ben calciata da Baptista, respinta di Benussi e tap in vincente di Totti (con Giuliatto beatamente addormentato), lesto a spinger dentro col destro.
È il principio di resurrezione per i capitolini, che salgono al settimo cielo al 12', quando la solita grottesca difesa leccese lascia passare il cross di Motta e inserire comodamente Brighi, che prende il tempo a Benussi e insacca. Due a zero. Il Lecce assomiglia a un pugile suonato, punito chirurgicamente da una Roma non proprio in formissima ma alquanto spietata, che beneficia anche della genialità di Totti, anch'esso non al massimo della forma, ma sempre decisivo quando c'è da accendere la luce.
I giallorossi di casa hanno però il demerito di lasciare parecchia iniziativa agli avanti salentini, inizialmente fattisi vedere con il tiro da fuori di Caserta, terminato alto d'un non nulla. Per il calabrese primo e ultimo tentativo, visto che nell'occasione rimedia un infortunio che lo obbliga ad uscire zoppicante, rimpiazzato da Papadopoulos.
Il team di De Canio è vivo, cerca di scuotersi, ribellarsi al destino che tristemente lo attende: alla mezz'ora Munari fa prima le prove (con un colpo di testa che non trova lo specchio su cross di Zanchetta), poi, su cross di Polenghi, sfrutta l'assist involontario di De Rossi e infila Artur in maniera glaciale. Il Lecce c'è, chiude in crescendo fra le speranze dei suoi 250 fedelissimi, costretti al sobbalzo al 40', quando Tiribocchi sfiora il pareggio prima di rientrare negli spogliatoi per l'intervallo.
L'impressione non era per niente campata in area, la pausa porta benefici al Lecce, che trova carica e stimoli negli spogliatoi, tramutandoli nell'insperato pareggio sul campo. Al 55', sull'ennesima ficcante ripartenza salentina, Tiribocchi estrae dal cilindro un assist al bacio per Papadopoulos, che da ottima posizione gonfia il sacco. Il due a due è un mezzo miracolo, ma la gioia dura quattro giri d'orologio, sino a quando, al 59', Mazzoleni scava la fossa al Lecce, concedendo un rigore alla Roma che definire generoso sarebbe eufemistico. Il fischietto bergamasco (a fine gara pesantemente bacchettato dai dirigenti leccesi) non nota che Baptista è già in evidente caduta, prima d'entrare in contrasto con Edinho e manda agli undici metri il «Pupone» Totti.
Il capitano non si fa pregare, sceglie la soluzione di potenza e sigla il suo decimo gol in campionato. Roma nuovamente avanti, nonostante l'impressione sia quella di un match ancora aperto. Come dimostrano le occasioni a favore dei salentini, fioccanti sino a quando Ariatti mette fine, in anticipo, alla sua gara. Per il cursore ospite espulsione sacrosanta al 72', dopo un fallaccio a piedi uniti su Pizarro.
È la mazzata definitiva per un Lecce tutto cuore e disperazione, capace di mettere ancora i brividi ai supporters romanisti con Zanchetta (punizione ben calibrata, deviata dal plastico tuffo di Artur) e Konan, che raccoglie un lancio dalle retrovie, si ritrova sul punto di battere a rete, ma viene provvidenzialmente stoppato in extremis da Motta. La Roma cerca di amministrare come può, rattoppando qua e la, mentre per il Lecce sono gli ultimi fuochi, sino al triplice fischio, al 93', che spegne definitivamente la giostra.
Le pagelle dei giallorossi a cura della Redazione di Reteluna.it:
Benussi 5.5
Polenghi 5
Fabiano 5.5
Esposito 6
Giuliatto 5.5
Munari 6.5
Zanchetta 6
Edinho 5
Ariatti 4.5
Caserta sv
Tiribocchi 6
Subentrati:
Papadopoulos 6
Konan 5.5