LECCE | Un 2 a 2 più amaro che altro, che ha il forte retrogusto della condanna. L'ennesima opera incompiuta al «Via del Mare», da parte di un Lecce a tratti vicino alla definitiva resurrezzione (vedi il vantaggio iniziale), a tratti grottesco e imbarazzante (vedi il «non gioco» del secondo tempo e una difesa che praticamente non esiste).
Del match disputato contro l'Atalanta, fatto di rimonte e contro rimonte, resta un pareggio da cui è una mezza impresa cavarne una utilità, che allunga ulteriormente l'agonia d'una squadra disperata a nove giornate dalla bandiera a scacchi. In chiave classifica, data ormai per spacciata la Reggina, viene agguantato il Toro e rosicchiato un punto al Bologna, tenendo però presente d'un Chievo autore d'una risalita pazzesca (anche se il calendario finale dei clivensi incute paura solo a vederlo).
Ancora tutto in gioco, il cerchio delle prescelte esita a restringersi, ma è difficile restare indifferenti al kappaò evitato dal Lecce solo grazie a una prestazione tutto cuore di Caserta. Il centrocampista calabrese sigla la doppietta personale e un rigore che evita una precoce sentenza di retrocessione. Anche se l'impressione è che l'appuntamento sia solo rimandato.
La partita. Nei rispettivi starting eleven, un'assenza pesante da ambe le parti: gli orobici rinunciano a Doni, i salentini perdono Tiribocchi, sofferente alla caviglia destra. L'Atalanta di Del Neri s'affida dunque al 4-4-1-1 con l'ex di turno «Pajarito» Valdes a supporto del bomber Floccari, autore della doppietta che ha steso il Toro sette giorni fa. Come previsto 3-4-3 per il Lecce, che cambia nuovamente il «guardiano» della porta (Benussi fa risedere Rosati in panca) e rinuncia a Stendardo in favore di Esposito. De Canio lascia fuori anche Zanchetta e affida le chiavi del centrocampo al duo Giacomazzi-Edinho, mentre in attacco, oltre a Caserta e Castillo, è Papa Waigo a vincere il ballottaggio con Papadopoulos.
Come già accaduto in altre occasioni, è un classico la partenza pimpante del Lecce, capace di prendere in mano le redini del gioco e dimostrare tutta la sua voglia di tornare a vincere innanzi ai propri tifosi. E dopo due-tre spunti godibili (fra cui un retropassaggio suicida di Capelli sventato da Consigli), le sensazioni si rivelano giuste, visto che al 10' il risultato si sblocca, con i giallorossi che tornano a segnare al «via del Mare» dopo quasi due mesi d'astinenza (dal 3-3 con il Toro): assist filtrante al bacio di Castillo per Caserta, che scatta sul filo dell'off side, elude i centrali difensivi, smarca anche Consigli e deposita in rete di piatto destro, cogliendo il suo terzo gol stagionale.
Il gol del vantaggio pugliese anima molto la partita, suscitando la reazione atalantina: la squadra di Del Neri prima protesta per un intervento di Schiavi su Guarente, poi al 12' mette in piedi una bella azione con un Valdes nelle vesti di suggeritore per Floccari, il quale non ci arriva di poco. Ha addirittura del palpitante e del clamoroso quello che accade al 21' con la sventagliata di Floccari per Valdes sulla sinistra, che ubriaca Angelo e spara col mancino, trovando solo la traversa. Azione tambureggiante con la sfera che torna in campo e il doppio tentativo ravvicinato di Defendi, sfortunato nel trovare prima la respinta di Benussi, poi il corpo di Ariatti, coraggiosamente immolatosi per salvare la baracca.
Indubbiamente la partita è molto bella, con i padroni di casa che finalmente riescono a far vedere qualcosa di buono anche sugli esterni e gli ospiti che s'affidano all'imprevedibilità dell'ex Valdes, fino all'anno scorso alla corte di Papadopulo.
Alla mezz'ora di gioco, la squadra bergamasca raccoglie i frutti del pressing messo in piedi dopo lo svantaggio e ripristina la parità, con la ormai solita complicità della retroguardia giallorossa. Rinvio di Consigli, stop e invenzione di Floccari per lo scattante Padoin, dimostratosi glaciale davanti a Benussi, freddato con un collo destro.
Ovviamente sono lampanti i demeriti di Schiavi e compagni, banalmente sorpresi come nelle topiche di una settimana fa a Palermo. Il gol dà ulteriore consapevolezza ai nerazzurri, vicini anche al vantaggio, al 41', dopo un gran lavoro di Floccari, che, accerchiato da tre uomini e spalle alla porta, per poco non spedisce in rete con una pericolosa girata. Unito al pericoloso colpo di testa di Esposito, è l'ultima azione degna di nota del primo tempo.
Nella ripresa, il Lecce propone l'avvicendamento fra Schiavi e Ardito, chiamato a infoltire la linea mediana. Nemmeno il tempo di organizzarsi, che sui giocatori di De Canio piove una doccia gelida, quando, a 3' dal rientro sul manto erboso, ancora Padoin beneficia dell'ennesimo disastro della difesa giallorossa (che praticamente non esiste) per completare la rimonta e effettuare il sorpasso. Il giocatore orobico riceve da Floccari, punta e salta Angelo, trafiggendo Benussi con un destro che non lascia scampo. È l'inizio di un mezzo incubo per la squadra di casa, che dopo aver sperperato quanto di buono fatto nelle fasi d'avvio, s'addentra in un tunnel poco confortante, mettendo in mostra un non gioco imbarazzante. Dalla panchina subentra ad Edinho anche Papadopoulos ed il «minestrone» è del tutto fatto, con gli schemi che saltano completamente.
I giallorossi subiscono la contestazione dei propri tifosi e un'Atalanta (copertasi con l'uscita di Valdes e l'ingresso di De Ascentis) che va vicina al tris, al 60', con un velenoso destro di Defendi, finito fuori di pochissimo.
In qualche modo il Lecce, nel pieno di una confusione più totale, riesce ad assediare gli avversari, con le occasioni che fioccano ripetutamente: al 65', su cross di Caserta da calcio piazzato, inzuccata a botta sicura di Papadopoulos respinta da Consigli; un minuto dopo spreco immenso di Castillo, che non sfrutta una bella sponda di Papa Waigo, alzando incredibilmente la sfera sulla traversa da pochissimi passi. In campo si vede anche capitan Zanchetta, il quale a 8' dalla fine tira fuori un destro liftato su calcio di punizione, che Consigli devia in bello stile.
Si tratta d'un arrembaggio tanto insistente, quanto confuso, nel quale anche l'arbitro sembra perdere la tramontana. Celi, infatti, dopo aver preso delle decisioni alquanto dubbie, allontana dal campo mister De Canio e il medico sociale giallorosso Palaia; mentre all'88' Benussi neutralizza il diagonale di un Floccari generoso.
Dopodichè la sfida mette in mostra gli ultimi fuochi d'artificio nell'extra time, dove Caserta spara con il destro trovando il netto tocco di mani di Manfredini, che porta lo stesso ex giocatore palermitano alla massima punizione dagli undici metri: battuta ben calciata e forte quanto basta per fissare il punteggio sul 2-2. Gli ultimi 5' di recupero, per un Lecce disperato, fuggono via fra illusioni, speranze deluse e un punticino che serve a ben poco. Quel treno salvezza s'allontana sempre più.
Le pagelle dei giocatori del Lecce, a cura della redazione di Reteluna.it:
Benussi 6
Esposito 5,5
Fabiano 5
Schiavi 4,5
Angelo 5
Giacomazzi 5
Edinho 4,5
Ariatti 4,5
Papa Waigo 5
Caserta 7
Castillo 5,5
Subentrati:
Ardito 5
Papadopoulos 5,5
Zanchetta sv