MATINO | Chi cade nell'assurda banalità che sia colpa degli amministratori sbaglia di grosso. Perché purtroppo la politica non sempre è in grado di fronteggiare le questioni ambientali. L'incuria di un territorio dove le discariche abusive sono sempre più numerose, ormai ci lascia perplessi. È colpa, sembra evidente, del cittadino, che invece di capire che un rifiuto speciale per essere smaltito, dev'essere affidato alle ditte specializzate, per disfarsene che cosa fa? Lo butta in aperta campagna. Un fenomeno che acquisisce contorni sempre più drammatici. Li troviamo in ogni angolo, specie fra le vie di campagna, o addirittura nelle piazzole di sosta delle auto. Ma non possiamo essere così sprovveduti, anzi presuntuosi, da affermare che con un'ordinanza, un sindaco sia in grado di fronteggiare un fenomeno in continua espansione. Non una questione di risorse, né di fondi. Qua sta tutto nella testa di chi violenta un territorio, gettando un materasso in aperta campagna, quando poi per smaltirlo è sufficiente chiamare un numero verde, che se lo vengono a prendere a domicilio.
Tutta questione di cultura, non c'è che dire. Un fronte sul quale il Comando provinciale del Corpo forestale dello Stato si sta impegnando a tutto tondo. Non tanto coi sequestri, che quelli si sa, bisogna farli perché è la prassi, quanto piuttosto sensibilizzando il cittadino a non intraprendere queste forme di violenza, che potremmo additare come una nuova forma di criminalità. Non fosse altro per il territorio, che vive di turismo, e che non si può permettere di sbagliare, o di attendere l'arrivo del Papa o del Presidente della Repubblica, che di certo non torneranno nel Salento il prossimo anno. Sta a vedere che ora, è colpa dei sindaci. Come quando gli si incolpa di non aver creato posti di lavoro, quando poi, si sa, non sono gli amministratori che devono risolvere i problemi della crisi, quanto piuttosto devono impegnarsi a creare quelle condizioni affinchè gli imprenditori sul territorio possano investire e far crescere la propria realtà.
Oggi il tema ambientale, risuonato anche sugli approfondimenti dei tg nazionali, è senza dubbio sentito. Che non è quello dei cassonetti stracolmi (non siamo ancora come gli amici della Campania), ma poco ci manca, se non si adotteranno forme comuni di coscienza. Come per esempio, quando uno butta una carta in mezzo alla via. Provate a guardarlo con occhio schifato, come a dire, «ma cosa sta facendo? non vede che così rovina il territorio?». Provate. È da questi piccoli accorgimenti quotidiani, forse, che un giorno o l'altro riusciremo a evitare di vedere (com'è successo ancora una volta), pneumatici martoriale la terra rubra del Salento, come quegli esemplari (oltre mille) che la Forestale ha sequestrato in «Contrada Scatola», in agro del Comune di Matino, e che sappiamo essere classificati come rifiuti speciali. Mille, abbandonati all'interno di una superficie di terreno accanto a una strada vicinale che collega Casarano e Parabita, a Collepasso. Gli agenti della Forestale, quelli del distaccamento del Comando stazione di Gallipoli, hanno inoltrato una denuncia alla magistratura contro ignoti, ed è stato nominato custode giudiziario il fratello del proprietario, deceduto alcuni anni fa.
L'abbandono incontrollato di rifiuti (con una vera e propria lotta alle discariche abusive), è cominciata già settimane fa, ma probabilmente ha visto impegnati gli agenti della Forestale, soprattutto nei giorni scorsi, col sequestro di circa tre ettari di terreno. Il 4 marzo scorso, infatti, gli agenti hanno sequestrato discariche abusive nelle campagne dei territori di Gagliano del Capo, Copertino, Lecce, Minervino, Uggiano La Chiesa, Sanarica, Matino, Sannicola e Galatone. Tre ettari, per un totale di dodici discariche, che hanno tenuto impegnati gli agenti dei distaccamenti operativi di Gallipoli, ma anche Otranto, Tricase, e il Nucleo di polizia ambientale. In quell'occasione, come si ricorderà, furono denunciate all'autorità giudiziaria a seguito della maxioperazione, nove persone.
Due di loro di Gagliano del Capo, e sette di loro di Copertino. Persone ritenute responsabili, a vario titolo, di aver realizzato un vero e proprio scempio ambientale. Particolare clamore fece il sequestro nella zona industriale di Copertino, dove gran parte dei rifiuti, al momento del «blitz» della Forestale, stava prendendo fuoco. In quell'occasione, la Forestale commentò così la scoperta: «È assurda questa continua mancanza di senso civico e di rispetto verso l'ambiente da una parte delle figure sociali della nostra provincia che con cura certosina abbandonano delle vere e proprie bombe ecologiche che vanno dall'eternit, alle batterie, fino agli pneumatici delle auto e dei camion, oli esausti, contenitori di vernici, solventi, dai rifiuti inerti provenienti da demolizioni alle plastiche, ai cartoni, bidoni, lavatrici, frigoriferi. E ancora, vetro, motori, ciclomotori, ferro, lavandini, e addirittura scarti di macellazione. Il problema è di carattere culturale. L'ambiente, la natura, il territorio che sono visti ancora come res nullius». È proprio vero, è un problema di carattere culturale. Servirà a risvegliare le coscienze?