LECCE | Dopo l'arresto del latitante Salvatore Caramuscio, condannato all'ergastolo, si ritorna a lavorare all'interno della Questura di Lecce che, nella giornata di ieri, dopo aver stretto le manette ai polsi ad uno nei personaggi malavitosi del Salento, ha ricevuto complimenti e soddisfazioni anche da parte degli amministratori di Roma. Caramuscio non avrebbe latitato da solo, infatti, ora gli inquirenti lavorano per fermare che ha favorito la latitanza del 40enne «Scaramao». L'uomo avrebbe trovato rifugio nel nord Salento, nelle vicinanze della marina leccese e tra i comuni di Trepuzzi e Surbo. Ultimamente, vedendosi gli agenti con il fiato sul collo è andato a Cassano Murge, nel barese. Proprio lì, alle prime luci dell'alba, le forze dell'ordine l0 hanno arrestato mentre si trovava in una stanza da letto ricavata al secondo piano di una minuscola corte nel cuore del borgo antico di Cassano Murge.
Ora bisognerà capire se a favorire la latitanza del «Setola salentino», vi sia anche il proprietario della stanza in cui alloggiava. Gli agenti della Polizia di Stato, diretti dal dirigente Annino Gargano, stanno lavorando proprio su questo, cercando di risalire ai responsabili di favoreggiamento. Si presume infatti che Caramuscio sia stato aiutato da più persone durante la latitanza, e questi nomi potrebbero arrivare a breve. Il 40enne è stato trovato senza armi e senza soldi. Inspiegabile al momento il perchè da parte degli agenti. Secondo una prima ipotesi, pare che Caramuscio abbia avuto nel barese alcune persone che si occupavano della protezione sia dei soldi che delle armi. O che sia stato qualche amico salentino in fuga insieme a lui nel barese.
È atteso per dopodomani l'interrogatorio di Caramuscio. Infatti, l'ex latitante sarà interrogato da Maurizio Saso, giudice delle indagini preliminari. L'uomo è accusato di estorsione in concorso ed aggravata dallo stampo mafioso. Proprio durante la conferenza stampa tenutasi ieri in Questura, il procuratore capo, Cataldo Motta, ha invitato tutte le persone che hanno ricevuto richieste estorsive e atti intimidatori dall'arrestato a presentarsi presso gli uffici della polizia e presentare denuncia, il modo da far lievitare la posizione del 40enne. Lo stesso che anche negli ultimi mesi avrebbe continuato a chiedere denaro. Le richieste estorsive non sarebbero state emesse direttamente da Caramuscio, ma avrebbero agito altre persone a suo nome. Infatti, nel novembre scorso vennero strette le manette ai polsi dei leccesi Roberto Nisi, Gianluca Negro e Angelo Corrado, gli stessi che avrebbero chiesto prima 15mila e poi 30mila euro all'imprenditore salentino Giuseppe Maroccia, impegnato anche in politica. I soldi sarebbero serviti molto probabilmente a Caramuscio per continuare la sua latitanza.
Congratulazioni sono giunte ieri da parte di Roberto Maroni, ministro dell'Interno, in quanto Caramuscio era tra i 100 latitanti più pericolosi d'Italia. Infatti, dopo aver stretto le manette ai polsi a Giuseppe Setola, colonna portate dei casalesi e a Francesco Vottari, boss della ndrangheta, le manette ai polsi erano attese da capi delle forze dell'ordine per il super latitante 40enne.