LECCE | Al momento è stato soltanto sequestro il suo computer, ora bisognerà attendere il risultato dell'esame che verrà effettuato sul pc. Le indagini avviate, per dare un nome alle persone che si immettono nella rete e navigano sui siti pornografici, dove a volte scaricano e condividono film amatoriali hard con protagonisti dei bambini, pare stia portando i sue frutti. Nella mattinata di oggi, gli agenti della polizia postale di Lecce, capitanati dall'ispettore Luigi Toma, hanno fatto una perquisizione in casa di un commerciante leccese 35enne. Gli agenti hanno portato via un pc di proprietà dell'uomo. Si è risaliti al commerciante attraverso il numero telefonico.
Sul computer un tecnico informatico della magistratura dovrà rinvenire un video pedo-pornografico scaricato da internet. Ovviamente non è detto che sia stato l'uomo a scaricare il video, può essere che siano stati gli «hacker» ad entrare nella linea del commerciante e che attraverso la sua connessione abbiano scaricato filmati porno. Al momento è indagato di diffusione di video pedo-pornografici su internet. La linea telefonica risulta intestata all'uomo, ma bisognerà accertare chi abbia scaricato e diffuso filmati hard. Al momento sono state 37 le persone che hanno ricevuto la visita della polizia postale a casa per una perquisizione domiciliare.
L'operazione sta proseguendo e ha interessato anche il leccese, coordinata dal procuratore aggiunto, Giuseppe Gennaro, e dal sostituto procuratore Carla Santocono. L'attività d'indagine avviata mira a contrastare la diffusione di immagini e video pedo-pornografici su internet, usufruendo del nuovo programma di scaricamento denominato «Limewire», che permette di scaricare qualunque tipo di file messo in rete, anche quelli pedo. Intanto è stata avviata una denuncia presso l'associazione Meter di don Fortunato Di Noto. La segnalazione per che ha portato alla denuncia è giunta dal padre di un ragazzo che avrebbe scaricato un cartone animato dal programma «Limewire» e che si sarebbe trovato però un filmino porno.
Al momento pare che le persone indagate avrebbero scaricato e diffuso sulla rete dei film pero-pornografici, servendosi dei programmi di scaricamento, che permettono anche la condivisione di qualunque file. Si tratta di alcuni file video che ritraggono abusi sessuali messi in atto su bambini che hanno un età compresa tra i 6 e gli 8 anni. Non è detto che siano italiani. A scoprire il giro di condivisione e download di file pedo sono stati agenti che si sono finti pedofili. Le perquisizioni hanno riguardato l'intera Puglia, in particolare le province di Lecce, Brindisi, Taranto e Bari. Si continua ad indagare e ad accertare se siano state le persone indagate a scaricare filmati pedo.