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MATINO | Era stanca di vedere il figlio che spendeva svariati soldi per l'acquisto di eroina, la sostanza che da tempo assumeva. La triste storia giunge da Matino. A porre fine allo spaccio dello stupefacente nei confronti del ragazzo e dei «clienti» di Alessandro Tamborrini, 44enne, del posto, sono stati i carabinieri della compagnia di Gallipoli. L'uomo era già noto alle forze dell'ordine, in quanto già lo scorso 22 ottobre era stato sorpreso a spacciare droga, sempre nel matinese. In quel caso, con la sospensione della pena, il 44enne tornò a casa, continuando però la sua professione di spacciatore. Infatti, pare che l'uomo avrebbe continuato a spacciare eroina. La madre esasperata chiede aiuto ai carabinieri che intervengono, bloccando nel corso della notte appena trascorsa Tamborrini. La signora, infatti, non era stanca del figlio, ma non sopportava chi gli vendeva la «roba», segnalando la vicenda ai militari.
La donna si arma di penna e
foglio e scrive una lettera ai carabinieri, chiedendo aiuto. Un aiuto
che è stato preso in considerazione dai militari. La madre nella
lettera marcava che l'uomo già arrestato in passato, continuava a
spacciare droga, tornando a fare quindi quello che faceva prima di
essere arrestato la prima volta. Da quel momento i militari hanno
iniziato a disporre diversi servizi di pedinamento e controlli nei
confronti del 44enne, per costruire la vita che faceva. La
disperazione di una madre ha permesso che i carabinieri arrestassero
chi avrebbe fornito quasi quotidianamente le dosi di eroina al
ragazzo, ormai tossicodipendente. Tamborrini è stato segnalato dalla
donna, una segnalazione con esito positivo.
Successivamente i militari hanno eseguito una perquisizione domiciliare. All'interno dell'appartamento di Tamborrini i carabinieri hanno rinvenuto 7 grammi di eroina, pronta per essere tagliata e immessa sul mercato. Inoltre i militari hanno sequestrato tutto il materiale utilizzato per il confezionamento delle dosi. Tamborrini è stato condotto presso il carcere di Lecce «Borgo San Nicola».