LECCE | È accusato di violenza sessuale e truffa e di questo dovrà risponderne in Tribunale un imprenditore leccese, 40enne. I fatti risalgono a circa un anno fa, quando l'uomo inserì un inserzione pubblicitaria all'interno di un giornale locale, rivolto a giovani donne in cerca di lavoro, in particolare, l'uomo cercava una segretaria. A quest'annuncio rispose una 27enne della provincia di Lecce. L'uomo fissò con lei un appuntamento all'interno di un albergo della città. Il primo colloquio tra l'imprenditore e la donna si sarebbe concluso con un nuovo appuntamento. Dopo qualche giorno, data in cui era stato fissato il secondo incontro, i due si incontrano e il procacciatore d'affari la invita a salire a bordo della sua auto questa volta e non in una sala d'albergo. La donna si accomodò al suo fianco, entrati in macchina, dopo aver scambiato quattro chiacchiere, l'uomo la inviata a palpeggiare, forse per lanciare segnali del tipo «se vuoi il posto di lavoro, concediti». Ovviamente tutte supposizioni. Fatto sta che l'uomo avrebbe allungato le mani toccandola nella parti intime. La giovane avrebbe cercato di difendersi, ma senza grossi risultati. L'uomo addirittura si sarebbe abbassato i pantaloni, forse per mettere in pratica un rapporto sessuale. La giovane, che avrebbe incontrato l'uomo per cercare di ottenere un posto di lavoro pulito, senza raccomandazioni o concessioni varie, si sarebbe trovata a fare i conti con le cattive intenzioni dell'uomo, che avrebbe trasformato il colloquio ad un incontro a «luci rosse». La Procura ha ipotizzato l'accusa di violenza sessuale e truffa nei confronti del 40enne. Dopo quell'incontro avvenuto nel febbraio dell'anno scorso, la donna non tenne per se il fatto, ma denuncia l'accaduto alle forze dell'ordine che avviano l'investigazione. A distanza di un anno si sono chiuse le indagini preliminari che hanno interessato il 40enne. È stato il procuratore magistrato, Angela Rotondano, esperta di reati dai contorni sessuali, a chiudere la prima fase della vicenda giudiziaria. Per ora l'unico nome che compare nel registro degli indagati, è quello del procacciatore d'affari. Inoltre, il reato di truffa è stato riconosciuto in quanto l'uomo avrebbe intascato 20 euro dalla donna per avviare la pratica di assunzione. Al momento, l'unica che si è costituita parte offesa è la donna, ma non è detto che si aggiungeranno nomi di altre donne che hanno avuto a che fare con lo stesso uomo. Il procacciatore d'affari è difeso dal legale Giovan Battista Cerco.