NOVOLI | Un'importante operazione portata avanti dalle forze dell'ordine della Squadra mobile della questura di Lecce si è conclusa nella mattinata di oggi con gratificanti successi. I controlli ad ampio raggio hanno portato i loro frutti. Infatti a Novoli e a Montecatini Terme grazie all'aiuto del personale della Squadra mobile di Pistoia, sono stati sottoposti a fermo cautelare ben sei cittadini rumeni, tra i quali una donna perché ritenuti tutti responsabili dei reati di associazione a delinquere finalizzata all'induzione, al favoreggiamento ed allo sfruttamento aggravato della prostituzione di giovani connazionali, anche minorenni, nonché a vario titolo, anche per i reati di estorsione aggravata, porto abusivo di armi da fuoco e di sequestro di persona, in concorso.
La terribile sequenza di avvenimenti si è sviluppata sempre ai danni di una giovane rumena indotta alla prostituzione. La complessa dinamica degli avvenimenti, ha portato alla registrazione, a partire dall'estate dell'anno scorso a Lecce ed in alcuni comuni limitrofi, un forte fenomeno di prostituzione su strada da parte di giovani donne ed avvenenti ragazze tutte rigorosamente provenienti dall'est europeo, in particolar modo dalla Romania, e alcune di esse erano minorenni.
Le conseguenti investigazioni svolte dal personale della sezione del contrasto alla criminalità diffusa, straniera e prostituzione della Squadra mobile della questura di Lecce, oltre che con le tradizionali tecniche di indagine anche mediante articolata attività tecnica, hanno consentito di individuare l'esistenza di un agguerrito sistema di sodalizio criminale a carattere transnazionale finalizzato allo sfruttamento ed al favoreggiamento aggravato della prostituzione, con ramificazioni anche in altre parti del territorio italiano.
Le indagini che sono state coordinate dalla procura della Repubblica del tribunale di Lecce, hanno rivelato l'esistenza di una pericolosa organizzazione composta dai sei persone, che poi sono state arrestate, che avrebbero operato in modo violento mediante maltrattamenti, ingiurie e minacce. Tale organizzazione si è contraddistinta per la sua particolare capacità nel riuscire a reclutare nel paese di origine, numerose giovani ragazze e quindi di inviarle in Italia, soprattutto a Lecce, per farle prostituire in luoghi e secondo modalità ben collaudate.
Naturalmente il tutto avveniva dopo aver loro trovato anche un'adeguata sistemazione logistica. Le giovani ragazze rumene che venivano avviate alla prostituzione su strada erano controllate da un capo-donna rumena, anch'essa arrestata e che aveva un duplice ruolo nella vicenda. Nello specifico, assumeva le vesti di sfruttata e di diretta sfruttatrice delle ragazze, avendo anche l'incarico specifico di mantenerne la contabilità dei proventi frutto delle prestazioni e dell'intera attività illecita. Spettava proprio a lei conto dei sempre maggiori guadagni attesi al capo dell'organizzazione, anch'esso arrestato nella mattinata odierna.
Mentre agli altri componenti del sodalizio criminale era affidato anche l'arduo compito di controllo dei luoghi di Lecce, per trovare la sistemazione più opportuna e idonea, dove far prostituire le ragazze in modo da evitare indebite ingerenze da parte di altre prostitute concorrenti. Nel corso delle perquisizioni da parte delle forze dell'ordine è stata sequestrata anche una pistola ad emissione di scariche elettriche, già emersa nel corso delle indagini in quanto utilizzata dai criminali per minacciare le giovani prostitute che non erano in linea con gli ordini dell'organizzazione e dei loro capi o che non portavano sufficienti introiti economici al capo dell'organizzazione.
L'operazione avviata dalla polizia giudiziaria in questione è stata denominata «Rottami» ispirandosi proprio al termine utilizzato dai rumeni per indicare in maniera sprezzante le giovani ragazze avviate alla prostituzione da parte dei principali sodali.